Personalmente ritengo fondamentale la soggettività delle leve: ci sono persone che possono veramente staccare classico con una verticalità paragonabile ad un sumo, ma appunto non possono farlo tutti.
Mi allineo con quanto detto da Doc ma allo stesso tempo credo non sia sbagliato, in un'ottica lungimirante e rifornita da grande forza di volontà e bisogno di miglioramento, puntare ad un assetto più verticale (e quindi con il sedere più basso). Dico questo perché ho notato che col tempo quelle leve che noi siamo convinti ci limitino, in realtà possono essere posizionate in tanti modi: non sempre se alzi il sedere le spalle vanno avanti o viceversa... poi, tanto per fare un esempio: la cifosi cervicale consente di partire col sedere più alto lasciando invariata la posizione delle spalle... consideriamo poi la variabile del posizionamento delle ginocchia, lo stance, l'apertura delle punte dei piedi e la mobilità soggettiva e l'allenabilità della stessa, sempre entro i limiti soggettivi...
Penso che fra le immense possibilità tecniche che si aprono in virtù di queste considerazioni, l'unico elemento valutativo che fa la differenza si riduce alla capacità di generare forza a 360°: uno stacco è buono quando in ogni angolo dell'alzata si è in spinta attiva, senza nessun tentativo di fuga inerziale da punti morti perché appunto, non ce ne devono essere.
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