Eccoci sul pezzo. Ho letto con interesse e x esteso lo studio postato da Claudio,e l'ho preso per quello che è. Uno studio, limitato nel tempo (8 settimane) e con un numero di partecipanti troppo ristretto. Solo 25 soggetti non consentono di avere dati statisticamente rilevanti. Dico questo con cognizione di causa, poiché è stata la principale critica che mi è stata mossa dagli statistici quando ho portato ad elaborare i dati relativi alla mia tesi di laurea, alla mia tesi di specializzazione ed in altre circostanze. Il loro motivo era semplice: per quanto "casuale" possa essere la scelta di una popolazione, in numeri piccoli un bias di arruolamento può falsare notevolmente i dati.
Detto questo, lo studio dura troppo poco. 8 settimane di ipercalorica a diverso regime, che per inciso dimostrano l'esistenza dell'acqua calda... sarebbe anche interessante vedere al dettaglio la dieta, perché ci vuol poco a riempire il gruppo in ipoproteica di carboidrati ad elevato indice glicemico e a trarre le conclusioni dovute... avendo scritto qualche lavoro scientifico, so come funziona, purtroppo.
Ammettiamo che sia tutto limpido e onesto. Abbiamo già un possibile errore legato all'esiguità del campione. Seconda criticità la durata della dieta. 8 settimane sono poche. Troppo poche. Ad esempio uno dei fattori principali nella regolazione della composizione corporea è rappresentato dall'insulinoresistenza. L'eccesso calorico, in particolare glucidico,, altera la risposta all'insulina per una stimolazione protratta nel tempo (mesi), e nel tempo induce appunto una resistenza periferica alla sua azione. In tale caso l'eccesso calorico non può venire tamponato dal muscolo, venendo dirottato alla metabolizzazione epatica e allo stoccaggio periferico come grasso di deposito. In tal senso allora è RAGIONEVOLE pensare che anche una quota di glucosio prodotto via gluconeogenesi possa essere riprocessato nella biosintesi lipidica. Per dimostrarlo bisognerebbe tirar fuori i soldi e allestire uno studio con aminoacidi marcati con C14.
Altro fattore da considerare: la percentuale proteica. Spesso nelle diete "da palestra" si trovano percentuali ancora maggiori di proteine, sia in senso relativo (30%) che assoluto come grammatura (nello studio si parla di 230 gr x il gruppo Hi protein). Bisognerebbe andare a vedere cosa succede se a parità di kcal, una percentuale maggiore di proteine cosa potrebbe provocare. Ragionevole pensare che una quota venga utilizzata per gli stessi scopi in cui vengono impiegati i carboidrati, quindi gluconeogenesi, glicogenosintesi o liposintesi.
Ma noi ci alleniamo!!! Verissimo, infatti il nostro fabbisogno proteico è senibilmente più elevato, e parte delle proteine alimentari sono utilizzate a fini plastici, quindi verosimilmente la % che verrà trasformata in glucosio sarà ancora più contenuta, e di conseguenza la qualtità che potrebbe essere trasformata in lipidi ancor più contenuta.
Ma in low carb? Si ingrassa se si è in ipercalorica spinta. Gli inuit ne sono la prova vivente, ed il meccanismo più probabile risiede nella induzione dell'insulinoresistenza dalle elevate quantità di grassi liberi circolanti. Ma siamo sicuri che il grasso di deposito arrivi da lipidi neosintetizzati via glucoliponeogenesi? Probabilmente una MINIMA e RESIDUALE quota potrebbe derivare da lì.
Tut questo x dire cosa? Che i meccanismi sono complessi, è difficile trovare una risposta validata scientificamente, e che sicuramente il responsabile dell'eccesso ponderale come adipe sia l'eccesso calorico inteso come valore assoluto. Acqua calda.
Tutto questo non ci può giustificare a mangiare proteine a tutto spiano e senza alcun criterio, poiché oltre alle scorie azotate prodotte, anche un loro eccesso può contribuire all'incremento del grasso corpore. Che poi ciò avvenga DIRETTAMENTE tramite lipidi sintetizzati da precursori aminoacidici, o INDIRETTAMENTE da insulinoresistenza mediata ANCHE dall'iperglicemia secondaria a gluconeogenesi poco importa.
Klokovizziamo il mondo!
^^^Lactate Addicted^^^
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