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Discussione: Il limite genetico

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  1. #1
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    ahahah.. paolo ma dove le hai pescate certe foto? dal cilindro?

    "ai tuoi tempi" ti facevi le foto durante le alzate?

  2. #2
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    questo "limite" del limite gentico è presente un po in tutti gli sport. una condizione mentale che lascia sotanzialmente appagati (chi è realmente dotato) o frustrati (chi lo è, o pensa di esserlo, meno)

    un vantaggio dello sport (il bodybuilding non lo ritengo uno sport) è che questa storia del limite finisce presto: se raggiungi un certo livello competitivo hai superato la fase di blocco (la prima almeno) perchè uno scalino della "carriera" lo hai già saltato, quello che definisce chi ha la volontà di proseguire intensamente e chi no.

    spesso il limite genetico, almeno nella mia esperienza, è risultato castrante per chi davvero era dotato e non per chi non lo era, per assurdo.
    ancora, partendo da persone che hanno superato la fase prettamente di "fitness" e si dedicano all'agonismo (amatoriale intendo), chi arriva a questa seconda fase senza particolari "doni" da mamma natura ha una volontà davvero notevole... "limite" per cause naturali è un concetto a lui ignoto, perchè di limiti ne ha superati già parecchi. c'è naturalmente chi ci arriva perchè oggettivamente "dotato" (ricordo nel nuoto ragazzini che filavano dopo 2 anni in vasca, questi avevano qualità natatorie spiccate) ma purtroppo spesso poichè di fatica ne ha fatta meno, alcuni "limiti" che fenomeno o no tutti incontrano non li ha ancora superati, tutto è filato troppo liscio. questi ultimi a volte si perdono, perchè letteralmente "mangiati" da chi magari meno dotato ha una determinazione superiore (ho visto gente che in allenamento andava come un siluro, tremare sul serio sul blocchetto perchè nella corsia di fianco uno meno "siluro" di loro li intimidiva dalla concentrazione che mostrava... in termini aziendali questa cosa si chiama "fill-in the space", riempire una stanza senza nemmeno aprire bocca)

    visto che il bodybuilding (o culturismo, a me piace di piu) non è uno sport, questa cosa del limite genetico viene fuori piu frequentemente... manca un reale confronto OGGETTIVO. in vasca o arrivi primo o arrivi dopo, fine. nel BB chi è migliore? quel'è l'oggettività della valutazione?

    visto che ho frequentato una palestra usata principalmente come luogo di "muscolazione" per altre discipline (atletica e rugby in primis), io mi sono sorpreso all'inizio del fatto che i risultati di "building" maggiori li otteneva chi non li cercava come fine utlmo in se, ma li legava ad una prestazione. la spiegazione, banale e schietta che poi gli ho dato, è che chi competeva oggettivamente in qualcosa si faceva parecchie meno pippe mentali su "cosa è meglio", "come fare a far crescere questo", "quanto potro sollevare", ecc... lo faceva e basta, al meglio che poteva e secondo uno schema prestazionale. ecco il punto secondo me: chi ha una visione "prestazionale" dell'attività fisica non si cura (o lo fa meno) di limiti "esterni", ma parte dal presupposto che i limiti siano nel suo modo di allenarsi o nella quantità/qualità di quel che fa. chi non parte da un ottica di questo tipo, sempre secondo me eh, fa piu fatica a "guardarsi dentro" e gli viene piu facile guardare fuori per ricercare le cause del suo fallimento. se non si ha un obiettivo, e quindi neppure un percorso per raggiungerlo, ogni "fallimento" dov'è potrà essere ricercato se non al di fuori del "non-sistema" di allenamento adottato?

    chiaro, quando volontà e "dote" si incontrano... vengono fuori i fenomeni veri. ma anche qui, mia esperienza, i fenomeni che ho incontrato (una volta ho visto allenarsi luca sacchi) hanno una dedizione ed una volontà che i comuni mortali si sognano. spesso sento parlare dei mitici "genio e sregolatezza"... bhe relativizziamo questa sregolatezza, va confrontata con un livello medio di dedizione che personalemtne ho visto in cartolina!

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da °°sOmOja°° Visualizza Messaggio
    ahahah.. paolo ma dove le hai pescate certe foto? dal cilindro?

