Fran io sono stato per qualche tempo assessore alla scuola nel mio piccolo comune. Le cose funzionavano così. La Regione Emilia Romagna ha emanato delle linee guida sull'alimentazione nelle scuole, che vanno "dalla ripartizione calorica dei pasti ai principali nutrienti, dalla quantità in grammi per ogni porzione, alla frequenza dei singoli alimenti dal pranzo alla merenda" e descrivono anche le caratteristiche generali degli alimenti da preferire. Linee guida che in questo caso sono ben fatte. I comuni fanno dei bandi per la gestione delle mense che prevedono il rispetto di queste linee guida. Poi c'è il pediatra di comunità che ha la responsabilità della verifica della loro corretta applicazione. Nel nostro istituto c'è poi una Commissione Mensa a cui partecipano genitori, rappresentanti del Comune, insegnanti, i gestori della mensa e il pediatra di comunità che si riunisce regolarmente per verificare problemi e suggerire migliorie. Ricordo una discussione sulla dimensione delle fettine di patate e di formaggio negli sformatini per garantire una migliore amalgamatura degli ingredienti [emoji2]. E i genitori della commissione facevano delle ispezioni a sorpresa per verificare lo stato delle cucine, la qualità dei cibi... Un anno abbiamo fatto Cucine Aperte e abbiamo invitato tutti i genitori a vedere come venivano preparati i pasti, le cuoche hanno preparato un rinfresco e abbiamo consegnato un ricettario con le migliori ricette. Però siamo in Emilia Romagna, in un comune piccolo e le cuoche erano dipendenti comunali e cucinavano i pasti in loco.
In ogni caso gli strumenti ci sono per garantire che le cose funzionino bene. Se la cosa ti interessa dovresti intanto capire quali sono gli organi istituzionali (c'è una commissione mensa, chi è il pediatra di comunità...) e magari procurarti le linee guida regionali se ci sono. E poi capire se nella tua scuola sono rispettate. In bocca al lupo [emoji2]