La Glutammina è un integratore molto in voga, molte aziende producono integratori a base di glutammina, o ne aggiungono ad altri, sopratutto ai cosiddetti volumizzatori cellulari, insieme alla creatina Per alcuni è una pratica consueta effettuare il cosidetto periodo di carico, sebbene questa pratica cozzi con la biochimica del corpo umano.

La glutammina in eccesso rispetto a quella necessaria per la biosintesi è trasportata all’intestino, il fegato e ai reni per essere modificata. In questi tessuti viene convertita in glutammato ed NH4+ e in seguito l’NH4+ formatosi nei reni e nell’intestino viene poi trasportato al fegato dove viene eliminato sotto forma di urea.

In base a quanto detto un surplus di glutammina non avrebbe effetto se non quello di trasformare gli acquisti e quindi i soldi spesi nell’integratore semplicemente in urina, i cosiddetti soldi buttati nel water.

Approfondiamo la questione !

Cos’è la Glutammina

La glutammina è un amminoacido polare.

La glutammina è coinvolta nei processi digestivi ed una sua carenza può portare a facile esaurimento fisico e mentale. Oltre ad essere essenziale per il metabolismo del sistema nervoso, è anche un intermedio basale delle funzioni epatiche e renali.

Nei neuroni viene convertita in acido glutammico dall’enzima glutaminasi. L’acido glutammico ha attività eccitatoria sul neurone ed in quantitativi eccessivi è tossico. Un’ingestione eccessiva porta alla morte dei neuroni, soprattutto della corteccia cerebrale, tramite l’attivazione del suo recettore ionotropico NMDA. Questo può succedere (e vi sono decine di casi clinici riportati al riguardo) in persone mentalmente disabili che fanno ingestione di prodotti alimentari contenenti un’alta dose di glutammato monosodico come esaltatore di sapidità, come i dadi da minestrone.

L’addizione di glutammina alla dieta di animali esposti ad un’altra neurotossina, l’acido chinolinico, ha portato ad un aumento significativo dei danni neurali.

Un accumulo di glutammina si osserva anche nei malati della malattia di Alzheimer e della corea di Huntington, nonché nei malati di sclerosi laterale amiotrofica. Studi recenti mostrano che elevati livelli di glutammina aumentano la concentrazione di radicali liberi che vanno ad ostacolare il regolare funzionamento dei mitocondri.

Dato che la glutammina è anche un carburante muscolare, l’esercizio atletico contribuisce ad abbassarne il livello ematico prima che questa possa accumularsi nei tessuti nervosi. Per questo motivo la glutammina è utilizzata come integratore alimentare.

È stato ipotizzato che la glutammina venga metabolizzata a livelli superiori al normale in soggetti affetti da malattie che mettono sotto stress il sistema immunitario, quali l’HIV.

Glutammina nello sport

La glutammina è un amminoacido non-essenziale utilizzato in quantità dal muscolo scheletrico. Si tratta del più abbondante aminoacido libero nel corpo, rappresentando fino a 2/3 del pool di amminoacidi liberi muscolari. Questo fatto, unito con l’idea che il muscolo sia il più grande produttore di questo aminoacido, potrebbe suggerire che l’integrazione di questo amminoacido possa rivelarsi utile nello sport.

Un problema potenziale di ciò è che la glutammina è un aminoacido non-essenziale, il che significa che non sarebbe necessario consumare fonti esterne che la contengono perché il corpo riesce a produrla autonomamente. Tuttavia l’utilizzo di glutammina da molti differenti cellule nel nostro corpo è così ampio che possono verificarsi casi in cui il suo utilizzo supera la sua disponibilità, quindi la glutammina è stata definita un amminoacido “condizionatamente essenziale”.

Ciò significa che durante i periodi di stress fisico potrebbe effettivamente esserci bisogno di quantità maggiori di glutammina rispetto a quelle che può essere prodotta, per poter mantenere le corrette funzioni cellulari. Chiaramente, attività come l’allenamento coi pesi (resistance training) rappresentano un stress fisico per il corpo, e dopo l’esercizio la glutammina plasmatica e muscolare subisce un decremento, potenzialmente richiedendo ore per essere ricostituita. Questo potrebbe uno dei motivi per cui gli atleti fanno spesso uso di glutammina.

