Coppa Italia - Terni 17.10.2015 - Senior -52 kg
Fran, ci sei o ci fai?
Ho passato le ultime due settimane con l’incubo del peso. Evidentemente in calo, la bilancia continuava comunque ad impennarsi così per non rischiare mi son presentata, sabato mattina, ai minimi termini.
Venerdì giornata infernale ed interminabile, tra bambini e scuole, spesa, pulizie, viaggi in macchina e ritardi dei treni con coincidenze a rischio, iniziata alle sei del mattino e conclusasi alle prime ore del giorno dopo.
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Sono stati giorni difficili e al peso mi tolgo il peso, in tutti i sensi, del peso, con 50,64 Kg ma scendo dalla bilancia ancora appesantita da affetti turbati a causa proprio di questa mia avventura nel PL.
Finalmente mangio ma resto stordita, assente, avvolta dal torpore. La caffeina tarda a fare effetto.
Il mio warm up è veloce, si arriva subito al mio peso d’entrata e nonostante Giovanni, carico come solo un condottiero sa essere, mi sproni, io rimando come posso fino all’ultimo (bel soldato che sono, una specie di viaggiatore portoghese del PL).
Però c’è anche un però! Io non sottovaluto i miei cali di concentrazione: non essendo abituata ad avvicendarmi al rack, come avessi 4 anni riesco ad essere presente per pochissimi minuti nei quali, a casa, mi scaldo e parto col wo. Il Mister mi conosce, sa già tutto, m’ha presa in squadra sapendo che mi spiccio perchè i bambini ed i gatti aspettano che la mamma finisca per abbracciarla sul divano, sa che la mamma non vuol farsi mancare le coccole serali.
Nell’area riscaldamento girano tante, troppe persone, tutto rallenta, mi distraggo e mi rilasso. Mi guardo attorno e vedo le atlete, le osservo prepararsi, caricarsi, scaldarsi. Inizio a chiedermi per quale motivo io mi trovi lì in mezzo, ho perfino paura di disturbare (… scopro così di essere una che “frega la sedia”! Sarà, ma per me una vale l’altra e ce ne sono così tante, tutte bianche, tutte uguali e tutte lì in mezzo disposte senza –apparente- senso, tutte vicine l’una all’altra…).
La mia gara non è attrezzata se non per stacco: squat con fasce senza corpetto, panca raw. Sono la prima del gruppo a salire in pedana, come prevedevo, ma non con lo stacco (con mia grandissima sorpresa).
Per l’ultima alzata di squat in prova, a 70 kg, Giovanni mi fascia. Salgono bene. Mi sento a casa. Entro a 80, ancora le fasce “morbide” anche se non certo come quando me le metto da me. Prova valida con un rosso. Li sento leggeri, chiamiamo gli 87,5 già fatti a casa nell’ultima sessione. Questa volte le fasce fanno male, comprimono un qualcosa nella gamba destra, come già accaduto a casa una delle prime volte che me le mettevo, mi parte il ginocchio e resto sotto. In terza prova li tiro su ma per un’indecisione (l’affondo mi si dice sia corretto) prendo la nulla. Chiudo con 80 kg imbarazzanti, visto che raw ne ho fatti 85 in gara ….
Panca inizia malissimo, perché in prova non sono riuscita a staccarmi da sola il bilanciere con 35 Kg! Se queste son le premesse… Getto emotivamente la spugna e già mi sento in treno, di rientro. In compenso mi torna il sorriso perché, sentendomi fuori gara, non ho più da preoccuparmi. L’atmosfera è ormai da wo del sabato pomeriggio in casa mentre stendo la sfoglia per i croissants che il mio Alberto si mangia a merenda nel dopo scuola.
Giovanni, Roberta e Teresa stringono i pugni, <<dura, compatta!>> Io annuisco ma penso solo al “vai, fai, esci”.
42,5 e 47,5 fatti mille volte a casa salgono (visto il penoso squat, non posso nemmeno dire che “ci mancherebbe…”).
50 Kg in terza, mai saliti. Vado sapendo che non riuscirò ad alzarli, perché solo un mese prima non si son mossi dal petto ed a casa l’ultima sessione con le singole da 47,5 kg non è stata poi così scontata.
