Trema il mondo delle palestre
Sequestrate centinaia di migliaia di fiale destinate ai culturisti
Agli indagati la procura vicentina e i carabinieri del Nas di Milano e di Padova contestano l’associazione per delinquere. Nelle Marche trovati cinque magazzini di fiale e prodotti farmaceutici alterati, oltre a timbri, sigilli e carte intestate al ministero della Sanità. Accertamenti su un giro di fatturazioni fasulle dall’estero
di Diego Neri
Un’organizzazione capillare, con ruoli chiari e definiti, e la capacità di distribuire fiale di veleno per scolpire i muscoli in molte regioni italiane, con un ruolo chiave giocato da Vicenza e il Vicentino. È quella che sono convinti di aver sgominato, con «l’operazione più grossa su scala nazionale nel settore del doping», il professor Tonino De Silvestri, pubblico ministero berico, e i carabinieri del Nas di Padova e Milano. Ma gli stessi inquirenti precisano di aver puntato direttamente su chi metteva in commercio sostanze dopanti: dacchè la legge punisce anche i consumatori, ora parte la seconda fase dell’inchiesta "Hercules" - che durerà, sostiene il magistrato, almeno un paio d’anni -, che mira a portare alla luce il vasto giro di consumatori. E quindi palestre, culturisti e giovani amatori di varie specialità sportive. Ieri gli inquirenti, ospitati dai carabinieri del comando provinciale di Vicenza con il tenente colonnello Giampiero Paparella, hanno presentato alcuni dei risultati ottenuti in dieci mesi di indagini, condotte dai militari antisofisticazioni di Milano e Padova, culminate con le 101 perquisizioni domiciliari compiute lunedì mattina in Veneto (31 nel Vicentino, 7 nel Veneziano e nel Padovano, 17 a Verona), Emilia Romagna, Marche e Lazio. Otto le persone in carcere su ordinanza di custodia cautelare, due ai domiciliari, due i ricercati. In manette anche il vicentino Gianluca Pretto, 27 anni, di Cornedo: durante la perquisizione i carabinieri gli hanno sequestrato droga. Per gli altri l’accusa è associazione per delinquere finalizzata al commercio illegale di sostanze dopanti. Le indagini sono scaturite nell’aprile di un anno fa, quando i carabinieri della compagnia di Valdagno scorsero il campione di culturismo di Chiampo Graziano Dal Grande (in Romania, ricercato) mentre sotterrava in giardino alcune fiale compromettenti. Da lui gli investigatori del ten. col. Fernando Bassetta di Milano e del luogotenente Umberto Santone di Padova hanno avviato gli accertamenti, che hanno portato a scoprire nelle Marche il fulcro di un’organizzazione che faceva riferimento al "vecchio capo" dello spaccio di doping in Italia, quel Sergio De Costanzo, 53 anni, di Senigallia, che costituirebbe il punto di riferimento del mercato nazionale di anabolizzanti. In provincia di Pesaro-Urbino, i militari hanno scoperto cinque depositi con centinaia di migliaia di confezioni (Monothard Hm, Sustenon 250, Eutirox, Decadurabolin, Naposin, Testex) destinate a chi non lesinava sugli euro per rovinarsi la salute pur di avere muscoli da televisione.
Secondo la procura berica, i principi attivi arrivavano direttamente dall’estero (Corea, Spagna, Grecia, Svezia, Turchia e Thailandia). De Costanzo, con il suo collaboratore Omar Cucchiarini, provvedeva a procurarsi tutta la documentazione fittizia, e non è escluso che i medicinali partissero prima anche dall’Italia. Nelle Marche preparatori atletici e componenti della gang provvedevano a mescolare i vari ingredienti (fra cui sostanze di uso veterinario, ad esempio per favorire la fertilità delle vacche) e preparare delle autentiche "bombe" per gli sportivi (?), che venivano confezionate in scatole di ditte farmaceutiche conservate scrupolosamente. A questo punto, entravano in azione i "distributori", che andavano a rifornirsi alla fonte e smerciavano le fiale: fra di loro, in particolare, Mario Pagnoni e Andrea Caselli, da cui acquistavano - secondo l’accusa - Dal Grande, Ivan Cetera (di Fano, ma ha vissuto anche nel Vicentino), Cristiano Conti e Mirco Artegiani. Di livello ancora inferiore Mirco Zanuso, e ancora Massimo Fanton e Riccardo Zannone.
«L’indagine è stata quanto mai complessa - precisano Bergamo e Gravina, fra i "mitici marescialli del Nas", come li ha chiamati il pm - poiché De Costanzo adottava e faceva adottare misure di sicurezza molto rigide. Le sim card venivano cambiate con frequenza, i termini erano sempre in codice, i magazzini cambiati con velocità. Li abbiamo raggiunti anche grazie all’uso del satellite, per verificare gli spostamenti delle loro automobili».
Ora, oltre a verificare quanto è stato sequestrato e il valore economico del mercato (un distributore arrivava ad intascare 50 mila euro al mese) i carabinieri sono attesi dalla seconda fase dell’inchiesta, che potrebbe riservare anche nuove misure cautelari. Da monitorare - rispetto al primo momento, in cui la procura ha puntato sul livello più alto del commercio - ci sono gli "spacciatori" al dettaglio e i consumatori. Un giro che interessa centinaia di persone, che sognavano di diventare atleti inalandosi bombe da cavalli. A tremare adesso è la parte malata del mondo del culturismo.
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