Sicuramente le girate le fanno. Anche perche' credo abbiano un insegnante di sollevamento pesi in sala.
Ma non basta, a quei livelli far fare le girate per essere un buon preparatore, anche se in italia, la pensano tutti cosi'. *non e' certo un limnite del rugby soltanto*. Anzi.
Solamente il rugby sarebbe uno sport dove una prepazione fisica pesistica adeguata farebbe miracoli sulla prestazione. Miracoli.

Ti riporto un pezzo di quello che sara' la dispensa di un seminario alla facolta' di medicina di Parma *corso di scienze delle attivita' motorie*> e parte dell'introduzione ai futuri corso allenatore FIPL che saranno in essere presumibilmente nella prossima annata sportiva *dopo l'estate*.
Perdona la lunghezza.

Già da anni nell’atletica leggera Squats, ogni tipo di distensioni e varie forme di Stacco da terra sono abbondantemente utilizzate. Abbiamo a noi piani di allenamento di formidabili Lanciatori della DDR che utilizzavano le Power Lifts con la stessa frequenza e intensità di un Powerlifter di qualificazione internazionale. Anche i velocisti è noto usino spesso gli esercizi del Powerlifting come coadiuvante per incrementare la forza esplosiva e la forza massimale (qualità che in seguito esamineremo).
L’utilizzo di questi mezzi allenanti all’interno delle specialità dell’atletica rende chiaro come per qualunque sport in cui doti come velocità, esplosività, forza di partenza, potenza, forza assoluta siano determinanti, nasce la necessità tale per cui i preparatori imparino tecniche e applicazioni delle alzate fondamentali.

La realtà è però più problematica di quanto possa apparire da questa nostra breve digressione. Per quanto sia vero che l’importanza delle Power Lifts sia universalmente riconosciuta, è allo stesso tempo vero come la potenzialità tecnico/fisiologica di queste alzate sia spesso soppressa da una montagna di disinformazione tecnica:
a) i preparatori provenienti da altri sport realmente preparati in materia ed in grado di insegnare e di inserire con criterio le alzate in un piano di lavoro sono veramente pochissimi, come si dice in questi casi: si contano sulle dita di una mano;
b) le Power Lifts sono generalmente associate ad un bruto e casuale sforzo massimale. La mancanza di una adeguata conoscenza tecnica fa si che nelle sale pesi di tutta la penisola queste vengano utilizzate senza alcun tipo criterio allenante. Per lo più vengono eseguiti sforzi ripetuti, lentissimi, circamassimali, dove l’inconsapevole atleta utilizza si e no il 50% delle unità motorie che potrebbe utilizzare (a causa di orrendi rimbalzi o strane peripezie articolari) se solo il preparatore fosse in grado di dare le giuste indicazioni tecniche d’esecuzione;
c) vedi punto b): una cosa che ogni Powerlifter ha perfettamente compreso è l’importanza della dinamica (velocità, esplosività) d’esecuzione. Paradossalmente se entrate in una sala pesi di una palestra di atletica vedrete i velocisti allenarsi in maniera assai più lenta e pachidermica rispetto allo stesso tipo di allenamento visto in una palestra di Powerlifters. Questo perché chi programma gli allenamenti di forza in Italia non ha generalmente le conoscenze adeguate;
d) fare forza spesso viene inteso come far stiracchiare qualche brutta e lentissima ripetizione con un carico casualmente pesante ai propri atleti. Attivazione, dinamica, massimo reclutamento delle unità motorie sono vocaboli quasi del tutto sconosciuti. (dire che basterebbe venire a vedere qualche gara nazionale per notare come anche con carichi per definizione massimali l’accelerazione abbia un ruolo vitale);
e) il mito delle alzate olimpiche. Come vedremo in seguito, queste sono una fonte fondamentale ed insostituibile per lo sviluppo di forza e potenza. Ma c’è un problema: nella stragrande maggioranza delle sale pesi nessuno riesce a fare Squat oppure Stacco da terra con una tecnica appena sufficiente. Per non parlare della Panca piana dove il numero di infortuni alla cuffia dei rotatori per anteposizione della spalla parla da solo. Bene, in questo panorama, pensate sia possibile insegnare almeno decentemente uno strappo o uno slancio? Imparare correttamente questi esercizi richiede anni di impegno per diversi allenamenti settimanali, sotto l’occhio scaltro di un coach capace.
Questo in Italia è nulla più che fantascienza. Per ovvi motivi di tempo, denaro e qualità umane. Il risultato: Rugbisti di 110 chili di peso corporeo che allenano l’esplosività con girate di potenza con 80 chilogrammi. Immaginate bene, che un atleta di quella struttura, con meno di 130 o più chili (peso che riescono ad usare pochissimi atleti) non dovrà certo adare ad attingere alla componente esplosiva per completare queste alzate, anche se queste sono, per loro natura, esplosive.
Nel concludere, torniamo al primo esempio, quello relativo al Bodybuilder natural. Possiamo aggiungere che, anche qui, a seguito di una pregevole intuizione verso l’importanza delle alzate di potenza non è seguita molto spesso, una corretta applicazione di queste. Fatto in sé che, vista la preponderante attenzione che questi metodi pongono sul sistema d’allenamento basato sui multiarticolari, rende l’incapacità di utilizzare correttamente questi potenti mezzi allenanti il primo motivo di fallimento per molti atleti natural. Se non si riesce ad arrivare ad un decoroso reclutamento motorio l’atleta è:
costretto ad utilizzare carichi troppo bassi, svilendo tutto il discorso sullo stress sistemico e sugli adattamenti ormonali;
oppure, non avendo mezzi tecnici per giudicare la qualità delle proprie alzate, l’atleta arriva via via ad un deterioramento tale di queste, al punto da creare altissimi tassi di stress articolari e sistemico, in relazione al pochissimo lavoro che va a cadere essenzialmente sul muscolo. Di qui la grande facilità nel cadere nell’overtraining.
Nulla è più negativamente stressante che cercare di incrementare i carichi in una alzata scorrettamente eseguita.