Citazione Originariamente Scritto da Tonymusante Visualizza Messaggio
questo non è del tutto esatto alvinlee e non te lo dice un fisico ma... un giurista ed umanista nonché powero lifter.
Prima o poi bisogna iniziare ma di solito, per prassi ed educazione civica, si entra in una comunità presentandosi, raccontando qualcosa di se e facendosi gradualmente conoscere; perlomeno gran parte di noi lo ha fatto in punta di piedi.
Dopodiché, quando si è ormai parte integrante del gruppo, si disquisisce pure di quadratura del cerchio, integrali tripli o - per coloro che amano gli studi classici - del divenire eracliteo.

Avevo cercato la sezione presentazioni, ma non sono riuscito a trovarla! E come ha detto musashi, sentivo "forte" l'argomento per via di quello che studio (gli unici altri forum ai quali sono stato iscritto sono forum di matematica), quindi mi è sembrato naturale partire da qui, come primo step..

Comunque rimedio subito: mi chiamo Tommaso, ho 25 anni, sono all'ultimo anno della laurea magistrale in matematica, mi sono imbattuto in questo forum da quando, da circa un anno (settembre 2013), ho iniziato ad allenarmi in modo costante con la ghisa (prima avevo fatto qualche mese di palestra insieme al karate, che ho praticato per 2 anni, ma erano allenamenti confusionari e senza uno schema).
Mi piacciono gli allenamenti della forza e mi alleno ponendo l'enfasi sui 3 big, direi in "ottica powerlifting" ma non mi ritengo certo un powerlifter, essendo poco più di un principiante. Ho letto molti degli articoli di Ironpaolo (se si può dire) e anche grazie al suo approccio scientifico mi sono avvicinato a questo mondo.
Sono alto e longilineo, 1.85, partito sottopeso (70kg) e attualmente pesante 77 kg (d'inverno qualcosa in più).

Mi scuso se sono entrato a gamba tesa, non era mia intenzione, spero di trovarmi bene qui

@Musashi:
ho capito cosa vuoi dire, ma rimango dell'idea che per dare (come vuoi fare te) un'idea anche solo qualitativa (e non quantitativa) del perchè sulla pressa si ha un vantaggio meccanico, si dovrebbe prescindere dall'accelerazione, dato che al variare di questa la differenza cambia troppo, e l'accelerazione varia MOLTO durante l'esercizio: parte positiva, diventa negativa, se c'è uno sticking point poi torna addirittura positiva per ridiventare negativa e infine zero, quindi i risultati in Newton che hai calcolato (relativi a a =1 m/s^2, o a qualunque altra costante) non danno un'idea dello sforzo che facciamo durante l'esercizio, né della forza che dobbiamo esercitare per muovere il carico, ma solo dello sforzo in un ben preciso istante (quello in cui l'accelerazione è 1 m/s^2), diciamo, sparo numeri a caso, da 0.34 secondi a 0.35. Quindi in quel centesimo di secondo devi esercitare quei tipi di forze diverse nei due esercizi, su questo non ci piove, ma nel centesimo di secondo successivo avrai una differenza diversa, e così via, per tantissimi istanti, ottenendo ogni volta differenze diverse.
Come fai a ottenere un risultato unificante, che consideri tutta l'esecuzione, e che è quindi quello che ci serve per la nostra analisi anche solo qualitativa? Mediando. E il modo giusto anche secondo me (che ho dato fisica I diversi anni fa) è integrando, cioè considerare il lavoro. E mediando le accelerazioni ottieni a =0, appunto perchè a volte è positiva e a volte è negativa, che è la formula di fab delta (mettendo a=0 nelle tue formule puoi semplificare le g)

E il fatto che con questo approccio alla fine si arrivi a una formula semplicissima, che racchiude solo cioè che è discriminante fra i due esercizi (l'angolo diverso), cioè
C_squat=C_pressa X 0.707
è una conferma della sua bontà.

Anche con le tue formule ottieni risultati concordi (cioè pressa più favorevole dello squat), ma quelle formule non descrivono (neanche qualititativamente, cioè ignorando attriti, mettendoci nel mondo puntiforme, ignorando la biomeccanica ecc., a mio avviso) le forze esercitate dall'atleta durante l'esecuzione, la fatica che lui fa, il perchè SENTE lo squat più pesante della pressa.