A fine settembre mi sono fatta male. Prima sbattendo l’avambraccio contro un gomito altrui, poi ho sentito una fitta allucinante al palmo della mano. Il dolore è andato avanti per mesi. Non riuscivo nemmeno a lavare i pavimenti senza lacrime agli occhi.
Poi il buio ed il freddo. Non è facile scendere in palestra dopo essere rientrati a casa, quando l’unico desiderio è la doccia bollente.

Adesso cerco di rimettermi in pista, almeno finché resta l’ora legale.
L’esigenza di stringere la cinta mi impone il non rinnovo delle spese sportive dei ragazzi. Dovranno adeguarsi alle risorse disponibili che a ben vedere non sono poche. Non tutti hanno la fortuna di avere una palestra come la nostra. I nuovi acquisti sono stati ragionati in funzione del loro programmino. Semplice ma quanto basta per farli giocare e scatenare. Tra interno ed esterno lo spazio non ci manca.

Io ho intenzione di lavorare sulla forza, col bilanciere. Per il mio ego.
Il resto degli attrezzi mi serviranno per fare cardio e per la ricerca del “bruciore” che tanto mi fa star bene.

In 6 mesi di stop il mio corpo non è cambiato di una virgola. Sono solo dimagrita un pochino. L’ho sempre detto che, pesi o non pesi, io sono sempre uguale. Ergo, mi alleno di mer.da.

Vado. Chiamatemi e taggatemi che vi leggo tutti.