Mi setto e faccio la furbata di non appoggiare il sedere sulla panca; mi limito a sfiorarla, cosa che mi ha aiutata in altre circostanze casalinghe e tirar su meglio. Peccato che, cercando il leg drive, il sedere si alzi e, con lui, i 50 kg così come i 3 rossi. Nulli ma esco soddisfatta, perché lì non lo sa nessuno ma la mia impresa io l’ho fatta! Se li ho schiodati dal petto, a bw 50,64 kg, se son finalmente saliti anche se non validi, alla prossima li porto a casa ed ho già lo sguardo ai 52,5.
Cosa resta? Stacco. Non conosco le intenzioni di Giovanni che, non avendo nulla da perdere, mi comunica: 90-100-110. 110??? Ma se a stento ho fatto i 100, mezzi infilati?
90 e 100 salgono bene, senza intoppi, anche se tutti vedono che io non chiudo mai il bilanciere tra le mani. Eh già, io lo so il motivo, per me è la normalità. Io non riesco a chiudere i pugni, da sempre. Lo judo ha leggermente migliorato una condizione penosa; adesso, per lo meno, serro la mano anche se non stringo.
I 110 li vedo lontanissimi ed mi accingo ad entrare col sorriso imbarazzato di chi sa che chiuderà in bellezza con un’altra nulla. Non fosse che Roberta mi fulmina e a denti stretti, impaurendomi, mi dice incaxxata: <<li voglio>>. Mi sale l’ansia, mi ha guardata dritta negli occhi e pretende l’alzata. Non so Giovanni cosa ha visto, cosa ha percepito, sento solo che le chiede se vuole entrare al posto suo. Io cammino verso il tappetino perché, dietro consiglio, mossi i piedi in passerella mi rendo conto che tutto il borotalco che c’è in giro è attaccato alle mie ballerine e se già 110 son +10 rispetto alle mie prove, ci manca solo che scivolo e mi cappotto con il bilanciere in mano.
Finalmente mi concentro (mi sembra giusto, a gara finita…). Mi metto davanti al bilanciere e mi dico <<forza Fran, sono solo 100 kg, 100! Li hai appena fatti, sono leggeri, 100!>>. Afferro, respiro, parto e sì, iniziano a salire. Continuo a tirarmi su, mi si apre completamente la mano sinistra e parzialmente la destra. Tengo il bilanciere con le falangette, a manca, e da un momento all’altro può piombare a terra. Procedo, tremando e cercando di non aiutarmi con le cosce. Da una posizione assurda, bassa, in qualche modo chiudo. Giù, stando attenta a non perdere il bilanciere che ancora resta incastrato per miracolo, 2 luci bianche! Validi.
In realtà, a mio avviso, son validi tanto quanto i 50 di panca … ma se 2 giudici me l’hanno data buona, non posso che rimettermi al loro volere.
Il bilancio è chiaro. Mi butterei in pasto ai leoni per il pessimo umore e lo squat, piccola grande rivincita coi 50 kg di panca che inseguivo da giugno anche se da formalizzare, grande emozione per lo stacco che non solo non è il “più leggero” della gara, ma è ora da fissare e superare.
Pur nel delirio più totale non posso non godermi la gara dell’oro (qualcuno aveva dubbi?) Valentina Power Thai ed osservare le altre atlete.
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Sono arrabbiata per non essermi goduta la mia prima Coppa Italia per l’ombra che mi portavo dentro. Ho lasciato che i pensieri avvolgessero la mia voglia di esserci ma qui non finisce, col cavolo che mollo. La carica del Mister Tony Musante, lo sguardo di Roberta Power Lilly, l’abbraccio di Teresa Lady Terry, la grinta di Valentina Power Thai, la generosità di Giuseppe e Claudio … sono assolutamente da vivere. Ormai mi conoscono, con tutte le mie stranezze, col mio essere terra d’oltre mare, con i miei usi e consuetudini che rendono caratteristica la mia presenza nelle competizioni ufficiali e, se non si vergognano di avermi in squadra, per me è solo un onore indossare la loro stessa maglia che, tra l’altro, mi stava anche bene
Adesso ho un solo grande desiderio: ricominciare col nuovo programma.
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