Come scegliere il Personal Trainer (PT)  è una domanda ricorrente, non proprio banale, e da tenere in seria considerazione se si vogliono ottenere ottimi risultati in un tempo ridotto. Diciamo tempo ridotto in riferimento a tutte quelle persone che aspirano ad un cambiamento sostanziale del proprio corpo, ma che tuttavia non hanno le giuste conoscenze in campo d’allenamento.

Sebbene il nostro consiglio sia sempre quello di informarsi, leggere il più possibile, gli articoli del sito, il forum, libri in materia di allenamento e avere sempre un atteggiamento critico e costruttivo, è innegabile che l’aiuto di un esperto, che si possa definire realmente tale, può evitare gli errori più comuni. L’investimento iniziale potrà evitarvi mesi se non anni di frustrazione per mancati risultati.

Chi può aprire una palestra ?

Facciamo una premessa : le palestre in Italia sono inserite all’interno della categoria lavorativa delle “Attività artigianali”. È richiesta dunque la registrazione al Registro delle Imprese, presso la camera di commercio. Per farlo si richiede l’apertura di una Partita IVA, con conseguente denuncia di inizio attività (DIA). C’è bisogno di nominare un responsabile di tutta l’attività. Questi deve necessariamente possedere un diploma ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica) o aver conseguito una laurea presso la facoltà di Scienze Motorie, è anche possibile impiegare Tecnici del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), Tecnici delle federazioni sportive nazionali affiliate al CONI, Tecnici degli enti di promozione sportiva o Professionisti in possesso del diploma di personal trainer o equivalenti.

Ora se questa è una garanzia di affidabilità del personale considerate che un diplomato ISEF non ha necessariamente a che fare con il bodybuilding o la pesistica, tranne nel caso abbia conseguito titoli per proprio conto, è quindi necessario affidarsi ad un professionista il più possibile completo nel suo campo. Certo avere un personal trainer diplomato ISEF o Scienze Motorie con in più un attestato di Personal Trainer rilasciato da un’apposita associazione sarebbe di rilievo. Preparatevi quindi a chiedere informazioni e curriculum al vostro PT se volete affidargli il vostro allenamento e i vostri soldi.

Chi può prescrivere una dieta ?

Un’altro fattore da considerare è che un PT non è necessariamente un nutrizionista sportivo ne un dietologo, certo esistono nutrizionisti e dietologi che sono anche personal trainer, quindi secondo la vigente normativa, le leggi dello Stato italiano permettono solamente a due tipologie di professionisti di poter prescrivere una dieta in totale autonomia: il Medico e il Biologo.

Esiste poi un’altra figura professionale, il Dietista, che può prescrivere una dieta solamente su indicazione del Medico che ne stabilisce i “criteri” nutrizionali. In altre parole, il Dietista non può operare (a differenza del Biologo) autonomamente ma, per legge, deve essere “guidato” dal Medico nelle scelte dietetiche che prescrive ad un paziente. In questo caso, quindi, il paziente deve prima rivolgersi ad un Medico che, dopo averlo visitato, lo indirizzerà al Dietista con cui collabora professionalmente. Per ottenere il titolo di Dietista è necessario seguire un percorso di studi universitari di tre anni.

Nessun altro laureato in altre materie scientifiche (men che meno, ovviamente, in materie umanistiche) può, a norma di legge, prescrivere diete.
Esistono, poi, nel “variegato” mondo delle diete, titoli, termini e appellativi che è necessario chiarire:

