effettivamente non c'è da scomodare chissà quali teorie, che magari sono state riportate solo per descrivere un pensiero, ma non si può paragonare i rischi della vita, come un incidente sul lavoro o mentre facciamo sport, con la morte per abuso di sostanze.
Da cinico cronico, la penso esattamente come Stefano Punk e addirittura ammiro chi consapevolmente decide della sua vita. Per cui tanto di cappello a chi, deciso e sicuro, sceglie di strafare con le droghe o con gli anabolizzanti per godere e "bruciare tutto insieme invece che consumarsi come una candela". Purtroppo credo che solo un tossico su un milione faccia questo tipo di scelta. Di solito mettere al repentaglio la propria vita, specialmente come fanno i ragazzetti con le droghe, o gli amatori con gli anabolizzanti, il più delle volte è sintomo di insicurezza e disagio psicologico.
Ed è questo che non può essere paragonato ai grandi sportivi come Manolo, Simoncelli, Kato, Senna, che sono morti nel tentativo di superare se stessi. La loro è stata una scelta consapevole fatta da personalità così forti da superare la media. Questo significa scegliere il rischio di morire a 30 anni per vivere al massimo invece che accontentarsi. Cosa diversa è rischiare la vita inutilmente per rincorrere un mito malato, anche se affascinante, come chi si droga ammaliato da Jim Morrison, chi si fa venire un infarto da abuso di farmaci per superare in bicicletta il collega di ufficio, chi fuma 40 sigarette al giorno per assomigliare alla posa di James Dean, o chi si sfonda di punturoni per gonfiarsi e assomigliare ai grandi fisici muscolosi. E' vero che a tutti noi piacerebbe essere come Ronnie Coleman anche solo per un giorno, ma bisogna capire che pur affascinante che sia l'idea, non ne vale la pena, e che non siamo tutti Valentino Rossi. Per cui guidate piano e state attenti, che per fare la fine del coglioxe ce ne sono già troppi di rischi nella vita.
ed è questo che mi trova un pò in disaccordo con Uber anche se capisco quello che intende. cioè per me da una parte c'è lo sport, che è uno ed uno solo, con i suoi valori, la sua disciplina, le sue regole a qualsiasi livello lo si pratichi, dall'altra ci sono i problemi delle persone, che entrano in palestra per i loro problemi psicologici che invece dovrebbero essere affrontati in altra sede e da altri professionisti. Mi riferisco a quelli che fanno pugilato per poi fare a caxxotti negli stadi, a quelli che fanno arti marziali per fare risse ad ogni occasione, a chi si compra la moto o la BMW per fare le corse per strada, o chi si chiude in palestra con l'intenzione di farsi i muscoli non come conseguenza di uno sforzo, di una pratica sportiva o di un'attitudine sana, ma con l'intenzione di gonfiarsi per acquistare stima e sicurezza in se stessi, che magari viene proprio da metter paura agli altri, come se nella vita ci fosse bisogno di intimorire qualcuno.
Questa è la differenza tra chi entra in palestra per fare sport e chi invece fa tutt'altro, pur compiendo gli stessi movimenti.
Ultima modifica di naitsaB; 07-09-2013 alle 11:56 AM
Guarda che il mio non era uno sfoggio di conoscenza, le definizioni (ingegneristiche o meno) esistono solamente per comprendersi meglio a vicenda, per non dare significati diversi ad una stessa parola, cosa che comporta solitamente fiumi di parole in cui non ci si accorge di parlare di cose diverse, magari dicendo in sostanza le stesse cose.
In discussioni interminabili come quelle sul doping, è necessario innanzitutto chiarire alcuni concetti base (tipo la differenza tra rischi e pericoli, appunto) proprio perchè sennò ci si avvita in una picchiata senza fine.
Io invece non ci trovo nulla di affascinante in chi decide di sput tanarsi la salute sbandierando la propria libertà di scelta. Cose del genere possono essere comprensibili (anche se comunque non condivisibili) in persone che crescono e vivono in situazioni "border line" di abbandono senza legami, famiglia, amici.
Ma a parte queste situazioni disperate, decidere di drogarsi (o alcolizzarsi, o doparsi...scegliete voi l'esempio) in nome della propria libertà di scelta, è semplicemente una inaccettabile forma di egoismo nei confronti delle persone che ci amano (non so se vi immaginate il dolore di un genitore che perde un figlio) oppure una manifestazione di enorme disagio o di disturbi personali.