Un altro fatto interessante legato al rapporto tra muscolo scheletrico e glutamina è la questione del trasporto. Per entrare o uscire dei muscoli un amminoacido deve essere trasportato da carrier (trasportatori) specifici. Utilizzando questi carrier, il muscolo capta gli amminoacidi in base alla domanda stabilita dalla composizione della proteina, ma la captazione degli amminoacidi non è basata sulla composizione.

L’alanina e glutamina possono rappresentare fino al 50% del rilascio di aminoacidi dal muscolo, nonostante rappresentino solo circa il 15% delle proteine muscolari totali. Questa sembrerebbe una contraddizione, normalmente diffusa dai produttori di glutammina, ma come accennato in precedenza, durante i periodi di stress fisico (esercizio), la sintesi endogena di glutammina viene ostacolata. Dato che la carenza di un solo aminoacido può ostacolare la crescita muscolare, questo rafforzerebbe la teoria della supplementazione di glutammina da parte degli atleti.

Glutammina e massa muscolare

Il primo interesse per la glutammina come integratore sorse quando si scoprì che la supplementazione di glutammina elevava livelli della sintesi proteica nei muscoli isolati dei ratti. Ciò non dovrebbe sorprendere dal momento che è stato anche visto che i livelli di sintesi di proteica muscolare possono essere correlati con i livelli di glutammina libera. È anche stato dimostrato in vitro utilizzando cellule del muscolo scheletrico dei ratti che la glutammina può diminuire la disgregazione proteica (catabolismo muscolare)

Inoltre, lo stato anabolico/catabolico di una cellula muscolare è legato al suo stato di idratazione, questo significa semplicemente che l’aumento del volume cellulare ha un effetto anabolico o anticatabolico sulle cellule colpite (comprese le cellule muscolari). Sulla base di ciò, è stato trovato che la supplementazione di glutamina può mediare l’aumento del volume cellulare e quindi ha un effetto anticatabolico tramite l’aumento del volume cellulare o ostacolando la disidratazione cellulare. La teoria dell’effetto anticatabolico è anche supportata dal fatto che durante un evento di catabolismo o proteolisi muscolare (come nel digiuno), si verifica un aumento siginficativo dei livelli ematici di glutammina (assieme ai livelli di alanina e BCAA) ad indicare la degradazione del muscolo scheletrico. La glutammina viene poi convertita in glucosio nei reni.

Queste teorie tuttavia erano state validate solo in vitro o su animali, ma non sull’uomo. Ebbene, gli studi sull’uomo indicano che la supplementazione di glutammina può migliorare il bilancio azotato nei pazienti critici, e può contribuire alla prevenzione della diminuzione della sintesi proteica a seguito di intervento chirurgico (uno grande stress fisico) o in seguito a 14 ore di digiuno.

Glutamina e sovrallenamento

Il sovrallenamento può manifestarsi con diversi sintomi come letargia, malattie, e la mancanza di desiderio di allenarsi. Viene suggerito che la supplementazione di glutammina per gli atleti possa prevenire il sovrallenamento. La glutammina viene usata come fonte energetica da molte cellule del nostro corpo, incluse molte cellule del sistema immunitario. Come precedentemente menzionato, nei momenti di forte stress la produzione endogena di glutammina non riesce a soddisfare le esigenze del corpo, e questo può influire negativamente sull’efficienza del sistema immunitario. I livelli ematici di glutamina possono essere compromessi a seguito del sovrallenamento indotto dall’esercizio.

Ricerche su atleti di endurance che hanno assunto la glutamina a seguito di una maratona hanno mostrato una minore incidenza di infezioni rispetto a quelli che non integrano con l’amminoacido.

Per quanto riguarda l’utilizzo dell’amminoacido nell’ambito del bodybuilding, uno studio ha dimostrato che l’esercizio coi pesi può indurre un transitorio effetto negativo su alcune cellule del sistema immunitario, sebbene livelli plasmatici glutammina non siano stati esaminati.

