Non sono completamente convinto che più peso voglia sempre dire maggiore coinvolgimento muscolare, più che altro direi che maggiore è il momento che si crea maggiore è la forza che il muscolo svilupperà. Questo semplicemente perchè i muscoli non sono collegati direttamente ai pesi ma i punti di applicazione delle forze hanno dei bracci rispetto alla linea di forza muscolare prodotta e quello che conta è il bilancio dei momenti (Forza per braccio) e non della semplice forza applicata. Se si allunga il braccio della forza applicata allora il muscolo dovrà per forza di cose sviluppare più forza perchè il braccio resta invariato.

Per sollevare più chili ci possono essere delle linee guida tecniche ma poi si dovrà sempre trovare la tecnica che favorisca la struttura dell'atleta, cioè riuscire a trovare i bracci delle forze applicate e muscolari più favorevoli in modo tale che i muscoli debbano sviluppare meno forza possibile per spostare lo stesso carico.
Inoltre si aggiungono elementi di flessibilità e ROM articolare dati dalla propria struttura ossea e dalla flessibilità delle strutture muscolari e ligamentose (ovviamente intendo uno squat sotto il parallelo). Per permettere di sviluppare la maggiore potenza possibile da un muscolo bisogna essere in grado di attivare il più alto numero di unità motorie possibili e arrivare alla posizione ottimale di allungamento, in modo tale che le miofibrille siano nella posizione di lavoro migliore; però non tutti hanno la stessa lunghezza muscolare e c'è chi arriva prima e chi dopo a questo allungamento ottimale. La flessibilità dei muscoli e dei legamenti si può migliorare nel tempo ma penso che anche qui ci siano dei limiti genetici.
Quindi il miglior compromesso per arrivare al maggiore carico utilizzabile si basa su molti fattori che danno una grande variabilità sulle esecuzioni dello squat infatti molti PL di livello internazionale usano stance diversissimi, dal larghissimo allo stretto.