nel mentre che noi discutiamo su quanto il wall squat sia "esportabile" nel movimento di squat, arrivano i primi esempi italici dello squat norvegese.
nell'ultima sessione di allenamento, gagan ha cambiato completamente il suo modo di squattare. presumo che la modifica derivi da un'indicazione di ado gruzza, che è il suo tecnico di riferimento ed è colui il quale sta spingendo di più verso questa tecnica, perlomeno da quel che se ne sa navigando in rete (tra un po' fo la gazzetta del powerlifting, con i rumors)
non sappiamo se la modifica è provvisoria, e se sia orientata unicamente a perfezionare alcuni elementi della tecnica. non conosciamo insomma ulteriori particolari. se segnalo la cosa in questo thread non è per il gusto del pettegolezzo (stavo scherzando sulla gazzetta del pl), ma perché non avevo ancora avuto occasione di vedere un'esecuzione alla norvegese così accentuata, o se l'ho vista non ho capito che era di quel tipo. per chi avesse voglia di cercare, in norvegese squat si scrive bøy, basta copincollare il termine su youtube.
credo che serva comunque una premessa (per chi non è esperto del settore) su cosa sia questo squat norvegese.
gruzza, tecnico giovane e innovativo e attualmente molto quotato, venuto a contatto con colleghi e atleti norvegesi, scopre che lì la tendenza attuale è la ricerca di una verticalità della schiena quasi esasperata. parliamo in soldoni di uno squat "nuovo", con bilanciere sui trapezi e con uno stance larghissimo, molto somigliante a un wall squat o a uno squat plié.
per essere più chiaro vi metto i link.
questo è il "vecchio" squat di gagan: http://www.youtube.com/watch?v=zCKmJPqO-h0
e questo è il "nuovo": http://www.youtube.com/watch?v=iFsEezbWR7U
si nota in primis l'attenzione all'iperstensione della schiena, ma anche altre cose più interessanti.
pur tenendo presente che è la prima esecuzione che gagan fa di questo tipo, e che quindi sta "esplorando" con accuratezza il movimento prendendosi il suo tempo, osservate con attenzione come sia più che evidente la ricerca di mantenere il baricentro il più arretrato possibile, una ricerca così estrema che in discesa a più riprese gli si sollevano di un filo le punte dei piedi.
a me verrebbe da dire che in uno squat del genere il ruolo del soleo è fortemente ridimensionato, visto che non è più necessaria quella spinta iniziale per riportare indietro il baricentro e cercare di impuntarsi sul ginocchio quando è più arretrato. questo perché il ginocchio è già arretrato in ripartenza dalla buca.
cioè, gagan in buca si trova in una posizione in cui è bilanciatissimo sul baricentro, l'attivazione di femorali e glutei è già al massimo grado, e può tranquillamente impuntarsi sulle ginocchia senza aver bisogno d'altro.
è una posizione e un movimento molto poco "istintivo", che assomiglia straordinariamente al wall squat, in cui la ricerca dei femorali e della verticalità la fanno da padrone.
siamo abituati finora a due macrotipi principali di squat (ne abbiamo parlato a lungo):
- uno squat sui deltoidi, dallo stance quantomeno più largo delle spalle, in cui si cercano i femorali tramite il sitting back e in cui la schiena è per forza di cose più inclinata
- uno squat più "olimpico", con stance più stretto, bilanciere sul trapezio (o sulla spina), in cui la schiena rimane più verticale ma le ginocchia vanno più avanti.
ambedue hanno lati positivi e negativi. il primo permette di usare in maniera più efficiente i femorali, di poter sprigionare più forza, ma questa efficienza ha lo scotto che i principianti possono sbattere la testa sul muro una vita prima di riuscire a fare un sitting back come si deve. il secondo è più "naturale" o "anatomico" che dir si voglia, e quindi più semplice da imparare, ma richiede più precisione ed equilibrio perché lascia meno margine a un avanzamento del baricentro (un'eventuale schienata si paga di più, il bilanciere è più in alto e il trapezio è stretto, tutto è molto più instabile).
