Mezzo Squat
Questo è lo squat che si vede in molte preparazioni atletiche, anche io facevo lo squat così (lo chiamavamo però, appunto, mezzo) e in molti video dei college americani. C’è tutta una lunghissima serie di discussioni se questa posizione sia mezzo o qualche altra cosa (tipo quarti di squat)
Mettiamola così: l’angolo femore-tibia è 90°, e io lo chiamo mezzo squat. Basta concordare all’nizio e non farla tanto lunga.
Chi esegue lo squat in questo modo per il potenziamento per qualche sport vi dirà che non serve scendere ulteriormente perchè questo è l’angolo massimo che useranno nella loro specialità. Questa affermazione è più difficile da smontare, e in fondo non ce ne frega niente. Però è errata.
Perchè così si impara un pattern motorio che non è quello che serve, ma ci torneremo fra un pochinino.
Chi esegue lo squat così ed è un semplice palestraro, vi dirà che in questo modo si stressano i quadricipiti o che più giù ci si fa male alle ginocchia per le forze di taglio. Insomma, l’”atleta” necessita di una discussione, il palestraro invece è impallinabile subito come l’orsetto del tiro a segno del circo.
A proposito… Dio quanto non sopporto gli “atleti”. Avete notato che ci capiscono pochissimo di pesi ma credono di saperne più di tutti? Io ero così, perciò conosco bene i miei polli. Troverete “atleti” che vi diranno che i pesi “legano”, e che il “carico naturale” è più sicuro, come se una pliometria da 75cm atterrando su una sola gamba fosse meno stressante di uno squat…
In questa posizione si notano un po’ di cose:Il mezzo squat è una profondità critica. E’ in questo momento che è necessario iniziare a tenere con i glutei e i femorali, ma la profondità è tale che ancora ciò non sia una vera necessità. In altre parole, ancora si può interpretare lo squat come un esercizio di quadricipiti, infatti molti hanno dolori alle ginocchia.
- E’ necessario mandare le chiappe indietro, perciò l’angolo schiena-femore comincia a chiudersi.
- Le spalle tendono ad andare in avanti leggermente, come si vede dalla posizione delle mani rispetto alla foto precedente (fate riferimento alla riga rossa)
- Le ginocchia vanno in avanti
Chi esegue lo squat in questo modo riesce a caricare notevolmente, in maniera anche impressionante. Però sperimenta l’effetto tipico di coloro che non usano bene i femorali, e l’ho visto (e subìto) tantissime volte: fino ad una certa profondità, diciamo 90° dell’angolo famoso, riescono a fare, che so… 10×200Kg. Se però per caso scendono di 2 millimetri, a 89°99′ non riescono a risalire e crollano sulle sbarre del rack o, peggio, a terra e non ci sono spotter che tengano: il crollo è repentino se il peso è notevole.
Se invece il peso è ragionevole, cercheranno di flettere la schiena in avanti e di mandare le ginocchia sempre in avanti, per riprendere l’alzata. Ovviamente, è un errore.
Il punto è che 2 millimetri sotto la posizione di mezzo squat è necessario usare più i soliti glutei-femorali e chi non li sa usare è destinato a fallire.
Per questo chi usa il mezzo squat come preparazione atletica sbaglia, di brutto: non usa correttamente la catena cinetica posteriore che, ad esempio, è necessaria per un salto, o per tirarsi su velocemente da terra o per rovesciare da terra un’avversario o per premere in una mischia e non indietreggiare.
Poiché però il livello di preparazione atletica degli “sportivi” è prossimo allo zero (c’è chi usa la pressa per il potenziamento…) tutto quello che ho detto è quasi irrilevante: meglio il mezzo squat che nulla o roba dannosa, no? Pertanto certi miti non si smonteranno mai.
Tanto per fare un po’ di gossip, a 19 anni eseguivo il mezzo squat al multipower (il castello, come si chiamava) in serie da 6 con 240Kg, pesando circa 68Kg. Perciò ero gasatissimo. Poi, andai in palestra e provai il mezzo squat libero. Dissi “qui sono tutti delle seghe, perciò metto 100Kg di meno e vado sciolto”. Con 140Kg iniziai a macinare ripetizioni, poi in una scesi di 5 nanometri in più e, porca *****, mi bloccai. Il panico, non mi era mai capitato, non sapevo come fare. In qualche maniera, a furia di scrollare, riuscii a risalire, dolore alle ginocchia ma ovviamente zitto per non fare una figura di feci. Un tipico esempio di non controllo della catena cinetica posteriore, quasi invalidante.
