Il mio preparatore, un saggio 51enne pluricampione NBBUI racconta sovente ai suoi accoliti, in particolare ai più curiosi e/o duri di comprendonio una curiosa storiella. La riporto nella speranza che possa tornare utile a qualcuno:

Il guadagno di massa muscolare, ma più in generale il miglioramento delle condizioni corporee è immaginabile come uno sgabello con 4 gambe: la prima è l'alimentazione, la seconda l'allenamento, la terza le abitudini e la quarta la genetica.
Fermo restando le prime due, anche le abitudini, e fra queste è contemplato un riposo adeguato, hanno la loro valenza.

Il corpo umano infatti, opportunamente stimolato da adeguati cicli allenanti (prima gamba) nei quali fibre muscolari vengono distrutte, grazie all'apporto di sostanze nutrienti (seconda gamba), durante le ore di sonno e/o di riposo fisico (terza gamba), produrrà altre nuove fibre muscolari più forti e grandi di prima, capaci di far fronte a nuovi e più pesanti sforzi. La velocità e la quantità della produzione di dette fibre è regolata dalla secrezione di più o meno ormoni di diverso tipo disposta dal nostro sistema genetico (quarta gamba).

Adesso, le prime tre gambe dipendono da noi, dalla nostra forza di volontà ed attitudine, la quarta, a meno di non voler ricorrere ad "aiutini" che però potrebbero compromettere la nostra salute, non possiamo regolarla (magari forse influenzarla).

Va da sé che, così come uno sgabello di 4 gambe costretto a reggersi solo su 3 o 2 di esse sarà molto instabile e precario, anche dedicarsi all'ottenimento del fisico desiderato senza impiegare tutte le forze e conoscenze in nostro possesso darà risultati scarsi o comunque non quelli desiderati. Per questo, onde ottenere un buon risultato, ci si dovrà impegnare e sacrificare non solo in sala pesi o a tavola, ma anche nella vita di tutti i giorni. So perfettamente che suona strano il fatto di doversi impegnare e sacrificare nel riposare e dormire, ma anche questo terzo fattore ha la sua grande valenza.

Non sto consigliando a Tommasone di rinunciare alla sua passione del calcio, o ad esempio a chi viene invitato un paio di volte l'anno a un bel party di snobbare una fetta di torta della festeggiata, o ancora di dichiarare forfait con la propria donna che ha voglia proprio la sera dopo il leg day, sto solo dicendo che, conoscendo gli strumenti atti al raggiungimento dei risultati prefissati, ogni passo che verrà fatto al di fuori del sentiero, ci allontanerà un pochettino dalla meta.

Il mio consiglio in conclusione, e perdonatemi se sono stato prolisso, è di individuare le proprie priorità e focalizzarsi su di esse, categorizzando tutto il resto, quello che ci porta fuori dal sentiero, ma al quale non vogliamo rinunciare del tutto, come attività di contorno; dedicandoci ad esse nella maniera più limitata che ci è possibile.