  1. Specialista in Scienza dell’Alimentazione: può essere un Medico o un Biologo, ma anche un Farmacista o un Chimico. In tutti i casi, questi professionisti hanno seguito una scuola di specializzazione universitaria post-laurea (4-5 anni), con differenti indirizzi (dietetico, nutrizionistico e tecnologico), conseguendo il titolo di “specialista in Scienza dell’Alimentazione”. In ogni caso, solamente il Medico e il Biologo possono prescrivere diete;
  2. Laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana: è un corso di laurea biennale che alcune università hanno istituito a cui si può accedere con una laurea di primo livello (3 anni) in una materia scientifica. Il conseguimento di questo titolo da parte di un biologo (e non di altri laureati) di primo livello dà la possibilità di sostenere l’esame di stato per Biologo e quindi la possibilità di prescrivere diete;
  3. Dietologo: è il Medico che si “occupa” di dietologia, ma che, non necessariamente, ha seguito la scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione e conseguito il relativo diploma;
  4. Nutrizionista: è un termine che, in origine, fu utilizzato dai Biologi che ottenevano il diploma universitario post-laurea di “specialista in Scienza dell’Alimentazione” con indirizzo nutrizionistico (e, quindi, per estensione del termine, “nutrizionista”).Attualmente, il termine viene utilizzato, per prassi, solo per Biologi e Medici che occupandosi di alimentazione e nutrizione vengono indicati come Biologo-Nutrizionista e come Medico Nutrizionista o Nutrizionista clinico.
  5. Alimentarista, Esperto di Alimentazione Naturale, Consulente nutrizionale, ecc.: sono termini autoreferenziali con cui si può definire chiunque (laureato e non) si occupi di alimentazione e nutrizione nelle più diverse branche. Questi termini, con cui si qualificano alcuni professionisti, non conferiscono, per legge, la possibilità di prescrivere diete alcuna forma.

In conclusione, le Leggi dello Stato italiano conferiscono solamente al Medico e al Biologo la possibilità di prescrivere diete in totale autonomia.
Fate quindi attenzione se qualcuno, anche in buona fede, vi propone cambiamenti radicali nel vostro piano alimentare senza averne le competenze. In presenza di talune patologie ciò è sconsigliato e senz’altro pericoloso.

Le competenze del Personal Trainer

Il background culturale di un personal trainer è di tipo interdisciplinare, in continua formazione ed aggiornamento, passa attraverso la fisiologia, l’anatomia funzionale, la psicologia, la medicina dello sport, l’allenamento e la nutrizione.

In generale, la sua attività consiste nell’educare il proprio cliente a stili di vita salutari ed a programmare e realizzare allenamenti finalizzati ad un determinato scopo, sulla base delle esigenze fisiologiche e psicologiche di una persona.

Più in particolare l’attività pratica del Personal Trainer per il proprio cliente si svolge in diverse fasi: l’intervista iniziale, la valutazione antropometrica e funzionale, l’elaborazione e l’esecuzione di un programma di allenamento personalizzato, il controllo dell’efficacia del lavoro programmato.

Ultimamente, seguendo le tendenze del settore fitness, il personal trainer ha affiancato, alla consueta consulenza atletica, anche quella di miglioramento della sfera psicologica e motivazionale, specialmente negli sportivi di alto livello.

In Italia la figura del Personal Trainer è relativamente recente, tuttavia in discreta espansione, specialmente al centro-nord del Paese. Se i primi Personal Trainer erano per lo più appassionati del settore, con alle spalle diversi anni di allenamento, attualmente ci si affida spesso a Personal Trainer con formazione universitaria.

Il corso di laurea in Scienze Motorie (ex ISEF), nato nel 1999, prevede l’insegnamento di materie medico-scientifiche come l’anatomia umana, la biochimica e la fisiologia, la fisiologia dell’ esercizio, la biomeccanica del movimento e i fondamenti della nutrizione. Tutti elementi che è indispensabile conoscere al fine di poter professionalmente intraprendere la carriera d Personal Trainer.

Chi non sceglie il percorso accademico deve districarsi tra le tante Federazioni, Associazioni o Enti di promozione sportiva, ed aziende private, che svolgono corsi di formazione per poter operare in tale settore.

La brevità di tali corsi, e le loro differenze, sommate all’assenza di pre-requisiti tra i candidati, fa sì che manchi un know-how uniforme, essenziale per una categoria professionale che vorrebbe esistere, ma che di fatto ancora non c’è, in attesa di una regolamentazione delle professioni sportive ancora inesistente nella realtà italiana.

Tuttavia è giusto menzionare che esiste una federazione nazionale che è riconosciuta dal CONI ed è abilitata a rilasciare dopo corsi intensivi di media e lunga durata un diploma che da la qualifica di “Insegnante Tecnico” indispensabile per poter insegnare in tutte le palestre.La federazione in questione è la FIPCF (federazione italiana pesistica e cultura fisica) diventata nel 2011 la FIPE (Federazione Italiana Pesistica), unica federazione riconosciuta direttamente dal CONI.

