questo potrebbe anche esser dovuto al fatto che non sei un agonista.
In altri termini trasferisci nell'allenamento quell'ansia da prestazione che dovresti avere solo per la competizione; vai ad istinto, cerchi di tirare al limite, ti preoccupi se non ci riesci e pensi all'integrazione.
Se invece pianificassi un risultato a lungo termine, sia esso su di una pedana o solo in un test, avresti previsto comunque allenamenti con buffer, conducibili pure in condizioni fisiche non al top, che considereresti come tappa di passaggio nella costruzione di uno stato di forma.
Non affronteresti l'allenamento con l'ansia di dover conseguire qualcosa, non ti abbatteresti per la difficoltà sopravvenuta, trarresti tesoro e faresti esperienza dall'errore, controlleresti il sistema nervoso lasciandolo sovraeccitare solo in momenti prestabiliti, costruiresti dei risultati maggiori a lungo termine e più consolidati.
E' il motivo per cui in alcuni report o diari non trovi spesso segnalato il fallimento: non perchè l'atleta è superiore o non la racconta giusta ma semplicemente perchè, vivendolo proprio come un allenamento, si è posto nelle condizioni per limitare l'occasionalità di tale defaillance a situazioni sporadiche oppure al momento clou (non necessariamente una gara ma anche un test interno) nel quale gli sarà richiesto un quid in più di quello che avrebbe potuto manifestare in un sia pur proficuo e soddisfacente workout.




, mi innervosisco e la volta successiva sono da capo perchè sento su di me l'ansia da prestazione... mah passerà questo momento, intanto passo dalla farmacia e mi compro un barattolino di multicentrum e vediamo se mi tira su... 
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