gran bel post Nico!! lo stacco rumeno come lo descrivi tu è un esercizio terapeutico in tutto e per tutto!
personalmente quando si tratta di mobilità articolare utilizzo soprattutto un approccio pragmatico
se voglio migliorare la posizione di accosciata, lavoro sulla mobilità in posizioni simili all'accosciata (eventualmente in mono o bi-podalica), se riscontro una difficoltà nella posizione overhead, lavoro (torace, scapola, spalla) in posizione overhead etc. Naturalmente l'analisi fatta da eraser sullo stacco rumeno si adatta perfettamente a questa logica.
è un approccio apparentemente banale ma risulta comprensibile a chi non possiede delle approfondite basi di anatomia ma pratica con regolarità i grossi multiarticolari, inoltre è facilmente testabile negli effetti.
per contro richiede una sufficiente capacità di analisi del movimento multiarticolare di riferimento (per esempio lo squat, lo stacco, il press in piedi) per individuare l'eventuale restrizione di mobilità e per impostare le correzioni sul setting
ad esempio fare "mobilità" in accosciata o in posizione di stacco rumeno con un setting errato può fare più danni che bene.
Volevo quasi taggarti per sentire la tua opinione Somo...
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Eraser![]()
...chew...before it's too late...
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