Questo l'ho messo nel mio blog...

Un incredibile mito che resiste in palestra è quello dell’incredibile danno che può fare lo squat con i talloni su una tavoletta di legno! La spiegazione che di solito viene portata è che le forze di taglio sulle ginocchia aumentano e di conseguenza aumenta il rischio degli infortuni. Il test per vedere la bravura del tizio che vi dice questa cosa è il seguente: “condizione sufficiente perché chi vi parla sia da marcare come incompetente è che dopo questa spiegazione vi proponga lo squat al multipower.”
La tavoletta è una favola ascientifica, o meglio una distorsione a partire da “dati scientifici”. Prendiamo la storiella della tavoletta. Ci sono persone, come me ad esempio, che hanno problemi di flessibilità alle caviglie, alle anche e una struttura corporea che non permette di squattare toccando con le chiappe i propri polpacci senza che i talloni si sollevino. Ok, stretching e tutto il resto.
Ciò non toglie che ci siano persone che stanno comodamente sedute su se stesse in posizioni che per altri sarebbero delle torture da violazione della Convenzione di Ginevra. Un supporto sotto i talloni diminuisce l’angolo fra piede e tibia, permettendo una posizione più comoda. In questo modo è possibile scendere con molta più facilità.Chi dice che le forze sulle ginocchia aumentano, ha idea di quanto aumentano? Perché altrimenti è inutile parlare. Aumentano, questo è certo, ma lo fanno in maniera tale da determinare dei problemi? Poiché mi dicono sempre che metto troppe formule, utilizzerò i disegnini, come si fa con i bambini e i giapponesi. Del resto il balestrato medio và in crisi già con la tabellina del 7, mentre una frase come “la radice quadrata del quadrato di 2 quanto fa” è paragonabile a stabilire se Dio esiste.
Il disegno sottostante è il classico omino che fa squat. A sinistra potete vedere un bello squat parallelo senza supporto. Se facciamo una serie di strapallosissimi conti di statica pieni di trigonometria, la forza che i quadricipiti (per banalizzare) devono sviluppare sono pari alla distanza in rosso. Di conseguenza, le forze che le ginocchia devono “subire” sono in proporzione alla stessa distanza (ora non dite che andrebbero fatti i calcoli perché altrimenti mi fare imbestialire… fidatevi, E’ COSI’, altrimenti li posto e poi vi interrogo…)
Notate che in tutti i disegni ho supposto che la proiezione della forza peso sul terreno attraversi la punta dei piedi (difficile? Significa che se tiro una linea dritta fra la punta della freccia e il terreno questa trafigge le dita dei piedi in tutti e 3 i casi). L’ho fatto per semplicità.

L’omino nel mezzo è lo stesso omino che squatta con un supporto sotto i talloni. Come potete vedere, l’angolo fra piede e tibia è mantenuto costante. Di conseguenza l’altezza del femore diminuisce e aumenta la distanza “incriminata”. La schiena in pratica deve essere più “dritta”. In questo caso le forze che agiscono sulle ginocchia aumentano, a sostegno della tesi anti-tavoletta. Ma se io metto la tavoletta significa che voglio diminuire l’angolo tibia-piede, altrimenti che la metto a fare? Per bellezza? L’omino a destra rappresenta una situazione più reale. Come potete vedere, la distanza è sì superiore, ma non di molto in questo caso e la schiena non è “dritta” come nel caso precedente. A questo punto è chiaro che io posso tornare alla situazione iniziale semplicemente giocando sulla posizione della freccia rossa, cioè bilanciando meglio il peso. Il risultato di tutto questo è che è possibile andare ad uno squat per lo meno parallelo bypassando senza troppi problemi le varie rigidità posturali, senza avere tutto questo aggravio. Stabilito che la tavoletta non è il Demonio, è veramente necessaria? Considerate il fatto che chi esegue lo squat in palestra non è MAI seguito per il 99.999% dei casi, e lui stesso non presta mai attenzione alla tecnica di esecuzione. Perciò nascono delle convinzioni che ingigantiscono dei particolari gestibili in altro modo.
Chi non riesce a scendere al parallelo in maniera “comoda” dovrebbe prendere in considerazione di allargare la posizione dei piedi. Così facendo, come si vede nella figura, il femore visto lateralmente è più “corto” e l’angolo tibia-piede più “aperto” (c’è tutto un gioco di proiezione degli angoli, ma alla fine questo è il concetto). Guardate l’omino a sinistra del disegno qua sotto.
Oppure potete posizionare il bilanciere più in basso sulle spalle, per “tirarvi su” con le gambe. Guardate l’omino a destra…Chiaro, in questo caso scaricate più peso sulla schiena e meno sulle gambe, però è un gioco di equilibri e magari vi bastano uno o due centimetri.
In altre parole, dovete sperimentare, prima di mettere la tavoletta. Ho visto esecuzioni da fucilazione, con i piedi strettissimi da parte di persone alte 185cm… “Ma io sono rigido”, “ma io sono troppo alto”. Tutto vero e tutto sacrosanto, però molte volte si è molto meno rigidi e molto meno alti di quanto si possa pensare.