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Discussione: Simil-BLOG

  1. #76
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    Troppe le ore trascorse tra pianti,
    rimorsi, dolcezze e inutili stenti.
    Sporche le mani di rabbia e pudore
    vecchi rimpianti tra astio e rancore.
    Troppe le vite lasciate all'oblio
    di gelide mani senza certezze.
    Troppe le volte che stupidi sforzi
    gettano calce ardente sugli occhi.
    Squali all'intorno di un solo vivente
    pronti all'attacco per puro disprezzo.
    Specchio dell'anima il proprio vedere,
    senza confine il proprio cadere.
    Sogni di luoghi caldi e profondi
    Mondi diversi e pur sempre immondi.
    Immondi di te che sporchi e distruggi
    senza volere altro che odio.
    Casse di chiodi sopra la testa,
    pesi gravosi senza volerli.
    L'unica forza che può scaturire
    non la vuoi avere,
    per poi morire.
    Per non morire.
    Abbandonarsi ad un corpo che ti abbandona
    amando ciò che non ti appartiene.
    Rapidi cenni con gli occhi chiusi,
    aprirli e richiuderli con vecchi pretesti.
    Un giorno, domani forse vorresti
    Che il Mondo d'un colpo di fatto s'arresti.

  2. #77
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    "mondi diversi e pur sempre immondi"
    "abbandonarsi ad un corpo che ti abbandona,
    amando ciò che non ti appartiene"

    branco spaccano le tue parole, veramente!!!!!!
    il dolore non esiste, esiste il fastidio, ma è sopportabile.
    heero

  3. #78
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    Accade talvolta di stare sdraiati.
    Naso all'insù a fissare una nube.
    Nulla di particolare, nessuna forma precisa.
    Niente fantasie su che animale possa rappresentare.
    Accade però che il silenzio non perdona
    e muovi quella nube come se fosse tua.
    La vedi cambiare di forma e colore
    e pensi che tutto alla fine sia un viaggio.
    Accade che ti trovi ad ascoltare la tua musica
    fingendo di avere sotto mano una batteria.
    Battendo il tempo, scandendo il ritmo
    solo per non pensare ad altro.
    Accade che invece provi un gusto amaro
    a trovare sangue tra le tue parole.
    Accade anche che ai tuoi piedi
    calzi le stesse scarpe di allora.
    Non sono lacere, non sono sporche, di fuori.
    Semplicemente ti piacciono, o ti piacevano quando le comperasti.
    Vorresti buttarle e comperarne di nuove.
    La loro funzione la fanno ugualmente, ma le mode passano.
    Accade però che pensi a quanti ricordi ci sono in quelle scarpe.
    Il dilemma è quello: continuare a ricordare, o fare un control alt canc?
    Accade che ogni pausa nei discorsi, nelle attività
    diventi un vuoto da colmare.
    Ogni pretesto fa sì che la testa lavori.
    Ogni farfalla in te spegne i colori.
    Accade di allungare la mano verso il sole,
    giusto per guardarla controluce.
    Quasi vorresti sentirla non tua,
    staccata dal te che non riconosci.
    Giusto per guardarla con altri occhi,
    giusto per pensare alla tua vita senza di lei.
    Diamo sempre per scontato che ciò che abbiamo sia normale
    salvo poi rimpiangerlo se lo perdiamo.
    Forse è normale, forse è umano.
    Accade che pensi alle batoste nella vita,
    magari ascoltando "Sally" di Vasco Rossi.
    Ingoi pensando che molti stanno peggio.
    Ma è un attimo solo, poichè tra breve penserai come prima.
    Catrame ardente i vecchi ricordi.
    Come immaginare un viale alberato appena asfaltato.
    Bello, no?
    Le piante allineate ai lati, il nero lucido e senza buche,
    le macchine che passano facendo solo quel sibilo con minimo attrito.
    Accade però che dopo un po' di tempo
    l'asfalto inizi a creparsi, si formino degli avvalamenti, se non buche.
    Eppure l'azienda appaltatrice era referenziata, il bitume era ottimo.
    Allora?
    Allora come mai questi difetti?
    Semplice, le piante sono vive
    e si ribellano.
    Iniziando dalle radici.
    Ultima modifica di user_del87452; 07-05-2007 alle 09:08 PM

  4. #79
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    Non sono speciale.
    Non sono diverso.
    Non sono invincibile.
    Non sono infallibile.
    Non sono un super-eroe.
    Non sono in grado di controllare il mio destino.
    Non sono un genio.
    Non sono furbo.
    Non sono capace di assorbire tutto.
    Non sono un metro sopra gli altri.
    La mia parte narcisistica, seppur piccola, rivendica il suo spazio, devastando tutto ciò che gli sta attorno.
    Sono solo uno stronzo bastardo.
    Non posso continuare così.

