Simo, Eraser ha ragione...
Scusa ma non ti fidi del tuo fisiatra e ti fidi di quello che leggi qua.... mah?
Comune riguardo gli esercizi in catena aperta e chiusa, se vuoi capirci un po' meglio, ti riporto qualche passo che ho estratto dal Brotzam (testo del 2003 per cui non aggiornatissimo). Come sempre alcuni studi dicono una cosa e altri il suo contrario....per questo non esistono verità assolute e dipende dal tuo caso specifico quello che devi fare. Fidati del tuo fisiatra....
Esercizi in catena cinetica aperta e chiusa
Brotzman, riabilitazione in ortopedia
Recentemente si è sviluppato un acceso dibattito riguardo all’utilizzazione, dopo la ricostruzione del LCA, di esercizi in catena cinetica chiusa anziché di esercizi in catena cinetica aperta (si veda il Glossario per la definizione di esercizi in catena cinetica aperta e chiusa).
Un esempio di esercizio in catena cinetica aperta è l’utilizzo dell’apparecchio di rinforzo muscolare leg extension.
Un esempio di esercizio in catena cinetica chiusa è l’utilizzo dell’apparecchio di rinforzo muscolare leg press.
In teoria, gli esercizi in catena cinetica chiusa aumentano la forza di compressione attraverso il ginocchio con la cocontrazione dei muscoli quadricipite e ischiocrurali.
È stato suggerito che questi due fattori aiutino a ridurre le forze di taglio anteriori nel ginocchio, che agirebbero altrimenti su un innesto di LCA in via di maturazione.
Pertanto, nella riabilitazione di un LCA ricostruito, gli esercizi in catena cinetica chiusa sono più consigliabili degli esercizi in catena cinetica aperta.
Tuttavia, la letteratura a sostegno di questa ipotesi non è ancora definitiva.
Molti dei gesti della vita quotidiana non possono essere suddivisi con chiarezza in gesti a catena cinetica aperta o a catena chiusa e ciò aumenta l’indecisione. Il cammino, la corsa, il salire le scale, il salto sono una combinazione di movimenti in catena cinetica aperta e chiusa.
Jenkins et al. (1997) hanno misurato le differenze tra i due lati degli spostamenti anteriori della tibia in soggetti con l’assenza unilaterale del LCA durante esercizi in catena cinetica aperta (estensione del ginocchio) e in catena cinetica chiusa (leg press) a 30° e 60° gradi di flessione del ginocchio e hanno concluso che gli esercizi in catena cinetica aperta eseguiti ad angoli piccoli di flessione possono aumentare le forze di taglio anteriori, che provocano lassità del LCA.
Anche Yack et al. (1993) hanno documentato un maggiore spostamento anteriore durante esercizi in catena cinetica aperta (estensione del ginocchio), rispetto agli esercizi in catena cinetica chiusa (accovacciamento parallelo) durante un’escursione articolare da 0° a 64° di flessione.
Kvist e Gillquist (1999) hanno dimostrato che questo spostamento avviene anche con modeste attività muscolari: il primo 10% del momento prodotto dal muscolo quadricipite provoca l’80% della traslazione completa della tibia che si ha con il momento massimo prodotto dal quadricipite.
Anche modelli matematici hanno documentato che le forze di taglio agenti sul LCA sono superiori quando si compiono esercizi in catena cinetica aperta.
Jurist e Otis(1985), Zavetsky e collaboratori (1994) e Wilk e Andrews (1993) hanno osservato che spostare la posizione della resistenza sul braccio della macchina isocinetica durante esercizi in catena cinetica aperta modifica le forze di taglio e lo spostamento anteriore della tibia.
Wilk e Andrews hanno inoltre visto che a basse velocità isocinetiche lo spostamento anteriore della tibia è maggiore.
Beynnon e colleghi (1997) hanno utilizzato trasduttori impiantati per misurare la resistenza del LCA intatto durante l’esecuzione di vari esercizi e non hanno riscontrato differenze rilevanti tra esercizi svolti in catena cinetica chiusa e aperta.
Questo reperto contraddice gli studi precedenti e indica che particolari attività in catena cinetica chiusa, come gli esercizi di accovacciamento, potrebbero non essere così sicure come i modelli matematici hanno predetto, in modo particolare ad angoli di flessione piccoli.
I risultati che hanno evidenziato come sia minima, se non nulla, la tensione sul LCA durante contrazioni isolate degli ischiocrurali oppure quando gli ischiocrurali venivano contratti simultaneamente al quadricipite hanno confermato un effetto protettivo dei muscoli ischiocrurali.
La co-contrazione del quadricipite e degli ischiocrurali si ha negli esercizi in catena cinetica chiusa, con una progressiva diminuzione dell’attività degli ischiocrurali a mano a mano che l’angolo di flessione del ginocchio aumenta.
Durante gli esercizi in catena cinetica aperta, a nessun grado articolare si nota una co-contrazione.
Sono state evidenziate altre differenze fra esercizi in catena cinetica chiusa e aperta.
Durante gli esercizi in catena cinetica chiusa aumenta l’attività dei vasti, mentre durante gli esercizi in catena cinetica aperta aumenta l’attività del muscolo retto femorale.
Gli esercizi in catena cinetica aperta producono un’attivazione muscolare più selettiva, permettendo così un rinforzo più specifico. Tuttavia, per l’affaticamento, qualsiasi effetto stabilizzante di questi muscoli isolati potrebbe essere perduto, mettendo a rischio il LCA.
Gli esercizi in catena cinetica chiusa, consentendo un’attività dei muscoli agonisti, benché non garantiscano un rinforzo muscolare selettivo, assicurano un ambiente più sicuro per il LCA in caso di affaticamento muscolare.
Concludendo, gli esercizi in catena cinetica chiusa possono essere utilizzati con sicurezza durante la riabilitazione del LCA, in quanto sembra che generino una ridotta forza di taglio anteriore e uno spostamento modesto della tibia durante la maggior parte della flessione del ginocchio,
sebbene esistano studi che dimostrano che alcuni esercizi in catena cinetica chiusa a piccoli angoli di flessione sollecitano l’innesto quanto le attività in catena cinetica aperta; potrebbero pertanto essere meno sicuri di quanto si pensasse.
Non si sa ancora quale sia il livello di stress dannoso oppure se vi siano gradi di sollecitazione con effetti positivi per la guarigione del LCA. Finché non sarà data risposta a queste domande, attualmente si raccomanda di far svolgere attività che riducano al minimo le tensioni sull’innesto, al fine di ridurre il rischio di lassità del LCA. Mentre l’esercizio di flessione in catena cinetica aperta prodotto principalmente dall’attività degli ischiocrurali per tutto l’arco della flessione sembra essere poco rischioso per il LCA, l’estensione in catena cinetica aperta sollecita il LCA, nonché l’articolazione femororotulea, e dovrebbe pertanto essere evitata.
Non ci si esercita quando si è diventati bravi. Ci si esercita per diventare bravi!
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