La glutammina può anche stimolare il rifornimento di glicogeno. L’infusione di glutammina ha dimostrato di migliorare le riserve di glicogeno dopo l’attività fisica in bicicletta (aerobica) due volte tanto rispetto a soggetti che assumevano integratori salini o altri amminoacidi. Un altro studio supporta l’utilizzo di glutammina per migliorare il rifornimento di glicogeno muscolare. Venne riscontrato che la supplementazione glutammina a seguito dell’esercizio aumenta la risintesi glicogeno come l’ingestione di un polimero del glucosio.

Glutammina e sintesi proteica

È stato visto che i livelli di glutammina nel sangue e nel muscolo possono diminuire durante o dopo l’esercizio, e che questa diminuzione è correlata con una riduzione della sintesi proteica. Diversi studi hanno esaminato se questa relazione tra la glutamina e la sintesi proteica era incidentale o causale.

Il primo studio confrontò le capacità della glutammina e dell’alanina di stimolare la sintesi proteica nei ratti con livelli di glutamina ematica e muscolare ridotti artificialmente. Come previsto, l’infusione di glutamina ha aumentato i livelli di glutammina intramuscolare, mentre ciò non è avvenuto con l’alanina. Sorprendentemente, anche la deplezione dei livelli di glutamina muscolare del 60% non ha avuto effetto sulla sintesi proteica. Ciò che può anche sorprendere è che il ripristino della glutamina nel sangue nei muscoli a livelli di normalità non ha avuto effetto sulla sintesi proteica rispetto ai ratti non sottoposti ad alcun trattamento di glutammina. Inoltre, anche se il turnover proteico non è cambiato, l’alanina ha stimolato la sintesi proteica.

A sostegno di questa tesi, i ricercatori hanno studiato l’effetto della supplementazione di glutammina sui ratti settici. La sepsi è una condizione gravemente catabolica, durante il quale i livelli di glutammina (e la sintesi proteica) crollano. Ancora una volta, questo studio ha dimostrato che, nonostante i crescenti livelli di glutamina muscolari ancora più in alti rispetto al normale, non si è ottento alcun effetto sulla sintesi proteica o lo stato catabolico dei ratti. Complessivamente, questi studi mostrano che i livelli di glutammina diminuiti o aumentati nel muscolo non hanno alcun effetto sulla sintesi proteica.

Un altro studio, effettuato sull’uomo, ha esaminato l’effetto dell’aggiunta di glutammina ad una miscela di aminoacidi sulla sintesi proteica muscolare. In definitiva, l’infusione della miscela originale di aminoacidi ha aumentato la sintesi proteica di circa il 50%, ma l’aggiunta di glutammina a questo mix non ha avuto alcun effetto aggiuntivo. Questo studio è particolarmente importante perché la maggior parte dei consumatori di glutammina la assumono a seguito di un allenamento, insieme ad altri aminoacidi (o proteine).

Viene riscontrato da alcune ricerche che l’aggiunta di glutammina ad una miscela di carboidrati e amminoacidi essenziali non abbia effetto su una maggiore risintesi del glicogeno e sulla sintesi proteica muscolare, ma può sopprimere l’aumento della proteolisi (catabolismo proteico) durante le fasi più avanzate del recupero.

Infine, un altro studio ha usato un farmaco per ridurre la sintesi proteica muscolare, assieme ai livelli di glutammina muscolare, nei ratti. Analogamente a studi precedenti, il ripristino dei livelli glutammina muscolare non ha avuto effetto sulla sintesi proteica. Questo studio supporta ulteriormente il concetto che i livelli di glutammina ematica e muscolare non hanno alcuna incidenza sulla sintesi proteica e sul turnover proteico.

Glutammina e GH

Un altro dei comuni motivi per cui l’uso della glutammina viene promosso in ambito sportivo è la stimolazione dell’ormone della crescita o GH. L’aumento dei livelli di GH è stato effettivamente dimostrato da un unico studio condotto da Welbourne nel 1995. Poiché la glutammina è capace di elevare i livelli plasmatici di arginina e glutammato, cioè due amminoacidi capaci di stimolare la secrezione di GH, il ricercatore volle stabilire se la diretta assunzione di una piccola dose di glutammina fosse in grado di stimolare allo stesso modo il rilascio dell’ormone. Altri obiettivi dello studio erano quelli di verificare l’effetto dell’assunzione dell’amminoacido sui livelli plasmatici di glutammina e di bicarbonato.

