Ciao ragazzi,
apro la discussione con la speranza di suscitare in tutti voi la voglia di dare una spiegazione a qualcosa che a me è evidentemente di difficile comprensione non essendo un tecnico.
Si è detto (e io ne sono convinto) che soprattutto agli inizi bisogna dare importanza agli esercizi fondamentali.
Grazie a questo approccio si aumenta sensibilmente la forza e la massa muscolare. Inizialmente e partendo da zero i risultati arrivano per tutti fino allo stallo. Poi il resto è cosa nota e dibattuta.
Bisogna anche dire che siamo tutti particolari e che ciascuno di noi ha delle caratteristiche.
Fermo restando che ciascuno di noi ha la propria genetica e più di tanto non si può fare, è corretto pensare che se io ho un atteggiamento di "Qlo vuoto" posso andare a lavorare sulla mia condizione in maniera un po' più mirata usando degli esercizi complementari? (che poi sono anche esercizi che cercano di migliorare la postura).
Lo dico meglio (spero): lo squat coinvolge praticamente nella loro totalità le gambe (oltre che il resto del corpo). Glutei compresi. Probabilmente se fossimo perfetti come nei libri di anatomia non ci sarebbe poi bisogno di andare a colpire i glutei con un esercizio specifico perchè magari nel nostro allenamento settimanale abbiamo sessioni di squat/stacco che allenerebbero a sufficienza il distretto in questione.
L'importanza del complementare è da considerare soprattutto perchè siamo imperfetti?
Oppure dobbiamo ricercare la perfezione del gesto tecnico sul fondamentale perchè è quello che attiverebbe a dovere i distretti muscolari?
La via del complementare sembra quasi più facile: mi scelgo un esercizio per "isolare" il muscolo, lavoro sulla parte interessata e mi sento anche mentalmente appagato.
Lavorare di tecnica su un grande fondamentale richiede uno sforzo fisico e soprattutto psicologico notevole. E spesso è frustrante.
Devo aver scritto un mucchio di stronXate...vedete voi
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