Precisando che quello che scrivo vale quanto quello di chiunque altro, io penso che quello che diciate sia vero, e anche parte delle risposte dell'altro 3d.
Perchè le cose sono complicate oltre la nostra possibiulità e ognuno, a meno che non sia in malafede, ha ragione sulla base della sua, personalissima, esperienza.
Ma, come sempre, quando le cose sono complesse, che possiamo fare noi? Cambiarle? Troppo. Però... comprenderle, questo sì.
La complessità è questa: immagina che i problemi della Società fossero risolti per il 75% della popolazione. Wow, grandioso. Ma tu sei nel 25%. Sei fottuto. Ma guarda anche il contrario: tutto va di merd.a ma tu riesci a ottenere un lavoro incredibile.
Il punto è questo, Dany: c'è emergenza sociale o... semplicemente tu sei in un periodo nero? Tu, secondo me, devi recuperare te stesso.
Per la "giovane età", chiaro che a 13 anni uno non è in grado di giudicare il suo futuro, c'è gente che a 40 ancora è indecisa... ma qui, spiace dirlo, sono i genitori che devono fare i genitori, e scegliere per il figlio. Decisioni difficili da prendere, però che devono essere prese.
Perchè, come sempre, è una catena di relazioni sociali, in cui per ottenere un miglioramento molti devono fare la loro parte in maniera coordinata. Non perchè lo dico io, figuriamoci, ma perchè... è così.
Se l'individuo deve essere in grado di prendere le sue decisioni, è all'interno della famiglia che impara quest'arte.
Per un esempio di catena di implicazioni, questo: le ragazze si lamentano che i ragazzi sono superficiali, mammoni, senza palle. Penso che sia vero. Ma... chi li riduce così? Le loro mamme. Che sono donne e sono state ragazze a loro volta e che a loro volta avrebbero voluto un uomo con i contro-coglioni. Ma poi educano i figli come degli inetti.
Non è "ah si stava meglio quando si stava peggio", ma l'incoerenza dei comportamenti. 25 anni fa non si notavano ma c'erano, oggi si notano.
Un piccolo test: a che età si è "grandi"? E perchè?
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