allora, in realtà avevo già spiegato prima, ma dato che mi hai invitato a spiegarmi meglio lo faccio (lungi da me crear flames
) però devo prenderla un po' alla larga e partire dall'inizio… ma proprio dall'inizio eh
(e io che non volevo parlare di religione…)
Vabbè, una delle differenze più grandi, se non la più grande, tra la cultura occidentale e le altre, in questo caso si parlava dei nativi americani, è la concezione del tempo e della creazione del nostro mondo, e con il tempo anche la nostra visione storica del mondo.
Una delle ipotesi più fondamentali è quella della nostra origine: una leggenda che parla di peccato, di punizione, e della perdita di un mondo fantastico e perfetto chiamato Paradiso (Primo libro di Mosè???).
L'uomo viene bandito da questo posto fatto di una vita armoniosa, inoltre lo fa peccaminosamente e per propria colpa. Dal momento in cui l'uomo viene bandito e costretto a vivere qua sulla terra, questo posto maledetto, inizia a combattere e pensare sul come tornare in questo posto favoloso, e generazione dopo generazione si allontana sempre più dall'Eden. sostenuto dal sogno di una innocenza perduta. Inoltre inizia a pensare anche un'altra cosa, su come riprodurre il mondo perduto sulla terra.
Questo passo è fondamentale, perchè la nostra concezione del tempo diventa lineare in primis, ed in secundis si allontana sempre di più dalla creazione stessa. Dal momento in cui Dio crea la terra e ci mette l'uomo si crea un punto fisso, dal quale continuare linearmente fino alla fine (il giorno del giudizio).
Se il tempo fosse stato ciclico, come in questo caso nella cultura dei nativi, Gesù avrebbe dovuto essere crocifisso di nuovo e per sempre, non ci sarebbe stata l'espiazione del peccato originale, e questa concezione è la chiave del nostro approccio occidentale per far sì che la realtà sia comprensibile. Questo non lo dico io eh, lo dice S.Agostino, se vi ricordate qualcosa dalle superiori, o se avete approfondito da soli sicuramente, non vi è nuovo questo concetto.
nella cultura indigena americana invece, questo peccato originale non esisteva, e non c'era niente per cui chiedere perdono o grazia, e la concezione stessa dell'uomo è appresa come parte integrante della terra, insieme agli animali, alle rocce, alle montagne, ai fiumi, etc etc etc. La terra stessa fa parte di loro, esseri viventi e conviventi con altri animali e creature, una concezione animista oso dire, che per definizione fa sì che tutto quello che ci circonda venga altamente apprezzato e rispettato.
La concezione giudeo/cristiana invece definisce la terra come il mondo in cui l'uomo deve stare a soffrire per punizione, e dove il peccato originale deve essere espiato… la terra è qualcosa da prendere, sfruttare, possedere, per ritrovare quella condizione perduta. In questo caso anche quando il cristianesimo agostiniano promulgava la povertà, la matrice giudea ha preso comunque il sopravvento grazie a una predisposizione all'arricchimento (e mi raccomando, non vorrei che le mie parole fossero travisate, si parla di quale tipo di cultura ha avuto l'impatto più grosso nell'occidente, si parla di conseguenze causa-effetto, e si parla delle origini della nostra comprensione della società e del mondo, in questo caso il capitalismo che è sotto gli occhi di tutti, non si sta accusando o discriminando nessuno, anzi si prova a capire). Mi spiego dicendo che per esempio un credente poteva avere commercio e prestare soldi o averi con interesse, ma non lo poteva fare con un altro credente (si chiamava legge del iustum pretium). Da notare infatti come il capitalismo abbia creato il protestantesimo e non il cattolicesimo... nonostante tutto, le chiese dei paesi cattolici sono bellissime e arricchite con molta arte, particolari d'oro, abbellimenti in genere, mentre una chiesa protestante è in genere abbastanza vuota se messa a paragone (da visitare se non ne avete mai vista una, è fantastico il lavoro di architettura e l'effetto che provoca quando si entra, me ne ricordo una in particolare a Trier in Germania).
Questo cosa significa?
Significa che il dover sfruttare la terra per ricostruire il paradiso terrestre, e sfruttare questo verso la ricchezza, ha cambiato il pensiero occidentale in maniera profonda, anche di chi non crede.
Inoltre aggiungo che da un punto di vista analitico, ogni comportamento è acquisito (Pavlov, Skinner). Questo significa che anche i valori che a noi sembrano palesi, giusti e intoccabili sono acquisiti attraverso degli stimoli ripetuti, consci o meno non ha importanza, magari non ce ne rendiamo conto. La voglia di avere sempre di più è uno di questi valori, ed io non credo che sia insita nell'uomo proprio per le ragioni suddette.
Quello che ho scritto si basa sulle basi che ho, date dalla mia educazione e sulle reminiscenze delle superiori che a volte riaffiorano (dato che già allora avevo i miei dibattiti a scuola certe cose son rimaste impresse
). Mancano di citazioni precise, ma chiunque può riscontrare quello che dico con un semplice search.
ps: Questo, specialmente per chi crede e che magari si sente coinvolto in prima persona (Domenico?), non è una critica diretta verso questa o quella religione o verso il credente, ma è soltanto un tentativo di spiegare il perchè le cose sono come sono.
Ai fini del post iniziale in realtà importa pochissimo, perchè si può essere in disaccordo sul come, ma d'accordo sul fine ultimo, ovvero quello di vivere rispettando e agevolando la diversità di lingua, cultura e religione altrui (pensate che tristezza sarebbe andare in India, o in Siberia, o non so dove e trovare persone uguali a noi, con lo stesso credo, con la stessa lingua, con lo stesso cibo etc etc…), e soprattutto quello di vivere insieme senza uccidere la madre di tutto, ovvero la terra/natura.
Ultima modifica di .:überfranz:.; 02-06-2014 alle 07:27 PM
Una volta ci si faceva il culo per vivere, ora è la vita a esser presa per il culo! [Heerokeem]
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