Quanti gli utenti delle palestre che indossano le famose cinture da Body Builder?

Quanti sono a reale conoscenza degli improbabili benefici che possano realmente apportare?

Provate tranquillamente a chiedere a qualcuno di questi fautori dell’allenamento sicuro a cosa serva la cintura che orgogliosamente indossano come simbolo di somma virilità.

La risposta comune, scontata e tristemente nota, risulta questa: “Mi serve per proteggere la schiena quando mi alleno!”

Ma cosa significa realmente “PROTEGGERE LA SCHIENA”?!.

Proteggerla da quale evento poi? E siamo davvero sicuri che una cintura contenitiva possa realmente tutelare una struttura così complessa e fragile come quella del Rachide?

Partiamo dal principio

I microtraumi articolari che si possono verificare nella zona più fisiopatologicamente soggetta ad infortuni durante gli esercizi con l’ausilio di sovraccarichi è la fascia Lombare del Rachide, regione dove appunto si scaricano maggiormente le forze compressive che sono comunque distribuite uniformemente per mezzo dei corpi vertebrali lungo tutta la colonna, questa è costituita da 5 vertebre per una lunghezza totale di 17 Cm circa, riscontrabile mediamente nel maschio adulto.

I micro spostamenti involontari causati dalle forze di taglio indotte dal carico compressivo sui piccoli corpi vertebrali durante l’esecuzione dei movimenti con sovraccarico può provocare danni più o meno consistenti.

Al fine di ridurre tali spostamenti nella regione interessata dovuti allo Stiffness (La rigidezza è la capacità che ha un corpo di opporsi alla deformazione elastica provocata da una forza applicata. Ndr) dei suddetti corpi, non risulta sufficiente né consigliato indossare una cintura, basti pensare che, a dispetto che sia più o meno adesa al girovita, essa non inibisce nemmeno i movimenti volontari come flessioni del tronco, estensioni, torsioni, l’anteroversione e retroversione del bacino e tutte le varie posizioni che si possono eseguire sui 3 piani di movimento nello spazio.

Conseguentemente il nostro Rachide Lombare rimane libero e non protetto, non risultando assolutamente bloccato dalla cintura, considerando appunto che, se possiamo muoverci liberamente con essa, risulta assurdo e improbabile che le vertebre che si pensa essere “protette” abbiano di fatto ampia mobilità disinibita.

In secondo luogo le cinture non “tecniche” che è possibile reperire facilmente in commercio possono arrivare ad un’altezza nella parte posteriore che varia dai 10 ai 15 Cm massimo, lasciando appunto parte della zona Lombare “scoperta”.

I muscoli del corpo

La natura ha fornito al nostro corpo un muscolo interno, che avvolge il nostro addome come con corsetto contenitivo, stiamo parlando del Trasverso dell’Addome.

Arnold Schwarzenegger allo Stacco da Terra

Meccanicamente ha la funzione di abbassare le coste (considerato quindi un muscolo espiratorio), è sinergico ai muscoli antero-laterali dell’addome, permette la rotazione e la flessione del tronco, e di basilare importanza ha come caratteristica, rispetto a tutti gli altri muscoli scheletrici del nostro apparato, la possibilità di “autoattivarsi” in maniera involontaria prima di qualsiasi altro muscolo preposto al movimento.

Così facendo si avvale di un duplice ruolo, ovvero, il contenimento degli organi interni, e la funzione di cilindro protettivo, che al momento della sua attivazione riesce ad aumentare insieme al lavoro sinergico di altri muscoli preposti al ruolo come il Diaframma, Multifido, Obliqui Interni, Pavimento Pelvico ed Erettori Spinali, la pressione intraddominale utile per mantenere la stabilizzazione ed estensione della colonna vertebrale, proteggendola in modo esponenziale soprattutto nella regione Lombare.

Nel lavoro con i sovraccarichi, quando realmente importanti, e indicativamente sopra la soglia dell’ 80% RM, è possibile e spesso di primaria importanza massimizzare la funzione del Trasverso dell’Addome, eseguendo la manovra di Valsalva.

Essa consente di creare in modo volontario un blocco respiratorio, (amplificando così la forte pressione intraddominale già creata) inspirando un quantitativo d’aria significativo e “serrando” la Glottide, quindi una forte attivazione addominale ed un’estensione del rachide, al fine di prevenire un cedimento strutturale in avanti causato dalla pressione del carico sollevato. La manovra del blocco respiratorio non è assolutamente esente da rischi.

