Ha molti nomi e molte varianti, carb cyling varie in primis.
-Where Eagles Dare-
Si ragiona per integrazione quindi, ad eccezione della cannella forse ( che non riesco proprio ad usare perche` mi nausea). Ovviamente il loro effetto sara` la ciliegina sulla torta. Senza una buona base faranno poco e niente.
Una domanda: ci sono errori grossolani nella mia distribuzione dei macro?
Esistono anche altre strategie per migliorare l'insulino resistenza?
Ora googlo un po` la distribuzione dei carbo nei giorni off di questo stevenson
Ho fatto la domanda al dott. Alexander Bertuccioli
Vi riporto integralmente la risposta
Per quanto riguarda le pratiche allenanti volte all'incremento del metabolismo le soluzioni che ritengo più efficaci e che sono documentate in letteratura scientifica sono quelle basate sull'utilizzo dell'EPOC, come potrà vedere nei seguenti link su pub med:
Effects of high-intensity circuit training, low-intensity circuit training and endurance training on blood pressure and lipoproteins in middle-aged overweight men
High-Intensity Interval Resistance Training (HIRT) influences resting energy expenditure and respiratory ratio in non-dieting individuals
questo può essere realizzato con l'opportuno abbinamento di tecniche di intensità con sovraccarichi e attività cardio.
Un ulteriore strategia è quella di utilizzare nutraceutici con effetto termogenico, ma questo deve essere fatto con intelligenza ovvero ciclizzando periodi di utilizzo e sospensione onde evitare fenomeni di adattamento dovuti a incrementate dinamiche di metabolizzazione.
Rimane comunque necessario considerare la variabilità biologiche e le caratteristiche di ogni singolo atleta, infatti esistono soggetti che pur in presenza di quote di alcuni nutrienti improponibili per altri riescono a mantenere una composizione corporea ragguardevole. Questo è dovuto a diversi fattori in buona parte di origine genetica.
Per quanto riguarda l'insulino resistenza innanzi tutto ci vuole una diagnosi certa effettuata con la valutazione di parametri ematochimici effettuata sulla base dei criteri internazionalmente condivisi. Detto ciò occorre chiarire i quadri fisiopatologi, ci può essere un problema di natura genetica correlato a un inefficiente trasduzione del "segnale "portato dall'insulina ai relativi recettori, dovuto sia a problemi recettoriali che a problemi nella sintesi dell'ormone, questo quadro è piuttosto raro. Più frequentemente l'ipersecrezione di insulina correlata a uno sbilancio nutrizionale importante da abuso di glucidi (sia in quantità che in qualità) porta a una riduzione sia dell'efficacia che del numero dei recettori per l'insulina, in pratica l'organismo ragiona in questo modo, ho trappa insulina, lo stimolo ipoglicemizzante e anabolico è eccessivo, allora per mantenere l'equilibrio riduco la mia capacità di risposta alla sua azione. Questo mette in moto un circolo vizioso in quanto progressivamente verrà prodotta sempre più insulina per compensare la glicemia crescente (in seguito alla ridotta sensibilità dei tessuti rimarrà più glucosi in circolo) e di conseguenza si ridurrà ulteriormente la sensibilità tissutale all'azione insulinica e così via fino al presentarsi di quadri peggiori. Questa condizione come dicevamo è molto comune e caratterizza tipicamente le fasi precoci del diabete di tipo II e della sindrome metabolica. Occorre ricordare che alcuni tessuti sono insulino indipendenti e quindi gli incrementati livelli glicemici portano ad una loro iperfunzione, un esempio tipico si riscontra nella sindrome dell'ovaio policistico (PCOs). Alcuni autori ritengono che anche diete chetogeniche protratte per molto tempo (anni )possano favorire l'insulino resistenza (secondo alcuni transitoria secondo altri no) in quanto l'organismo riserva il glucosio circolante ai tessuti nobili come per esempio il sistema nervoso centrale.
Per quanto riguarda il trattamento ovviamente la prima strategia è quella di mettere in atto attività fisica, si di tipo aerobico che di tipo anaerobico, che con meccanismi diversi contribuiscono alla sensiblizzazione dei distretti impegnati. Esiste inoltre il classico approccio farmacologico con le diverse classi di ipoglicemizzanti orali, mentre dal punto di vista della supplementazione ci sono diversi dati relativamente al'utilizzo dell'acido lipoico, del cromo e parlando degli erbali medianti l'utilizzo di berberina diversi autori riportano risultati a dir poco entusiasmanti, moto interessante anche l'estratto di eugenia jambolana in quanto si dimostra d'essere piuttosto efficace e sicuro.
Un caro saluto
Dott Alexander Bertuccioli
Più o meno quelli che abbiamo detto noi
-Where Eagles Dare-
Si, ma ricorda di ciclizzarli.
-Where Eagles Dare-
Dove trovo materiale su questa distribuzione dei carbo nei giorni off di stevenson?
Ho googlato, ma risultati zero
Devo ritrovare l'articolo
Ultima modifica di carnera; 01-11-2015 alle 10:20 AM
-Where Eagles Dare-
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