    "ai tuoi tempi" ti facevi le foto durante le alzate?
    ah ah, sì, la fissa c'è sempre stata. Io sono un po' paranoico... lo ammetto.

    La "prestazione" è sacra, il cronometro è sacro, i Kg sono sacri. Il risultato in gara qualifica l'intera preparazione, se la gara non c'è, è come se mi allenassi per mesi o anni per una singola, fottuta foto.

    Eh sì, paranoie...

    x Timur: il tuo post è impressionante da come, concisamente, riesci a dire delle cose profondissime. E' così. La prestazione... seleziona. Chi si allena con un'approccio prestazionale, ottiene. Semplice ma impossibile da far capire a chi non è così.

    Per questo per me è assurdo che un ragazzino di 16 anni si chiuda in palestra. Che gli "insegna", la palestra? Vabbè... materiale per un altro "articolo".

    Mi ricordo, comunque, che un mio amico 800 metrista (uno alto e secco, perciò) si infortunò e un'inverno lo passò in palestra. Fece 100Kg di panca. Senza troppe seghe, senza programmazione, senza nulla. Si mise a fare panca e basta. Panca... come scrivi tu.

  4. #4
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    ottimo articolo, sono totalmente daccordo con te, io ho fatto tanti anni di tennis anche a livello agonistico e di genetica non ne ho MAI sentito parlare. logicamente c'e' chi e' piu' portato e chi no, ma l'allenamento e la dedizione erano la chiave essenziale per vincere. il resto tabula rasa.
    questo articolo mi garberebbe stamparlo e appenderlo in camera con le tue foto ed il disegno del "maiale-tigre con le corna che puo' anche sputare fuoco eh" (parole testuali) che ha fatto mio figlio.
    Una volta ci si faceva il culo per vivere, ora è la vita a esser presa per il culo! [Heerokeem]

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da .:überfranz:. Visualizza Messaggio
    questo articolo mi garberebbe stamparlo e appenderlo in camera con le tue foto ed il disegno del "maiale-tigre con le corna che puo' anche sputare fuoco eh" (parole testuali) che ha fatto mio figlio.


    Se tu fai una scansione, lo aggiungo al mio articolo sul blog!

  6. #6
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    Permettetemi questo O.T.

    Ma devo postare la foto di questo ragazzo che è diventato istruttore di danza con una sola gambaaaaaa



    Reinaldo Ojeda ballando.
    Il colombiano Reynaldo Ojeda è una di quelle persone che sono riuscite grazie ad una ferrea forza di volontà e ad un enorme passione a superare i propri limiti fisici. Infatti nonostante sia nato senza una gamba, è riuscito a diventare un ballerino professionista e un professore di danza. Le sue specialità sono il tango e la salsa.

  7. #7
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    Non è OT, ma un esempio per tutti.

    I limiti ci sono, esistono, sono reali. Non possiamo oltrepassarli. Però non li conosciamo veramente. Se pensiamo che ci siano, che "è impossibile", lo sarà. E lottare contro i propri limiti è un modo di conoscere se stessi. Magari, il limite è veramente nella nostra testa...

    Io mi vedo spesso questo. Sarei in grado di farlo? Non lo so. Ma il fatto che qualcuno ci sia riuscito, dovrebbe far capire che limiti molto inferiori sono solo nella testa.

    http://www.youtube.com/watch?v=m9Pc95ggZWE

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da IronPaolo Visualizza Messaggio
    Non è OT, ma un esempio per tutti.

    I limiti ci sono, esistono, sono reali. Non possiamo oltrepassarli. Però non li conosciamo veramente. Se pensiamo che ci siano, che "è impossibile", lo sarà. E lottare contro i propri limiti è un modo di conoscere se stessi. Magari, il limite è veramente nella nostra testa...

    Io mi vedo spesso questo. Sarei in grado di farlo? Non lo so. Ma il fatto che qualcuno ci sia riuscito, dovrebbe far capire che limiti molto inferiori sono solo nella testa.

    http://www.youtube.com/watch?v=m9Pc95ggZWE
    ti giuro che ci ho fatto caso solo la terza o quarta volta che l'ho visto

    p.s. hai pm

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