Poiché le concentrazioni di GH variano in base agli orari della giornata (ritmo circadiano) e all’assunzione di cibo le condizioni dello studio vennero selezionate in modo da minimizzarne la secrezione in una categoria di soggetti in cui essa era ridotta. I soggetti coinvolti avevano un’età compresa tra i 32 e i 64 anni, poiché la letteratura scientifica aveva appunto riconosciuto una riduzione della secrezione di GH dopo la terza decade di vita. Nove soggetti sani assunsero due grammi di glutammina disciolta in una bibita a base di soda (490 mL contenente 20 gr di glucosio, pH 3.8) ingeriti durante un periodo di 20 minuti dopo 45 da una colazione leggera (toast, caffè e succo di frutta) per 2 sabati consecutivi alla stessa ora, per coincidere con bassi valori circadiani di GH. I campioni di sangue vennero ottenuti immediatamente, e ad intervalli di 30 minuti in un periodo di 90 minuti, e comparati con i campioni ottenuti una settimana prima dello studio. Venne riscontrata un’elevazione del GH a 90 minuti dall’assunzione più di 4 volte i valori basali.

Questo effetto favorevole sull’aumento della secrezione dell’ormone della crescita potrebbe interessare particolarmente i culturisti o i pesisti, i quali ricercano un aumento della massa e della forza muscolare, potenzialmente connessi con una maggiore produzione di ormoni anabolici. Tuttavia una ricerca diretta sull’uso di glutammina in combinazione con l’esercizio coi pesi (Candow et al., 2001) concluse che non ci fossero differenze significative tra l’assunzione di 0.8 gr/kg di massa magra di glutammina e un placebo in un programma di 6 settimane, sulla prestazione, sui cambiamenti della composizione corporea, o sul catabolismo muscolare su giovani adulti.

Sistema immunitario

Viene spesso citata la teoria di immunosoppressione indotta dall’esercizio fisico, sulla base del fatto che i livelli di glutammina diminuiscono dopo l’esercizio, così come l’efficienza del sistema immunitario.

Tuttavia è necessario stabilire se il rapporto tra lo stoccaggio di glutammina nel corpo e gli effetti dell’attività fisica sul sistema immunitario presentano una relazione causale o casuale. Un documento scientifico recente ha esaminato la connessione tra la glutammina plasmatica e l’immunosoppressione indotta da esercizio fisico. Lo studio trovò delle relazioni contrastanti circa i livelli plasmatici di glutamina dopo l’attività fisica di lunga durata, l’esercizio anaerobico ad alta intensità, così come brevi sessioni singole ad alta intensità.

Ciò indica che le concentrazioni plasmatiche di glutamina possono essere alterate in modo diverso a seconda dell’intensità e della durata di esercizio. Anche i dati sulle concentrazioni di glutammina nel sangue dopo l’esercizio eccentrico sono confusi, il che può riguardare direttamente i culturisti e il loro utilizzo di carichi pesanti. Sulla base delle riduzioni relativamente basse glutammina plasmatica che potrebbero verificarsi a seguito dell’esercizio, la supplementazione con glutammina, probabilmente non inciderebbe sulle cellule immunitarie.

Inoltre, diversi studi mostrano che la supplementazione di glutammina non modifica la soppressione del sistema immunitario indotta dall’esercizio fisico. In sintesi, una variazione dei livelli ematici di glutammina non sembra influenzare in alcun modo il sistema immunitario, e ciò esclude un eventuale utilizzo di glutammina per questo motivo.

Un’altra recente review di oltre 75 ricerche riguardanti l’effetto della glutammina in materia di immunologia e crescita muscolare, è giunta alla seguente conclusione: “Nel complesso, anche se, ovviamente, la glutammina svolge importanti funzioni metaboliche all’interno del corpo, l’integrazione non sembra offrire benefici consistenti o effetti terapeutici, tranne durante certe situazioni cataboliche. La disponibilità glutammina, pertanto, non sembra essere una limitazione in molte situazioni di competizione“.

Glutammina e sintesi del glicogeno

In base ad alcune ricerche citate, l’assunzione di glutammina sembra potenziare la risintesi del glicogeno a seguito dell’esercizio fisico. In realtà esiste uno studio che non mostra alcun effetto dell’ingestione orale di glutammina sulla ricostituzione del glicogeno a seguito dell’esercizio ad alta intensità.