  5. #80
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    Quante fotografie non scattate.
    Quante immagini indelebili da non ricordare.
    Quanti momenti scivolati via senza sapere come trattenerli.
    La volontà cozza contro l'inettitudine.
    In fallo il piede che prova a tastare il terreno.
    Allora la mente non vuole fermarsi più.
    Inizia a capire che non ci riesce, eppure continua il lavoro imperituro che logora e uccide.
    Non si può sentire ciò che il corpo dice.
    Meglio ammantare il tutto con idee e pensieri.
    Un calcolo, una scommessa, una sfida con se stessi.
    Tanto poi ti sfogherai in qualche modo.
    Intanto la mente ti blocca e ti calma.
    E' come caricare una molla fino all'impossibile.
    Prima o poi scatterà, prima o poi libererà tutta la sua violenza.
    Il momento arriva: tac...
    E poi...
    E poi ti ritrovi a ricaricare di nuovo quella maledetta molla,
    pronto per un'altra esplosione.
    Passano i giorni, gli anni sono 27.
    Volano le cose attorno a te.
    Puoi solo rimpiangere ciò che non fai.
    Puoi solo immaginarti diverso, se solo quella volta avessi fatto in quell'altro modo.
    Battersi il petto non serve,
    ma piuttosto che smettere, lo batti con un martello.
    Dio mio, dove sei.
    Dio mio come posso amarmi...
    Dio mio, tutti dicono che esisti,
    e non vorrei scoprirlo solo una volta morto.

  6. #81
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    Abituato alla vita tanto da non farci più caso.
    Si vive per andare avanti,
    come dire: "Sono vivo da quando sono nato, non vedo perchè non continuare".
    Si va' avanti...
    Immobili.

  7. #82
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    ...Si accendono le luci dei lampioni,
    tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni.
    Ed un pensiero le passa per la testa:
    forse la vita non è stata tutta persa,
    forse qualcosa s'è salvato,
    forse davvero non è stato poi tutto sbagliato,
    forse era giusto così,
    forse, ma forse, ma sì...

  8. #83
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    Ancora in lotta contro la parte di me che non so controllare.
    Ancora tentenno tra il sembrare perfetto e il distruggere tutto.
    E' come se ad un certo punto della giornata mi dicessi: "Ecco, sono stato quello che tutti vogliono; ora è tempo di sbaraccare tutto per poi ricominciare domani".
    Ed ecco allora che il mostro esce allo scoperto.
    Ecco che il bambino incaxxato torna a rivendicare attenzioni.
    Giorno dopo giorno.
    Pioggia, sole, vento.
    Tic tac...

