beh... diciamo che essere accostato, per quanto concerne l'esperienza biomeccanica, a due medici del forum mi lusinga ma lo reputo un onore ed una fama del tutto immeritati, da vetusto leguleio umanista quale in realtà sono nella vita quotidiana.
Tuttavia, come atleta specialista della bench press, tecnico di powerlifting ed arbitro nazionale della disciplina, posso provare a dire la mia perlomeno "sul campo", ovvero a livello pratico ed esperienziale, laddove Claudio e Wildcat potranno aggiungere qualcosa dal punto di vista scientifico in relazione a leve e vettori.
Direi che l'affermazione del "numeretto" (prima o poi proverò a comporlo al telefono per vedere chi mi risponde) non mi trova affatto concorde, non per partito preso o opinione personale ma per la semplice e inequivocabile osservazione dei fatti.
L'inarcamento della schiena è, come noto, un tipico strumento dei PL nella bench press, per ridurre le distanze dal torace alla fine dell'escursione, assumere un setup economicamente vantaggioso e quindi, in generale, ottimizzare la riuscita nell'esercizio. D'altra parte, è altrettanto indubbio che nel regolamento internazionale IPF - che poi è il più diffuso e l'unico accettato a livello di mondiali e competizioni riconosciuti dal CIO - esiste l'obbligo da parte dell'atleta di aderire alla pedana di gara con tutta la pianta dei piedi, non sollevando di essi alcuna parte (talloni, esterni ecc.)
In questo le terne arbitrali sono particolarmente attente e, prima ancora di invalidare una prova, non consentono neppure la partenza, restando gli arbitri laterali con il braccio alzato.
Allora delle due l'una: o si stabilisce che l'inarcamento della schiena da parte degli atleti IPF è minimo e, pertanto, consente detto appoggio dei piedi ma, francamente, mi sembra in contrasto con tutto quanto si dice riguardo agli agonisti del PL, che appunto utilizzano tale tecnica per incrementare i massimali; oppure è evidente che l'arco lombare (attenzione i glutei non si devono alzare) e l'appoggio plantare completo siano possibili, adottando ovviamente posizioni specifiche (ciascuno di noi panchisti ne privilegia qualcuna) ed allenandosi gradualmente e con pazienza ad un confortevole ed ergonomico settaggio in tal senso.
E' altrettanto ovvio che se poi si fa riferimento a gare, filmati ed immagini in genere delle Federazioni americane (il Westside ad esempio fa parte integrante di esse), dove i regolamenti sono più morbidi nonchè di gare strongman o non omologate IPF, si troveranno senza dubbio piedi parzialmente sollevati, come pure assenze di fermi al petto, alzate più ingenti in termini di carichi ma molto contestabili sul piano tecnico e di procedura regolamentare, attrezzatura altrimenti non omologata in contesti diversi.
Sicuramente in tutti questi casi l'arco sarà ancora più estremizzato (e probabilmente non solo quello ma pure il ponte dei glutei), tuttavia non ci stiamo più riferendo a quella realtà che invece vede coinvolti oltre 150 paesi e che, tramite l'International Powerlifting Federation, sta cercando di terminare l'iter per l'inserimento del powerlifting come sport olimpico (già ha ottenuto un primo riconoscimento che gli permette di disputare i World Games del CIO), prima in veste di sport dimostrativo e infine a tutti gli effetti nel programma olimpico.
Assistendo comunque alle gare FIPL in Italia o a quelle del medesimo circuito EPF in Europa o IPF nel mondo, non mi sembra si possa affermare che i campioni e gli atleti della bench press non effettuino l'arco dorsale (in maggioranza chiaramente tra le categorie medio leggere e tra le donne, sempre per ovvi motivi biomeccanici e di morfologia su cui non mi compete soffermarmi) ed altrettanto non credo si possa discutere sul fatto che non rispettino il regolamento circa l'aderenza al suolo di tutta la pianta dei piedi, pena l'inevitabile nullità dell'alzata.
Se dunque entrambe le cose (arco e piante dei piedi a terra) si verificano numerose e con costanza nei vari contest nazionali ed internazionali, è evidente che ciò debba essere compatibile con i diversi somatotipi e dalle leggi della natura.
Riguardo infine all'opportunità o meno di consentire il cosiddetto arco lombare in una manifestazione agonistica e compatibilmente con i regolamenti federali, mi riservo di esprimere il mio modesto punto di vista in un successivo intervento per non dilungarmi oltre e.....annoiarvi troppo.
Goodlift
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