Alcuni ricercatori non hanno trovato alcun cambiamento nella forza o massa muscolare in individui allenati con supplementazione di glutammina, rispetto a coloro che assumevano un placebo. È stato suggerito che gli studi che mostrano un migliore recupero mediante l’esercizio portavano ad una deplezione di glicogeno muscolare del 90%, mentre il normale allenamento coi pesi esaurisce il glicogeno muscolare solo di circa il 36%.

Ulteriori controversie

Nonostante la larga diffusione nell’ambiente sportivo, l’efficacia dell’utilizzo di glutammina potrebbe essere messo in discussione in base all’interpretazione di alcuni studi. È importante considerare il metodo utilizzato per ottenere glutammina nel corpo negli studi sull’uomo presentati.

Far arrivare la glutammina nel sangue e nei muscoli per via orale è più complicato di quanto si possa credere. È stato già menzionato il fatto che molte cellule del corpo utilizzano glutammina come substrato energetico. Una delle zone specifiche in cui le cellule assimilano glutammina è il tratto gastrointestinale. Infatti, quest’area può assorbire fino al 40% della glutammina nel corpo. In base a questo dato si può concludere che sia necessaria un’alta dose di glutammina per fare in modo che una buona parte riesca a passare il tratto intestinale.

Due studi eseguiti su soggetti che prativano l’allenamento coi pesi, con dosaggi di glutammina relativamente alti (0.3g/kg/d sulla massa corporea e 0.9g/kg/d sulla massa magra), non hanno segnalato alcun tipo di effetto collaterale. Il dato interessante osservato dagli autori di questi studi è che non c’è stato alcun effetto positivo dall’assunzione dell’amminoacido.

Un’importante review recente (Holecek, 2012) rivela i potenziali effetti collaterali della glutammina. Nel documento viene riportato che l’utilizzo dell’aminoacido può influenzare negativamente un certo numero di vie biochimiche e funzioni cellulari. Sono stati discussi diversi effetti collaterali:

  • Alterazione del trasporto di aminoacidi: poiché la glutammina condivide i trasportatori con altri aminoacidi, una maggiore assunzione di glutammina può alterare la distribuzione degli aminoacidi ai tessuti e il loro assorbimento nell’intestino e nei reni.
  • Alterazione del metabolismo della glutammina: la supplementazione di glutammina può compromettere la sintesi endogena di glutammina e aumentare la produzione di glutammato e di ammoniaca.
  • Alterazioni nel trasporto di ammoniaca: la supplementazione di glutammina può compromettere la disintossicazione da ammoniaca e influenzare negativamente il ruolo della glutammina come il trasportatore di ammoniaca tra i tessuti.
  • Anomalie nell’aminoacidemia: con la supplementazione di glutammina sono stati segnalati un aumento dei livelli plasmatici di glutammina, glutammato, citrullina, ornitina, arginina e istidina e una diminuzione dei livelli di valina, leucina, isoleucina, glicina, treonina, serina, e prolina.
  • Alterazioni del sistema immunitario: poiché la glutammina ha proprietà immunomodulanti, l’effetto del consumo cronico dell’aminoacido sul sistema immunitario necessita di essere valutato.
  • Effetto sulla crescita tumorale: Va chiarito se l’assunzione cronica di glutammina aumenta il rischio di cancro.
  • Effetto della sospensione della supplementazione di glutammina: a causa della risposta adattativa dell’organismo a un maggiore consumo di glutammina, sospendere la supplementazione dell’aminoacido può aumentare il rischio di problemi di salute derivanti da una sua carenza.

Holecek conclude che una maggiore assunzione di glutammina ha effetti collaterali significativi, e devono essere eseguiti studi a lungo termine per giustificare il consumo cronico di una dieta arricchita di glutammina. Poiché la supplementazione di glutammina porta a delle alterazioni significative dell’aminoacidemia, può alterare l’assorbimento degli amminoacidi e condivide i carrier (trasportatori) con altri amminoacidi, questo può avere delle implicazioni anche nell’attività sportiva. Le uniche ricerche dirette che ne testavano l’uso in concomitanza coi pesi non hanno trovato riscontri positivi, e ciò mette altamente in discussione l’utilità della supplementazione di glutammina nel contesto dell’esercizio coi pesi.

