Con così poche informazioni si possono fare solo delle illazioni.
Il propionato è l'estere di testosterone che, a causa della sua velocità a de-esterificarsi, aromatizza più velocemente.
Con questo prodotto, le concentrazioni ematiche di testosterone, hanno delle fluttuazioni molto ampie, con picchi elevati, motivo per cui c'è un forte ricorso dell'organismo all'impiego di aromatasi per tentare di equilibrare il rapporto androgeno/estrogeno.
In questo caso si ha come risultante una concentrazione rilevante di 17-b-estradiolo ed altri estrogeni minori.
Un principio di gino sarebbe più idoneo da trattarsi con un antiestrogeno come il tamoxifene, come giustamente osservi. Posso compredere l'impiego del progestogel ma la finasteride mi riesce difficile capire che senso abbia.
Il tamoxifene non riduce la quantità di estrogeni circolanti ma concorre con i recettori estrogenici, in particolare con quelli siti sulle ghiandole mammarie, impedendo che si formi il complesso estrogeno-recettore e di conseguenza inizi un processo di ipertrofia delle ghiandole sotto i capezzoli.
Il problema viene eliminato alla radice con l'impiego di potenti inibitori selettivi dell'aromatasi, ma questi sono da usarsi solo parallelamente all'impiego a dosaggi "importanti" di testosterone.
Anche perchè, riducendo fino al 90% la presenza di estrogeni limitano il potenziale di crescita. Questo perchè la presenza di estrogeni in una certa misura, concorre ad una maggiore ipertrofia finale.
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