questo terzo tipo (per me nuovo, poi non so, educetemi) ha delle caratteristiche curiose. il bilanciere sul trapezio permette di (e obbliga a) mantenere la verticalità della schiena, ma lo stance molto largo fa sì che il bilanciere non sia troppo in alto rispetto al terreno (e quindi l'atleta si senta più in equilibrio, quantomeno sull'asse trasversale). il sitting back qui è davvero obbligato e senza margini, perché secondo me se schieni non la riprendi proprio, esattamente come nello stacco sumo (al quale somiglia molto), che non perdona l'avanzamento del baricentro (questioni di coppia d'anca, leggetevi ironpaolo che spiega questo aspetto molto chiaramente).
sicuramente necessita di caratteristiche fisiche particolari, bisogna lavorarci su. il caro tetsujin (è stato con noi per tutto il thread e quindi lo porto come esempio), che ha difficoltà nel wall squat o ha gli adduttori deboli, questa esecuzione non potrebbe certo adottarla in quattro e quattr'otto. servirebbe un periodo di adattamento lungo e molto mirato, e non è detto che poi ci riesca lo stesso (o che per lui alla lunghissima quel tipo di esecuzione sia più proficua di una delle altre due). lo stesso vale per me. di fatto questo squat è come il mio wall squat, ma con l'aggiunta del bilanciere sopra il trapezio (che non è un particolare trascurabile, insomma). ora come ora, penso che non potrei usare neanche 20kg sul mio wall squat; e varcare il parallelo, anche di pochi cm, sarebbe una vera impresa (qui l'attg non esiste, non è contemplato proprio per questioni biomeccaniche, c'è un punto in cui la discesa si ferma o l'atleta si apre in due e partorisce i suo intestini).
mi ricordo quando l'altro giorno tetsujin ha scritto che nel wall squat aveva sentito lavorare dei muscoli tra l'attaccatura dei glutei e quella dei femorali. ecco, questo è uno squat che si fa proprio con quei muscoli lì, con quelli "difficili", è tutto d'anca, come lo stacco sumo.
questo del video è in sostanza uno squat molto "raffinato" e "specializzato". assomiglia molto allo squat plié (gambe larghe, schiena eretta) di cui si parlava all'inizio del thread, con in più la difficoltà di dover alzare il massimo peso possibile. per chi volesse controbattere che gagan ha una bella esecuzione al primo tentativo e quindi tanto difficile non può essere, sottolineo che gagan è uno stacchista sumo e che ha già una discreta esperienza in questo sport. chi ha un sumo imperfetto questo squat non riesce a farlo bene al primo tentativo e neanche al secondo. in più i doms si presenteranno tutti all'inguine, miei cari, siete pronti?
insomma, alla resa dei conti, tra tanti lati negativi (specialmente per un principiante) il lato positivo che mi viene in mente è solo uno.
ma non è di poco conto.
nel wall squat, una volta inarcata a più non posso la schiena, e stirati femorali glutei ed adduttori fino a far male, una volta che si decide che è il momento di risalire, lo si fa di botto, in un colpo solo, con tutta la potenza della catena cinetica posteriore a servizio. la risalita dal wall squat è sempre potente, elastica, unitaria e automatica, tanto da sorprendere il novizio che approccia quest'esercizio (io). si fa tanta fatica a scendere ma nessuna a risalire.
se in questo squat norvegese è replicato lo stesso meccanismo (io non l'ho provato, io parlo del video che ho visto, ma pure galileo galilei parlava di "alcune affezioni" e ci insisteva parecchio - no non penso di essere galileo, al limite napoleone), allora potrebbe effettivamente essere un modo di fare lo squat che "paga" parecchio nel pl.
che dire, staremo a vedere
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