Fornendo una spiegazione molto sintetica ed esaustiva, creando una forte pressione intraddominale viene di riflesso indotta una vasocostrizione della Vena Cava Inferiore che inibisce il normale afflusso ematico al Muscolo Cardiaco per la successiva ri-ossigenazione dello stesso, scaturendo così tutta una serie di problematiche, non ultima quella data dallo sforzo per favorire l’eiezione sanguigna dal Ventricolo sinistro, causando l’innalzamento della stessa pressione arteriosa.

Tutto questo però non deve assolutamente demonizzare tale manovra, è sempre bene valutare i rischi ed i vantaggi del blocco respiratorio, considerando che nel caso di lavoro massimale specifico, soprattutto quando il carico è “fisicamente” gravante sulla colonna vertebrale (come ad esempio nel Back Squat), tale manovra risulta di fondamentale tutela nei confronti del Rachide.

Di conseguenza risulta di importanza non secondaria valutare bene i pro e i contro nell’uso della manovra di Valsalva, ed adottarla quando si ritiene necessario. Dopo tali considerazioni è utile precisare che un uso delle cinture da Body Builder convenzionale può addirittura trasformarsi in negativo e controproducente se teniamo conto che, la maggior parte dei frequentatori delle palestre la indossa appena mette piede in sala attrezzi, levandola solo a fine allenamento.

All’atto pratico si mantiene costantemente una pressione intraddominale continua durante tutto l’allenamento, anche nelle fase in cui questa non è richiesta, come nei momenti di recupero, lavori con carichi sub-massimali, ed esercizi in cui la nostra schiena risulta a contatto con superfici stabili come panche piane, schienali ecc.

L’uso di queste cinture assicura sempre un appoggio alle strutture muscolo-vertebrali interessate con le quali sono a contatto, riducendo così le sollecitazioni alle quali sono soggette e precludendo il normale sviluppo ipertrofico e condizionamento primario di queste unità interne, rendendole sempre più deboli ed inefficaci a svolgere il proprio ruolo nella stabilizzazione ed estensione.

Tale decondizionamento riguarda non solo le sopracitate unità, ma anche tutte le unità esterne (che vengono maggiormente stimolate con l’uso della cintura a discapito delle interne) preposte al compito, (Erettori Spinali, Retto dell’Addome, ecc.) abbattendo di fatto la sinergia funzionale che queste strutture hanno in relazione all’unità stabilizzatrice interna, tutto ciò induce ad una disarmonia funzionale con conseguenti e gravi problematiche non solo in ambito sportivo, ma anche sociale e lavorativo.

Vi sono discipline sportive (una su tutte il Powerlifting) in cui si fa uso di cinture contenitive, in tal caso esse hanno funzione importante, ma si tratta appunto di cinture professionali.

Scopo

”Innanzitutto

Tale supporto ha come scopo il contenimento dell’Addome che aumentando di volume in seguito all’ aumento pressorio intraddominale indotto dal carico sollevato e dal blocco respiratorio, viene a contatto con la cintura che lo “protegge” fornendo una solida base di appoggio al fine di prevenire pericolosi cedimenti strutturali che possono verificarsi anteriormente durante Lift con carichi massimali che generalmente in tali discipline non scendono quasi mai sotto il 100% RM durante la competizione.

Dunque eccezzion fatta per queste categorie speciali di Atleti, l’uso della cintura risulta assolutamente inutile, controproducente e pericoloso se teniamo conto che spesso nelle palestre si vedono “spostare” carichi troppo elevati da questi ignari soggetti con la mera convinzione che comunque ci sarà la cintura a proteggerli, cosa appunto non vera.

Come sempre il mio consiglio è di diffidare sempre da chi si improvvisa al fai da te, da chi vive di dogmi tramandati con un passaparola, dalle chiacchiere da spogliatoio, e ultimo ma non meno importante, da chi non è un professionista del settore.

Saluti Sportivi.

 

Articolo a cura di Marco Manuelli di RawTraining . Marco Manuelli inizia la carriera sportiva come giocatore di Pallacanestro, poi la folgorazione nelle Arti Marziali con la Thai Boxe, della quale dopo diversi anni di gavetta diventa allenatore.

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