
Originariamente Scritto da
Tonymusante
Attenzione Doom che io non affermo niente.

Non sono io a dire che l'arco lombare costituisca un mezzo di settaggio vantaggioso ma la gran moltitudine di eccellenti panchisti che lo utilizzano a tutti i livelli.
Dal canto mio, utilizzo senz'altro un discreto arco che tuttavia non può davvero essere considerato estremo rispetto a quello di altri atleti, te compreso che lo hai sicuramente più pronunciato; basta vedere il video della mia ultima gara al "Bertoletti" per verificarlo.
Però, dal momento che non misuro su me stesso vantaggi e svantaggi, dico solo che se una tecnica è usata da un'ampia maggioranza, sia pur di uno sport di nicchia, non può trattarsi di una particolare caratteristica propria di talune tipicità morfologiche ma, al contrario, deve essere un elemento foriero di migliorie per una vasta scala di fruitori, aldilà dell'impegno, delle difficoltà e del tempo necessario ad acquisirlo ed oltre le ovvie differenze strutturali che pure persistono da atleta ad atleta.
Del resto la stessa cosa può dirsi per altri sport: per qualcuno potrebbe risultare scomodo correre con i chiodi sul tartan o partire accovacciato dai blocchi, ciò non toglie che per la maggioranza dei velocisti non lo sia.
Poi chiaramente esistono - per fortuna - differenze e personalizzazioni che ci contraddistinguono; come tecnico ho ragazzi che adottano l'arco in forma pronunciata ed altri che lo sfruttano volontariamente molto meno, che utilizzano la massima ampiezza di impugnatura consentita sul bilanciere o che ne preferiscono una meno larga, che si trovano meglio con un tipo di maglia o con un altro modello, che usano la cinta da PL o che preferiscono il cintino da bench presser, un tipo di scarpe più alte o con tacco oppure no.
Questo però fa parte della bellezza del conoscere e conoscersi, sperimentare e mettersi alla prova, confrontare, crescere, perfezionarsi mantenendo al tempo stesso la propria individualità ed il proprio temperamento; significa saper ascoltare il proprio corpo come pure rubare con gli occhi, ascoltare i consigli di un coach o di chi ti vede dall'esterno e cionondimeno mantenere la propria autonomia.
E' il bello dello sport agonistico e tu, nello specifico del powerlifting ed aldilà di tue esperienze pregresse, hai già avuto modo di apprezzarlo: il mio augurio è che continui a farlo a lungo in questo nostro piccolo ma elettrizzante ambito, così da poterci incontrare e salutare all'ingresso in pedana o su di una panca del backstage.

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