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Discussione: Crisi economica, sfiducia...Italia

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  1. #1
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    Citazione Originariamente Scritto da Dany_(84) Visualizza Messaggio
    Paolo hai ragione.
    Sarà che siamo nati in un epoca dove abbiamo tutto, sarà che bisogna agire, prendere decisioni, anche difficili , ma comunque un problema sociale in questo paese c'è, non si può negare.
    Citazione Originariamente Scritto da Call Visualizza Messaggio
    Questa frase mi trova totalmente d'accordo!!

    Dissi questa cosa qualche mese fà in un vecchio thread:





    https://www.bbhomepage.com/forum/sho...t=26812&page=4

    Vorrei farti notare le risposte.
    Precisando che quello che scrivo vale quanto quello di chiunque altro, io penso che quello che diciate sia vero, e anche parte delle risposte dell'altro 3d.

    Perchè le cose sono complicate oltre la nostra possibiulità e ognuno, a meno che non sia in malafede, ha ragione sulla base della sua, personalissima, esperienza.

    Ma, come sempre, quando le cose sono complesse, che possiamo fare noi? Cambiarle? Troppo. Però... comprenderle, questo sì.

    La complessità è questa: immagina che i problemi della Società fossero risolti per il 75% della popolazione. Wow, grandioso. Ma tu sei nel 25%. Sei fottuto. Ma guarda anche il contrario: tutto va di merd.a ma tu riesci a ottenere un lavoro incredibile.

    Il punto è questo, Dany: c'è emergenza sociale o... semplicemente tu sei in un periodo nero? Tu, secondo me, devi recuperare te stesso.

    Per la "giovane età", chiaro che a 13 anni uno non è in grado di giudicare il suo futuro, c'è gente che a 40 ancora è indecisa... ma qui, spiace dirlo, sono i genitori che devono fare i genitori, e scegliere per il figlio. Decisioni difficili da prendere, però che devono essere prese.

    Perchè, come sempre, è una catena di relazioni sociali, in cui per ottenere un miglioramento molti devono fare la loro parte in maniera coordinata. Non perchè lo dico io, figuriamoci, ma perchè... è così.

    Se l'individuo deve essere in grado di prendere le sue decisioni, è all'interno della famiglia che impara quest'arte.

    Per un esempio di catena di implicazioni, questo: le ragazze si lamentano che i ragazzi sono superficiali, mammoni, senza palle. Penso che sia vero. Ma... chi li riduce così? Le loro mamme. Che sono donne e sono state ragazze a loro volta e che a loro volta avrebbero voluto un uomo con i contro-coglioni. Ma poi educano i figli come degli inetti.

    Non è "ah si stava meglio quando si stava peggio", ma l'incoerenza dei comportamenti. 25 anni fa non si notavano ma c'erano, oggi si notano.

    Un piccolo test: a che età si è "grandi"? E perchè?

  2. #2
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    adesso scatta il sociologo che e' in me
    ripeto solo quello che ha detto Paolo ma con parole diverse.
    diciamo che 25 anni fa c'erano dei punti fermi, il bene ed il male, il giusto e lo sbagliato.

    nella nostra societa' invece anche i valori piu' radicati nella nostra cultura si possono mettere in discussione. e' la liberta' ragazzi e la liberta' ha il suo prezzo. qual'e'?
    il prezzo della liberta' e' il dover prendere decisioni molto presto, dover trovare se stessi invece di avere la strada gia' spianata.

    questa pressione sull'individuo si nota sia a livello sociale (qualcuno si puo' ritrovare solo, in casi estremi) ma anche a livello individuale. quando quello che sei e' frutto delle tue scelte l'unico da biasimare per una scelta sbagliata sei te.

    Paolo dice giustamente che gli italiani stanno in casa fino a 30 anni, la paghetta per i vizi e' normale, cosi' come i lavori a tempo determinato. questo quadretto della normalita' rispecchia l'italiano medio, nella norma, ve la ricordate la curva di gauss? beh al centro.. ma le scelte sono personali ragazzi, se io decido di andare a vivere con tre amici a 20 anni sono italiano anch'io esattamente come gli altri, e sono anche dentro la curva di gauss!

    E' nella nostra cultura stare in casa fino a 30anni? ma la cultura cosa e'? chi la decide?
    quando uno fa delle scelte nella vita come vivere con i suoi lo fa per scelta, per necessita' o perche' e' talmente normale che non ci si pensa piu'?

    cercando di rispondere alla domanda di Paolo... quando si e' grandi e perche'?
    e' una domanda difficile. io sono uno di quelli che cerca di insegnare l'indipendenza ai propri figli, l'uomo moderno secondo me deve essere in grado di fare tutto da solo. il problema nasce nel quantificare questo "da solo".

    se si mette troppa pressione sul singolo si puo' avere conseguenze catastrofali, depressioni, suicidi, asocialita' etc etc, ma se si rimane mammoni non si cresce mai, e saremo sempre unomini a meta'.

    adesso, l'eta' cambia da individuo a individuo, sta anche ai genitori tirare o lasciare la corda al momento giusto, perche' le scelte che si fanno da adolescenti si portano dietro tutta la vita. scelte difficilissime, sia come figlio ma anche come genitore, quindi per come la vedo io, l'eta giusta per essere grandi e indipendenti e' tra i 18 ed i 25.
    Una volta ci si faceva il culo per vivere, ora è la vita a esser presa per il culo! [Heerokeem]

  3. #3
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    C'è del sociologico in uber???Azz
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  4. #4
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    paolo apre una questione che non finisce più. quando si è grandi?
    bo da bambini giochiamo a fare i grandi, da adolescenti ci sentiamo già grandi e a 40 anni siamo dei bambini. c'è qualcosa che non va mi sono perso qualche passaggio?
    non so quando si è grandi ma per citare Antoine de Saint Exupèry
    Tutti gli adulti sono stati bambini ma solo pochi se lo ricordano.
    ricordarsi d'essere stati piccoli ci dovrebbe ricordare che ora siamo grandi, anche se non era questo il senso della citazione

  5. #5
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    io credo che si è veramente grandi quando:

    - si lavora;
    - si è economicamente indipendenti;
    - ci si sposa;
    - si pensa 3/4 volte prima di fare una scelta, ma pensando in fretta;
    - si fanno dei figli.

    poi c'è qualcuno che nonostante tutto resta mammone!!

    Comunque, parlando di me, l'unica cosa che m'interessa è finire l'università e trovare subito un lavoro, poi sposarmi entro i 27 anni.

  6. #6
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    Diventare "grandi" nel significato di maturazione dell'individuo in termini socio-psicologici non é necessariamente vincolato da parametri economici (lavoro, soldi) o da relazioni sociali (matrimonio, prole).

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Boromir Visualizza Messaggio
    Diventare "grandi" nel significato di maturazione dell'individuo in termini socio-psicologici non é necessariamente vincolato da parametri economici (lavoro, soldi) o da relazioni sociali (matrimonio, prole).
    beh, guarda, avere una certa indipendenza economica fà sì che puoi lasciare la casa, o almeno averne la possibilità, in modo da poter dimostrare la tua maturità in modo completo nella vita di ogni giorno. Anche il matrimonio e prole fanno sì che l'uomo maturi sentendo le proprie responsabilità, o sbaglio?

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