Ah ah ah!! ciao Matteo, si oK ma non ti offendere perchè comunque la mia battuta su Sheiko non voleva essere riferita a te.
Tu sei un ragazzo desideroso di apprendere, migliorare e sperimentare, per cui non è affatto strano che cerchi il "padre di tutti i metodi", il "sistema chiave", "l'allenamento magico e segreto" per ottenere il meglio dai tuoi sforzi; lo abbiamo fatto tutti, anche io: solo che Internet non c'era e speravo di carpire il meglio da qualche routine misteriosa pubblicata sulle riviste patinate!
Il problema è quando questi travasi vengono fatti da tecnici, o pseudo tali, che allenano l'utente o il ragazzo medio con l'ultima novità scaricata dal web e costituente la variante finale dei presunti sistemi di Smolov, Medvejev e Verchoshanskij, con un'improbabile interpretazione dalla lingua madre e tabelle che - si viene a scoprire in seguito - i medesimi autori avevano occasionalmente utilizzato per inserire, in un programma di preparazione pre mondiale di un loro atleta, dei microcicli di recupero da un sopravvenuto infortunio da sovraccarico funzionale!!!
Esagerazioni a parte, è questo il senso degli studi da effettuare sull'applicazione di una determinata metodologia di lavoro in un certo contesto.
Ed approfitto, quindi, di questa risposta alla tua simpatica osservazione per cercare di chiarire un concetto di fondo.
L'intervista di Dobrev non dice granchè da un punto di vista pratico, sono d'accordo; ma in compenso dice molto sotto l'ottica di una nuova visuale d'allenamento.
Il professore, a quell'epoca, lanciò un messaggio che era il massimo che poteva fare in una mezz'ora di intervista. In sintesi, diceva questo:
voi finora avete percorso una certa strada in maniera automatica perchè in tal modo eravate abituati a fare, così vi hanno insegnato e queste sono le esperienze maturate da voi o da altri e che avete potuto raccogliere.
Bene, sappiate che esiste anche un'altra filosofia di lavoro, forse estranea alla vostra storia e alla vostra cultura e con la quale non avete avuto, finora, possibilità di venire a contatto; vi fornisco dei principi base non come tecnico privato ma garantiti dalla mia posizione ufficiale di selezionatore di una nazionale e con l'avallo di risultati oggettivi e di alto livello raggiunti.
Sono concetti che voi avreste avuto difficoltà a sperimentare, non avendo sufficiente substrato umano nel vostro paese dedito alla pesistica nè interesse pubblico così elevato in questa disciplina da permettervi di testare e verificare con elevata percentuale statistica la validità di certe tesi.
Vi metto a disposizione le cognizioni base raggiunte all'attualità su questo metodo come sprone ed incentivo a proseguire la ricerca; non posso calarmi nella vostra realtà ed esemplificare oltre questi discorsi applicandoli in un così breve tempo, a distanza ed ignorando troppi elementi fondamentali, nè avrebbe senso sciorinarvi la preparazione di atleti di elite bulgari nel corso della stagione agonistica estrapolando questa pianificazione da un contesto dal quale non si può prescindere.
Lascio a voi, colleghi del mestiere e quindi - presumibilmente - non del tutto ignoranti o a digiuno della materia, il compito di sperimentare, verificare e traspondere in uno o più "sistemi" organici e definiti la realizzazione pratica di un "metodo" del quale vi ho lanciato l'esca e per il quale vi ho aperto e segnato la strada.
Questa è poi la sfida che, pragmaticamente, hanno provato a raccogliere molti tecnici e ricercatori italiani.
Con affetto
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