Il diabete di tipo 2 è caratterizzato dall'iperglicemia (aumento del glucosio nel sangue) che è determinata da alterazioni complesse sia delle secrezione, sia dell'attività insulinica. L'iperglicemia quindi è causata da una minore capacità dell'insulina di attivare l'utilizzazione dello zucchero da parte di muscoli, fegato e tessuto adiposo e dalla incapacità delle cellule del pancreas endocrino a produrre una quantità di insulina sufficiente per superarne la inefficienza.
La dieta che prescrivo per pazienti affetti da diabete di tipo II non è ipoglicidica (con pochi zuccheri) ma ipocalorica (con poche calorie).
Non è raro che il diabetico abbia i trigliceridi e/o il colesterolo troppo alti. Quindi mi impongo, con la dieta, di metterlo al riparo dal rischio di arteriosclerosi e di infarto indipendentemente dai riscontri del glucosio nel sangue.
Lo sport aerobico, è stato notato, porta alla riduzione dello zucchero nel sangue, ad un aumento della massa muscolare a discapito di quella grassa, alla riduzione del peso corporeo e della pressione arteriosa, ad un aumento del colesterolo “buono” (HDL).
Non tutti gli sport sono uguali sul piano metabolico e diversi sono anche i vantaggi che i diabetici possono trarne. Le parole “aerobico” e “anaerobico” si riferiscono alla capacità dei muscoli di “bruciare” il glucosio in presenza o in carenza di ossigeno. Nel primo caso il glucosio sarà “bruciato” completamente fornendo molta energia e senza lasciare scorie (metabolismo ecologico ed economico) e inoltre ha la caratteristica di un’alta resa energetica. In caso di esercizi svolti con metabolismo prevalentemente anaerobico il glucosio sarà “bruciato” solo in parte producendo poca energia e una scoria, cioè l'acido lattico. Naturalmente gli sport più adatti al diabetico sono quelli aerobici specie se effettuati a media intensità in modo da allenare, ma non affaticare il cuore.
Tuttavia qui parliamo di pazienti affetti da diabete.
La nostra amica dice di non averlo ancora conclamato, per cui le consiglio di mantenere i pesi (dato il suo amore per la disciplina) e di inserirli in un circuito dove, per forza di cose si avrà un allenamento aerobico-anaerobico, che sarà comuque di grande beneficio.
Eviterei il puro allenamento anaerobico per i motivi sopra riportati e per il fatto che nelle sue condizioni di salute, è importante fin da subito abituare l'organismo all'efficienza. Questa si ottiene solo con l'implementazione del lavoro aerobico.
Tra numerosi atleti diabetici, vi ricordo i seguenti:
B. CLARCK, Campione USA di hockey su ghiaccio
H. RICHARDSON, diabetico dall’età di 14 anni, tennista di COPPA DAVIS
M. HALBERT, medaglia d’oro alle olimpiadi di ROMA nei 1500 metri
C. HEINDERICH, campione USA di sky acrobatico
G. MABBUTT, ala destra della Nazionale di calcio inglese degli anni ’80
P. ZETTEMBERG, calciatore dell’ANDERLECHT e della nazionale svedese
G. ISALBERTI, pallavolista di livello nazionale
L. SALTAMERENDA, canoista vincitore di numerose gare nazionali e internazionali
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