Glutammina e pesi

Uno studio (Antonio et al., 2002) ha esaminato l’effetto dell’ingestione acuta glutammina sulle prestazioni nel sollevamento pesi Questo studio ha esaminato il potenziale effetto tampone della glutammina sulla produzione di acido lattico durante l’esercizio coi pesi (fino al cedimento muscolare). Un’ora dopo l’ingestione di glutammina (0.3g/kg), l’ingestione glicina (0.3g/kg), o l’ingestione di un placebo, i soggetti eseguirono 2 serie di leg press (al 200% del peso corporeo) e panca (al 100% del peso corporeo).

Ciò equivale a una media di ~23g di aminoacidi ingeriti tutti in una volta, ma non sono stati segnalati disturbi al tratto gastrointestinale. Ogni soggetto ha consumato uno dei tre supplementi prima dele tre sessioni di prova separate da una settimana. Non vi è stato alcun effetto della glutammina sul numero di ripetizioni eseguite rispetto all’ingestione di placebo o di glicina. Questi risultati indicano che una dose elevata di glutammina ingerita prima dell’esercizio non ha effetti sulle prestazioni nel sollevamento pesi su soggetti allenati.

Ma la glutammina non avrebbe alcun effetto neppure sull’aumento della massa muscolare e sulla forza. Lo studio successivo (Candow et al, 2001) testò il consumo di glutammina da parte di soggetti allenati, i quali consumarono 0.9g/kg sulla massa magra (in media 45g al giorno), o un placebo, in 2 dosi separate. Al termine di un periodo di 6 settimane, non ci sono state differenze in termini di forza massima su squat o panca tra i gruppi. Non ci furono differenze neppure sul guadagno di massa magra durante il periodo di studio. Questo studio è particolarmente degno di nota, poiché vennero utilizzate le più alte dosi di glutammina mai studiate per questi scopi.

Un caso in cui la supplementazione di glutamina può essere utile per i bodybuilder è nelle fasi di dieta a basso contenuto di carboidrati. La glutammina può non solo essere convertita in glucosio, ma può anche avere un effetto anapleurotico. In altre parole, può alimentare gli intermedi metabolici, in questo caso ATP (particolarmente importante in carenza di carboidrati).

Glutammina e pH

La glutammina può presentarsi utile per regolare il pH ematico, cioè il livello di acidità nel sangue o la concentrazione di ioni idrogeno (H+), comportandosi indirettamente da buffer, cioè da sostanza in grado di tamponare l’acidità. La glutammina viene utilizzata dal rene per sintetizzare ammoniaca. Le molecole di ammoniaca accettano spontaneamente protoni e sono escreti come ioni ammonio, e l’escrezione di ammonio elimina così i protoni e mitiga l’acidosi. Quando il pH ematico è basso, la glutammina viene ricavata dai muscoli.

Questo è il motivo per cui l’acidosi scarta glutammina muscolare. Una volta raggiunti i reni, la glutammina viene convertita a bicarbonato. Esiste la possibilità che l’assunzione di un integratore di glutammina sia capace di equilibrare il pH risparimando la glutammina dai muscoli. In un noto studio condotto da Welbourne et al. (1998), l’assunzione orale di 2 grammi di glutammina aumentò la produzione di bicarbonato del 20% dopo 90 minuti. La glutammina ha dimostrato anche di aumentare l’escrezione renale di acido del 10%. Sembra che, rendendo il sangue più alcalino, la glutammina stimoli il naturale rilascio del GH.

I pregi effettivi

Sebbene la sua efficacia nell’esercizio coi pesi non sia stata effettivamente confermata, la glutammina può rivelarsi utile in alcune circostanze.

Uno studio dimostrò che l’iniezione di glutammina a seguito di trattamenti con glucocorticoidi (cioè steroidi catabolici come il cortisolo) può aumentare la sintesi proteica nel sistema gastrointestinale dei cani. Tuttavia, l’eliminazione non-ossidativa di leucina, un marker della sintesi proteica, è rimasto invariato nel gruppo trattato con glutammina (Humbert et al., 2002). Esisterebbero molte interpretazioni di questi risultati, ma si può dire che la supplementazione di glutammina può migliorare la sintesi proteica in alcuni tessuti dopo il trattamento con glucocorticoidi. Infatti, il trattamento con glucocorticoidi è un campo in cui l’integrazione di glutammina può davvero rendersi utile.