Intervista iniziale – anamnesi 

Il primo strumento nelle mani di un Personal Trainer utile a costruire un programma di esercizio fisico personalizzato è l’intervista iniziale. Questa prima fase permette di indagare sulla storia medica, sulle caratteristiche psicologiche individuali e sugli stili di vita di una persona. Durante l’intervista iniziale vengono poste domande create appositamente per conoscere in maniera approfondita la persona in tutti i suoi lati: lo stato di salute, la storia medica, il modo in cui si alimenta e in generale tutto ciò che riguarda il corpo e le motivazioni all’esercizio fisico. La seconda parte dell’intervista è dedicata alla determinazione degli obiettivi in relazione alle esigenze o alle necessità di una persona, ai risultati che vorrebbe ottenere, al tempo che ha a disposizione per l’allenamento. Ma anche per individuare obiettivi consoni alle caratteristiche fisiche del cliente e senza creare false aspettative.

La valutazione Antropometrico Funzionale

Pressoché in maniera contestuale vengono svolti dei test di efficienza fisica allo scopo di fornire informazioni fondamentali sui livelli di funzionalità corporea. L’obiettivo di questa fase è avere dei feedback reali che permetteranno al Personal Trainer di elaborare un programma adatto ad una persona e alle sue caratteristiche specifiche.

Alla somministrazione di test fisici si accompagna l’analisi antropometrica del soggetto, mediante misurazioni effettuate con strumenti differenti (es.: plicometro, metro flessibile ecc.) che permettono di determinare la struttura ossea, la composizione corporea, ma anche i miglioramenti ottenuti nel corso dell’attività. In alcuni casi è possibile avvalersi anche di strumentazioni più complesse, come i bioimpedenziometri e le analisi computerizzate.

L’elaborazione di un programma personalizzato

Integrando le considerazioni rilevate con l’intervista iniziale, i valori misurati nell’ambito della valutazione antropometrica, e il risultato dei test di efficienza fisica, il Personal Trainer elaborerà il programma di allenamento personalizzato e finalizzato per una persona. Questo, per l’individuo che richiede un servizio di Personal Training, si traduce nell’avere esercizi muscolari e suggerimenti per l’allenamento, adatti alle esigenze personali. La programmazione a medio e lungo termine del lavoro prevederà anche la modifica calibrata degli esercizi e del carico di lavoro, a seconda dei risultati ottenuti e individuati mediante un controllo dell’efficienza fisica con test specifici.

La specializzazione del Personal Trainer

Considerata la vastità della materia sportiva, dei mezzi di allenamento, della combinazione di strumenti e risultati, della profonda diversità nelle tecniche di allenamento per i due sessi, anche nel settore del Personal Training è possibile individuare professionisti specializzati in apposite direzioni. Ad esempio PT con una formazione volta prevalentemente all’attività in palestra, o alla preparazione atletica per discipline sportive specifiche, al recupero funzionale (da non confondere con la riabilitazione), al dimagrimento maschile e femminile, all’allenamento femminile (assai più complesso di quello maschile perché con più varianti) ecc.

La scelta del Personal Trainer

La scelta del Personal Trainer, considerato quanto possa essere rischioso affidarsi a soggetti che improvvisano tale professione, affascinati soprattutto dal potersi autodefinire PT, è un passaggio fondamentale per ogni cliente che non voglia mettere a repentaglio la propria salute. Gli elementi fondamentali da tenere in considerazione sono: l’iter formativo, preferendo soggetti laureati e/o diplomati che seguono costantemente attività di aggiornamento, le esperienze professionali pregresse, gli eventuali meriti sportivi (ma non quando rappresentano l’unico elemento in mano ad un PT), eventuali extra, relativi ad esperienze di forte spessore da parte del professionista, come ad esempio la pubblicazione di testi ed articoli scientifici. È preferibile scegliere una persona lauerata in Scienze Motorie o perlomeno diplomato, che abbia i mezzi conoscitivi per poter lavorare con il corpo e quindi la salute altrui.

 

Fonti Wikipedia, l’encilcopedia libera .