Squat Parallelo
Siore e siori, ecco a voi il famigerato squat parallelo! Dicesi parallelo perchè il femore è parallelo al terreno (geniale, non trovate? e io che pensavo che dovesse essere parallelo lo sternocleidomastoideo o il buccinatore…)
Chiariamo subito una cosa: se voi riuscite a fare uno squat visivamente decente, senza dolori strani,in questa posizione, stop. E’ tutto ok. Questo è un ottimo squat, ad una altezza tale per cui c’è sicuramente il coinvolgimento di tutti i muscoli della catena cinetica posteriore, pertanto è completo. In altre parole, per arrivare fino a questo punto è necessario usarli, finalmente, questi (beep) di glutei e questi (beep) di femorali…
Notate la posizione delle mie ginocchia rispetto alla punta dei piedi: non ho la schiena flessa, non sono “brutto” nel gesto, perciò definitivamente, la regolina della punta dei piedi non è vera, dài… Le mie mani sono leggermente più in avanti rispetto al fotogramma precedente, c’è uno sbilanciamento in avanti della schiena. Ma dato che, contemporaneamente, le anche vanno indietro, questo tilt in avanti è contenuto.
Questo è pertanto un buono squat parallelo, e non può che essere altrimenti dato che è un fotogramma di una alzata che prosegue sotto il parallelo. Se fatto così, è ok. Ma ci sono persone che arrivano in questa posizione troppo sbilanciate in avanti o con la schiena flessa. In altre parole, è possibile eseguire uno squat parallelo ma scorretto e dannoso. Dopo un esempio con le foto.
Le esecuzioni scarse di squat parallelo si vedono per pesi fino ai 130-150Kg. Difficile trovare uno squat parallelo “vero” con 180-200Kg fatto tecnicamente male. Questo perchè per squattare certi pesi è comunque necessaria una tecnica buona. Il carico assoluto, cioè, fa la differenza: chi ha un 100% del massimale a 100Kg potrà squattare male, ma chi ha un 100% a 200Kg per forza di cose dovrà squattare bene. Altrimenti… non lo farà.
Ci sono poi persone che squattano al parallelo, bene, e pensano di non poter andare più giù. Premesso che è ok arrivare al parallelo, non fate l’errore però di ritenere che sia impossibile scendere di più. La sensazione che queste persone provano è di avere un “fermo”, una specie di battuta al parallelo.
Si tratta di un pattern motorio appreso in quel modo. Niente è più potente del cervello nel volervi far credere che quello sia il vostro limite. Semplicemente, queste persone hanno memorizzato il movimento in quel modo, e lo ripetono così. Se hanno un ottimo squat parallelo e vogliono scendere di più, possono farlo. Basta volerlo. A loro è dedicato questo corso!
E’ interessante notare che gli “atleti” dei vari sport difficilmente squattano a questa profondità: o sotto il parallelo, o mezzo squat. Mah…
Squat sotto il parallelo
Finalmente, sto (beep) di squat sotto il parallelo. A prima vista, viene da dire “tutto qua?” Se però osservate meglio questo fotogramma e quello precedente, come nel giochetto della Settimana Enigmistica, ci sono delle piccole differenze.
Prima di tutto, appare il cane in basso a sinistra.
Ah ah ah, non è vero, ma è stata più forte di me ah ah ah. Ve li metto a confronto
Notate che fra parallelo e sotto ci siano 10-15 centimetri di differenza. Sono decisamente più in basso. Poi, il mio femore non è parallelo al terreno ma più inclinato.
La differenza sostanziale però è che l’angolo fra il piede e la tibia è aumentato. In pratica, è come se fossi “caduto nella buca” (il punto più basso infatti si chiama hole, buca). Cadendoci dentro, le ginocchia tornano indietro. Questo effetto è comune ad una *****ccia come me e al megacampione di weightlifting.
Perchè per scendere in quel modo, con il femore “piegato”, deve avvenire questo. Spero che mi crediate sulla fiducia, il motivo è geometrico e dovrei fare uno di quei disegnini complicati. Per non farlo accadere, dovrei in alternativa andare in avanti con le ginocchia, mettendo la schiena più eretta. Ma questo mi sbilancerebbe troppo e infatti non lo faccio.
In quella posizione i quadricipiti funzionano male: non è possibile rialzarsi dalla buca correttamente se non si usano i fottuti femorali e le fottute chiappe. Ripeto, è impossibile. Per fare uno squat sotto il parallelo correttamente si deve usare assolutamente bene la catena cinetica posteriore. Oppure, si rimane a sedere con il culo nella buca.
Si capisce allora l’affermazione di qualche paragrafo passato: squattare sotto il parallelo, utilizzando massicciamente i posteriori della coscia, crea una co-contrazione maggiore, abitua, insegna a co-contrarre gli ischiocrurali. Pertanto, si ha un minore stress sulle ginocchia.
Ecco perciò il motivo per cui imparare lo squat sotto il parallelo dà benefici in termini di salute alle articolazioni. Ovviamente, con tutte le eccezioni del caso. Se voi vi schiantate al suolo, rimbalzate, scendete e poi ingobbite la schiena, le vostre ginocchia staranno peggio. Sto parlando a chi fa le cose correttamente.
L’uscita dalla buca è tutta a carico dei femorali e dei glutei, chi proverà scoprirà che all’inizio c’è un momento in cui si cede, si crolla, come se la forza svanisse: sta usando i quadricipiti perchè quel tipo di movimento è impresso nella nostra testa, quando si dovrebbe cambiare marcia e passare ad altri muscoli.
Segnalibri