Un altro studio sui ratti, sempre con somministrazione di corticosteroidi, sostiene questa tesi. Anche se l’infusione di glutammina non ha avuto alcun effetto sulla sintesi delle proteine ​​muscolari nei topi non trattati con il cortisolo, c’è stato un effetto benefico nei ratti trattati con glucocorticoidi. Infatti, l’infusione glutammina ha effettivamente attenuato oltre il 70% del deperimento muscolare causato dalle iniezioni cortisolo (Hickson et al., 1995).

Anche in altre condizioni cataboliche (come la sepsi), l’assunzione di glutammina può essere utile. Una review scientifica concluse chiaramente che “il maggiore apporto di glutammina ha portato a una minore morbilità settica in alcune popolazioni di pazienti in condizioni critiche” (Boelens et al., 2001). Ciò significa che le persone con determinate condizioni cataboliche mediche possono vivere più a lungo durante l’assunzione di glutammina. Prendendo ciò in considerazione, è risaputo anche che l’AIDS può essere associato a perdita di massa muscolare. Recenti evidenze hanno teso a dimostrare che l’integrazione di glutammina può attenuare l’atrofia muscolare indotta dall’AIDS.

Nel complesso, questi studi dimostrano che la glutammina potrebbe essere molto utile per il mantenimento della massa muscolare durante il trattamento con corticosteroidi e in alcune condizioni gravi. Tuttavia l’allenamento fisico non può rappresentare un caso paragonabile e uno stress così intenso da simulare una condizione fortemente catabolica, tenendo presente che i soggetti patologici sono in condizioni critiche a causa del loro catabolismo.

Conclusioni

  • l’effetto di idratatore/volumizzatore cellulare è stato dimostrato solo sui ratti
  • l’aumento della sintesi proteica muscolare è stato dimostrato solo in alcuni casi in vitro sui ratti, ma è stato smentito in vivo sui ratti
  • le ricerche sull’uomo sano non confermano un miglioramento della sintesi proteica
  • l’aggiunta di glutammina ad un mix di amminoacidi o amminoacidi e carboidrati non favorisce una maggiore sintesi proteica
  • l’effetto anticatabolico è stato dimostrato solo in vitro sui ratti, o in casi patologici, operazioni chirurgiche, o digiuno prolungato sull’uomo
  • può avere un leggero effetto anticatabolico se assunto con carboidrati e amminoacidi essenziali dopo l’esercizio aerobico
  • uno dei pregi più rilevanti in ambito sportivo può essere una minore incidenza ad infezioni assumendola a seguito di un superallenamento fisico aerobico (maratona)
  • questo effetto potrebbe essere ottenuto anche in seguito all’esercizio coi pesi, dove è stato notato un transitorio abbassamento delle difese immunitarie
  • assunta con una bibita zuccherata ha dimostrato di elevare notevolmente i livelli di GH in soggetti di mezza età
  • è in grado di modulare il pH e l’acidità del sangue favorendo la funzione renale e l’espulsione di acido
  • non ha effetti sulle prestazioni nell’esercizio coi pesi o sul guadagno di massa muscolare anche ad alti dosaggi
  • ha dimostrato di potenziare del 50% la risintesi del glicogeno post-esercizio rispetto all’assunzione di altri amminoacidi o integratori salini
  • alcuni studi suggeriscono che possa favorire una risintesi del glicogeno analoga all’ingestione di carboidrati nel post-allenamento
  • altri studi non rilevano alcuna capacità di favorire una maggiore risintesi del glicogeno
  • la glutammina assunta con un integratore glucidico e amminoacidi essenziali non risulta in una maggiore risintesi del glicogeno muscolare
  • la glutammina assunta in combinazione con un integratore glucidico può favorire la risintesi del glicogeno al di fuori del muscolo scheletrico, in particolare nel fegato
  • sono stati segnalati diversi effetti collaterali in relazione ad alcune vie biochimiche e funzioni cellulari dalla sua supplementazione
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