E qui tirerei in ballo un'altra nozione: l'istinto di sopravvivenza. L'istinto di sopravvivenza (che appartiene a tutti gli esseri viventi) sta alla base del principio di autoconservazione. Possiamo quindi dire che rappresenta la normalità in natura. Per questa ragione adottare consapevolmente dei comportamenti che vanno contro la propria sopravvivenza, significa essere ANORMALI in natura, indipendentemente dal numero di persone che adottano tali comportamenti.
Cioè se ci sono (sparo un numero) 1 milione di persone di che fumano, non è che perchè sono tanti allora diventa normale fumare. Semplicemente vuol dire che ci sono 1 milione di "anormali" in giro, cosa che dovrebbe portare a riflettere sulle cause che generano questa "degenerazione", sul perchè così tante persone hanno bisogno, per sentirsi bene con se stesse, di adottare comportamenti auto distruttivi.
Ultima modifica di Tetsujin; 07-09-2013 alle 01:44 PM
Ognuno di noi custodisce il talento che gli occorre per cambiare il proprio destino
ieri ho letto l'articolo di Serra, chiaramente uno che in palestra non ha messo mai piede. Io non mi permetto di giudicare certe scelte ne di ipotizzare debolezze, problemi e drammi psicologici che sicuramente ci sono dietro. Ognuno ha i suoi. Nel mio piccolo a volte mi trovo a pensare se ne vale la pena di allenarsi per nulla, di sacrificare tempo, soldi, salute in questa cosa, se ne vale la pena di passare il venerdì sera in palestra rinunciando all'aperitivo, di ingurgitare kili di pollo, di svegliarsi per la colazione i rispondo di sì, che con un corpo di 170 per 60 kg non saprei vivere e non sarei felice. Se il solo rischio fosse quello di morire come Seccarecci probabilmente mi doperei, per un infarto o un malore improvviso, ma di lunghe malattie che ti portano via pezzetto per pezzetto ho veramente paura.
IO NON TREMO
Eh beh... se fortunatamente non gli fosse successo da solo e fossero riusciti ad avvertire per tempo il 118, sarebbe stato un cardiopatico a vita con magari problemi annessi.
"The Force shall set me free"
Credo Sith
ma guarda che qui nessuno ha giudicato niente, ne il peggiore tossico marcio, ne il più gonfio dei dopati come Ronnie Coleman... per cui è per questo che dici cose fuori dal tuo recinto, non per le parole che usi.
sul fatto che tutto sia scritto e destinato dalla nascita non sono d'accordo, solo per non togliere valore a chi invece ha avuto la forza di dire di no di fronte a certe scelte. Poi che alcuni siano stati fortunati e che nella vita ci vuole anche kulo.... beh.. che dire...questa è la più vecchia delle leggi.
dire che tutto era già deciso e che in tutti gli sport c'è il dopping punto e basta non mi sembra un gran che producente ne utile. se oggi la stragrande maggioranza dei giovani ha smesso di fumare, se hanno fatto leggi per non fumare nei luoghi chiusi, se hanno proibito l'uso del dopping nello sport con sansioni pesanti, se hanno fatto campagne di educazione contro la droga che forze hanno salvato migliaia di vite, è merito proprio di quelle persone che non hanno accettato la passività delle cose, non giudicando chi ci è cascato, ma criticando e scoprendo il nervo dei problemi.
mi riferivo all'articolo di serra che hai postato.
IO NON TREMO
mah.. non ho capito. ho risposto ad un post di (non mi ricordo il nome...) e il suo post ora è sparito...
Comunque Tetsujin, quello che volevo dire rispondendo a stefano punk, era che se solo una persona su un milione fa veramente la scelta di autodistruggersi consapevolmente, questo non può bastare a farci dire che quei comportamenti non vanno condannati. Se al mondo c'è qualcuno che decide di doparsi o drogarsi come scelta di vita razionale, non significa che devo giustificare tutti i tossici o i dopati del mondo.
probabilmente anche quell'unica persona in realtà non è così consapevole delle sue scelte e la decisione che prenderà nel voler "autodistruggersi" dipenderà invece da qualcosa di più personale.
L'istinto di conservazione, come altri istinti animaleschi, viene sopito dalla ragione, dal raziocinio e dal libero arbitrio, cose che ci distinguono dagli animali, che mai adotterebbero un comportamento autodistruttivo.
è vero quello che dici, e lo approvo da un punto di vista morale, ma non voglio imporre la mia morale a chi decide "consapevolmente" di fare quel che vuole con la propria vita. Sono disposto invece a ragionarci e apprezzo chi fa di tutto, vedi le campagne di educazione nelle scuole e negli ambienti sportivi, per evitare che questo accada.
Segnalibri