Occorre disciplinare in qualche modo la situazione: qualcuno di noi è da anni che lo va ripetendo.
In nessuna disciplina sportiva chiunque, quale che sia il suo livello o l'anzianità di tesseramento, ha accesso direttamente ad una fase finale nazionale; sarebbe improponibile oltre che ben poco presentabile da un punto di vista tecnico.
Un conto è garantire a tutti la possibilità di praticare sport anche agonistico e, di conseguenza, gareggiare nell'ambito dei circuiti ufficiali federali riconosciuti, un altro è garantire a tutti una finale di Campionato Italiano.
Pensate se a tutti coloro che piace partecipare ad una gara di corsa fosse consentito non la partecipazione alla Stramilano o alle gare in pista dei comitati provinciali ma la finale degli Assoluti all'Olimpico di Roma; oppure se tutte le squadre di calcio organizzate e affiliate alla FIGC giocassero, solo per questo, in serie A.
Sarebbe la fine di ogni criterio di competizione.

Chiaramente il powerlifting non ha ancora la struttura di sport maggiori e forse mai l'avrà, tuttavia i numeri attuali impongono di prevedere ed allestire almeno 2 o 3 selezioni interregionali, con partecipazione libera per chiunque, dalle quali poi selezionare coloro che si qualificano ad una fase finale. Questo parlando di raw, in quanto nel geared per ovvi motivi tecnici, di selezione naturale e di oggettive difficoltà pratiche i numeri sono inferiori, benché pur essi in crescita.
Vari motivi di natura economica ma anche di risorse umane hanno condotto a rinviare tutto ciò a momenti migliori e allorché il tetto attuale di partecipazione ed interesse si mostrasse ormai stabilmente consolidato.
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Nelle more di ciò si sarebbe forse dovuto imporre ad ogni società affiliata un tetto massimo di atleti da iscrivere e distribuire tra le diverse gare, in base a criteri da definire o predisporre due distinte fasi nazionali raw, una per gli atleti seniores maschili ed una per le donne e gli uomini master e juniores.
Il numero si sarebbe dimezzato in ciascuna competizione e, in ottica di preventiva organizzazione del calendario agonistico e quindi delle diverse tipologie di gara complete o di specialità da prevedere, sia raw che equipped, si sarebbe potuta trovare un'idonea allocazione.
Anche in questo caso non abbiamo forse avuto il coraggio di avviare un innovazione importante ed interessante ma pur sempre rischiosa, impegnativa per tempi e uomini, oltre che economicamente più gravosa per gli organizzatori e la Federazione.

Adesso però è tardi recriminare; godiamoci questo Campionato Classic più trofeo di panca, che promette in ogni caso spettacolo e numeri di livello ed auguriamoci che l'esperienza possa essere utile per gli indirizzi da seguire e la programmazione futura.

Goodlift a tutti