In Finlandia i redditi sono pubblici, ma qui siamo in Italia.
"Come soleva dire il mio prozio buonanima...lo sterco di cavallo si spande quando lo si calpesta"
"Come soleva dire il mio prozio buonanima...ascolta sempre lo scorrere del fiume, ma sta attento sempre a non bagnarti"
"Come soleva dire il mio prozio buonanima...il momento della partenza arriva quando meno te lo aspetti"
Il problema e che i politici italiani, anzichè creare un "sistema Italia", cerca di scopiazzare ciò che viene fatto all'estero!
Il bello è che facendo questo, non si considerano le differenze di cultura, pensiero e sviluppo che caratterizzano il nostro paese rispetto ad un altro!
Corvette, anche in Italia le dichiarazione dei redditi sono pubbliche...![]()
Intendevo dire che è possibile conoscere il reddito del vicino di casa con un SMS. Inoltre, le multe automobilistiche sono proporzionali al reddito annuo.
Qua in Italia non sarebbe mai applicabile, immaginate per quale motivo...
"Come soleva dire il mio prozio buonanima...lo sterco di cavallo si spande quando lo si calpesta"
"Come soleva dire il mio prozio buonanima...ascolta sempre lo scorrere del fiume, ma sta attento sempre a non bagnarti"
"Come soleva dire il mio prozio buonanima...il momento della partenza arriva quando meno te lo aspetti"
Alla fine siete d'accordo o meno con sta caxxata?
IMHO è giusta la pubblicità dei redditi x una questione di trasparenza e di prelievo fiscale.
phoenix spiega il perchè, buttar giù così 2 paroloni non ha senso, argomenta la tua risposta.
dal corriere di oggi.Per fortuna giustizia è fatta
Illegittima diffusione online dei redditi
ROMA - L'iniziativa della Agenzia delle Entrate di pubblicare online gli elenchi dei contribuenti è «illegittima». È quanto ha stabilito il Garante per la provacyu in merito alla diffusione online delle dichiarazioni dei contribuenti relative al 2005. «La modalità utilizzata dall'Agenzia è illegittima» spiega il Garante perché «la decisione dell'Agenzia contrasta con la normativa in materia». L'Autorità Garante per la privacy ha concluso così l'istruttoria avviata sulla diffusione, tramite il sito web dell'Agenzia, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi degli italiani. STOP DEFINITIVO - «Il Collegio (composto da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan, Giuseppe Fortunato), nel ribadire quanto già sostenuto nel provvedimento con il quale aveva immediatamente invitato a sospendere la pubblicazione online, - continua il Garante - ha stabilito che la modalità utilizzata dall'Agenzia è illegittima. L'Agenzia delle entrate dovrà quindi far cessare definitivamente l'indiscriminata consultabilità, tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l'anno 2005».
«INIZIATIVA IN CONTRASTO CON LA NORMATIVA» - La decisione dell'Agenzia secondo il Garante contrasta con la normativa in materia dei dati personali. «In primo luogo - spiega l'Autorità - perchè il Dpr n.600/1973 stabilisce che al direttore dell'Agenzia delle entrate spetta solo il compito di fissare annualmente le modalità di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalità della loro pubblicazione, che rimangono prerogativa del legislatore. Attualmente - sottolinea il Garante -, per le dichiarazioni ai fini dell'imposta sui redditi, la legge prevede unicamente la distribuzione degli elenchi ai soli uffici territoriali dell'Agenzia e la loro trasmissione ai soli comuni interessati e sempre con riferimento ai contribuenti residenti nei singoli ambiti territoriali».
«SENZA "FILTRI"» - «L'inserimento dei dati in Internet, inoltre, appare di per sè non proporzionato rispetto alla finalità della conoscibilità di questi dati. L'uso di uno strumento come Internet rende indispensabili rigorose garanzie a tutela dei cittadini. L'immissione in Rete generalizzata e non protetta dei dati di tutti i contribuenti italiani (non sono stati previsti "filtri" per la consultazione online) da parte dell'Agenzia delle Entrate ha comportato una serie di conseguenze: la centralizzazione della consultazione a livello nazionale ha consentito, in poche ore, a numerosissimi utenti, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, di accedere a innumerevoli dati, di estrarne copia, di formare archivi, modificare ed elaborare i dati stessi, di creare liste di profilazione e immettere ulteriormente dati in circolazione, ponendo a rischio la loro stessa esattezza. Tale modalità ha, inoltre, dilatato senza limiti il periodo di conoscibilità di dati che la legge stabilisce invece in un anno. L'Autorità ha poi rilevato che non è stato chiesto al Garante il parere preventivo prescritto per legge».
«CONSEGUENZE DI CARATTERE CIVILE E PENALE» - L'ulteriore diffusione online delle dichiarazioni dei redditi «può esporre a conseguenze di carattere civile e penale». Il Garante della privacy dunque, dopo aver stabilito «illegittima» la modalità di diffusione dei redditi da parte dell'Agenzia delle Entrate, avvisa che dovrà essere bloccata la diffusione su tutta la rete Internet. Secondo l'Autorità, «va ritenuta illecita anche l'eventuale ulteriore diffusione dei dati dei contribuenti da parte di chiunque li abbia acquisiti, anche indirettamente, dal sito Web dell'Agenzia».
MEDIA - Tra le altre cose l'Autorità stabilisce che i mezzi d’informazione potranno rendere noti i dati dei contribuenti che, per il ruolo svolto, sono di sicuro interesse pubblico, a patto che le informazioni vengano reperite secondo la legge, cioè presso i Comuni.
PM ROMA ACUISIRA' RISOPLUZIONE DEL GARANTE - La Procura di Roma intanto fa sapere che acquisirà presto la risoluzione del Garante della privacy. Gli inquirenti potrebbero entro breve procedere all’iscrizione sul registro degli indagati della persona o delle persone che hanno dato il via libera all’immissione on-line. Dopo questo passaggio il pm Francesco Polino ed il procuratore aggiunto Franco Ionta, che hanno ipotizzato sinora il reato di violazione della privacy, potrebbero avviare l'attività istruttoria con la convocazione di chi è parte in causa. Lunedì la polizia postale aveva trasmesso un primo rapporto sulla questione.
Menomale ma credo fosse lapalissiano alla fine che lo avrebbero tolto e dichiarato violazione della privacy, meglio così.
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