Per carità Titan l'ho capito che non si intendeva aggredire i vegetariani (oggigiorno la filastrocca "rispetto tutto tutti mi rispettino" va molto di moda ed è inattacabile), e per carità - Titan - ho visto bene che il prof. dell'articolo demonizza i "divoratori di carogne", tuttavia mi premeva sottoporre alla vostra attenzione il concetto espresso: siamo così affezionati alla carne per la carne in se stessa o per i risultati che otteniamo sul nostro fisico grazie ad essa?
Per quanto rioguarda l'amico hare Krischna divenuto eremita, ciò che da un punto di vista appare riprorevole, da un altro punto di vista può essere stata la scelta più produttiva. Gli spiriti non sono tutti uguali, quindi alcuni hanno bisogni diversi.
Il principio più o meno sottointeso per cui il vegetariano evita la carne è il seguente: quand'anche essa fosse qualcosa che ci cura da tutti i mali, nel momento in cui la mucca muore nelle condizioni più disumane piuttosto che con una pillola soporifera, qualcosa della sua sofferenza rimane "attaccato" alla sua carne, che una volta ingerita diventa "Karma" per chi l'ha ingerita, ovvero "problemi" che ci arrivano senza un motivo apparente. La carne è "contaminata", "impura" dunque immangiabile benchè all'origine buona e desiderabile.
I vantaggi che si traggono dalla sua consumazione sarebbero solo apparenti. Ovviamente per dire questo bisogna anche essere un pò induisti-simpatizzanti, ma chi è vegetariano spesso lo è!!
Poi chi è "purista" anzichè spiritualista ha gioco facile nel dimostare la ragionevolezza di una simile scelta: la carne agli ormoni o con sconosciuti prioni nelle sue membra, non è fantasia.
P.S. Non sono (più) vegetariano!!
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