  9. #84
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    E' come una perenne crisi d'astinenza.
    Eppure non sto cercando di uscire da una dipendenza da alcool, droghe, o cose varie.
    Il tarlo è più a fondo, verso qualcosa di interno che non ne vuole sapere di curarsi.
    L'astinenza è dall'amore, dall'affetto cercato e poi respinto.
    Troncare i rapporti e fuggire.
    Non crescere.
    I miei coetanei: chi si è sposato, chi felicemente fidanzato, chi un po' meno felicemente, ma ugualmente assieme ad un'anima compatibile.
    Io?
    Io me ne sto qui, a rompere le scatole agli utenti che si vedono il mio thread in neretto, a scrivere pur di non trascorrere il tempo assieme agli altri.
    Rapporti con gli altri solo al lavoro.
    Eppure non ero così.
    Ma non so se voler tornare quello che ero, oppure saltare il fosso.
    Di certo ciò che ero non l'ho vissuto, ma solo ricevuto pre-digerito, ed è forse per questo motivo che ora sono qui a pigiare i tasti.
    Ero spensierato, ma solo perchè non capivo cosa stessi facendo.
    Avevo l'amore e sco.pavo come un coyote, con tanto di ululati.
    Lei mi amava, e prima ancora di lei, il mio taccuino era fitto di traguardi sessuali raggiunti.
    Eppure con gli occhi (malati?) di adesso, capisco che non era amore, che non era desiderio, che non era benessere, ma soltanto morfina.
    Era soltanto un immagazzinare esperienze da poter vantare, un po' come quelle donne malate che hanno la mania dello shopping: avere, avere, avere, solo per non sentire.
    Era soltanto una gara contro gli altri, visti da me come più belli, più "forti" e più impavidi.
    Era soltanto una gara contro i miei due fratelli maggiori.
    Era soltanto una gara per dimostare ai miei che anche io ero forte, che anche io potevo raggiungere i traguardi, bruciando le tappe.
    Traguardi raggiunti, soddisfazione scemata in cattiveria.
    Paura a trovarne di nuovi, conscio che ogni cambiamento porta tempesta.
    Allora mi ritrovo a pensare a tutto ciò che è stato, ripercorrendo sempre gli stessi sentieri.
    Logore oramai le scarpe, arido il cammino.
    Niente più novità da scoprire, e legato dal ricordo me ne resto immobile.
    27 anni, dimostrarne 21, sentirsene 60.
    Non so fino a quando potrà andare avanti questa esistenza, non so il perchè di tutto questo.
    Laura era il mio cuore, ma sono passati 8 anni.
    Ora lei non è più il mio cuore, ma ci vive dentro: è NEL mio cuore.
    I pensieri di lei, a cavallo tra il volerla indietro e la paura di trovarla in un'altro amore.
    Quale indicibile sofferenza sarebbe il voler trovare in un'altra ciò che avevo da lei?
    Quale gratificante sollievo sarebbe il liberarsi dai fardelli passati e vivere serenamente un qualcosa di appena nato?
    Eppure mi ritrovo a riallacciare quel braccialetto d'argento con inciso il mio nome e sotto il suo, con un cuore trafitto da una freccia.
    Ma se il mio futuro si allaccia ad un dannato braccialetto...
    Ma se il mio vivere si giustifica con la sofferenza...
    Ma se il mio trascorrere il tempo si solidifica nel terrore...
    Allora sono proprio inutile allo scopo, allora sono proprio un vagabondo delle emozioni, uno zingaro dei sentimenti lascivi.
    Attardato ai blocchi di partenza, sordo allo sparo dello starter, convinto che l'immobilismo e l'apatia siano le fondamenta del mio morire.

  10. #85
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    quest'ultimo post ke hai scritto mi coinvolge moltissimo...è praticamente ciò ke sto vivendo io negli ultimi tempi...ma io mi sento ottimista...so ke c'è 1 via d'uscita e appena la troverò ti assicuro ke sarai il primo a saperlo...anke se magari la mia via d'uscita nn sarà compatibile cn la tua...

  11. #86
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    Come definire il vuoto?
    Il vuoto lo definisci se lo racchiudi.
    Io sono l'involucro: ecco definito il nulla.

  12. #87
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    Aprire gli occhi e confermare ancora una volta di vivere morendo.
    Arrabbiarsi dentro con una violenza tale da oscurare anche il più piccolo affetto.
    Sono stanco.
    Sono schifato.
    Mi fa schifo uscire e vedere un allevamento di polli in batteria.
    Già, è proprio così.
    Faccio un salto nei locali trendy e vedo tanti cloni, tutti uguali, tutti palestrati, tutti lampadati, tutti depilati, tutti con l'ultimo paio di jeans, con l'ultima moda addosso.
    E le ragazze?
    Non si sa mai se amano questi cloni o qualcosa di diverso in ciascuno di noi.
    Ma intanto tutti sono lì, tutti si divertono, tutti si scambiano attimi di vita insieme.
    Io fingo di essere diverso, ma in realtà vorrei essere lì, ma con il mio me, e non con il me mascherato, non con i me che mi hanno portato a questo malessere.
    E lì scaturisce la paura del non sentirsi accettati.
    Lì nasce il timore delle proprie idee e del proprio essere.
    Lì nasce la paura del conoscere se stessi dal di dentro.
    Lì nasce il vizio del distruggersi.
    Lì ti accorgi che non hai mai ingoiato uno specchio per vederti dall'interno.
    Lì ti sveni cercando un equilibrio che non c'è tra il te distruttivo, e il te che ti ama.
    Tracce di vecchi rimpianti si affacciano senza lasciare spazio a nuove idee.
    Non riuscire ad abbatterli, solo perchè nel circolo vizioso, fa comodo lasciarli lì.
    Lì a condizionarti la vita a tal punto da volerla restituire a chi dall'alto te l'ha data.

  13. #88
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    il dolore non esiste, esiste il fastidio, ma è sopportabile.
    heero

  14. #89
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    Citazione Originariamente Scritto da heerokeem Visualizza Messaggio
    Heero, perchè posti una tua foto nel simil-blog di Branco?






  15. #90
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    ahahhah bella sorma.....
    no ero rimasto senza parole in quanto ciò che ha scritto sembrava parlasse di me
    il dolore non esiste, esiste il fastidio, ma è sopportabile.
    heero

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