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Discussione: Diario di Lady Oscar

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  1. #1
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    Citazione Originariamente Scritto da Corvette Visualizza Messaggio
    Come esegui il Good morning Ale?
    Metto il bil poco più giù del collo, insomma al limite tra l'inizio della schiena e la fine del collo stesso poi mi abbasso tenendo il più possibile la curvatura naturale della schiena che ottengo piegando leggermente le ginocchia e spingendo all'infuori il sedere.

  2. #2
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    mi spiace vitrum ma non condivido.
    anzi, lavorare a cedimento sempre e comunque è "diseducativo" nel senso che dà un'idea distorta dello stimolo utile e oltretutto favorisce gli infortuni.

    ne parlavo oggi con un preparatore del coni (cioè un tizio che fa i corsi ai preparatori del coni e che ha seguito diversi atleti dai piloti della minardi a sciatori a ciclisti).. quindi non posso neanche dirti "vabè ognuno fa come gli pare"

  3. #3
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    Somo devo dire che per me 6 serie da 6 rip, come faccio ora, sono davvero toste.Comunque farò una cosa, ora aumento di un kg le distensioni con i manubri su panca inclinata e poi proverò ad aumentare i kg della panca orizzontale. Non ti dimenticare che alla fine di ogni sessione ho un 6x6 di lento avanti che mi ammazza letteralmente per cui se mi distruggo al primo esercizio è sicuro che non riesco più a concludere l'allenamento

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da °°sOmOja°° Visualizza Messaggio
    mi spiace vitrum ma non condivido.
    anzi, lavorare a cedimento sempre e comunque è "diseducativo" nel senso che dà un'idea distorta dello stimolo utile e oltretutto favorisce gli infortuni.

    ne parlavo oggi con un preparatore del coni (cioè un tizio che fa i corsi ai preparatori del coni e che ha seguito diversi atleti dai piloti della minardi a sciatori a ciclisti).. quindi non posso neanche dirti "vabè ognuno fa come gli pare"

    Caro sOmOja,
    il “lavorare a cedimento”, come dici tu, e definirlo "diseducativo" mi sembra alquanto azzardato.
    Nelle palestre vediamo i giovani che si avvicinano al nostro sport eseguire meccanicamente le famose schede propinate da istruttori improvvisati. Sappiamo benissimo che questi ragazzi, a meno di qualche rara eccezione, non riusciranno mai ad appassionarsi perché non vi è nessun coinvolgimento da parte loro a livello mentale visto che sono costretti a svolgere una attività prettamente “impiegatizia”. Quello che manca è qualcuno che gli inculchi una mentalità atletica. L’atleta è colui che non si accontenta della propria condizione e tramite la sua intelligenza e volontà fa di tutto per migliorarsi senza riguardo dei sacrifici. Fissare degli obiettivi, raggiungerli e una volta raggiunti fissarne dei nuovi è proprio dell’atleta. Carl Lewis non si accontenta di correre i cento metri in 10’’, vuole scendere al disotto: i muri sono fatti per essere abbattuti! In palestra quella del bodybuilding è, come si dice, una ginnastica di resistenza progressiva, cioè quella di spingere il fisico, attraverso l’allenamento intelligente, a sopportare carichi di lavoro sempre più alti per cercare di ottenere i risultati voluti. Per me ha poco senso effettuare una serie di un esercizio e fermarsi all’ottava ripetizione quando ho la possibilità di farne altre due. In questo modo si perde l’occasione di spingere il proprio fisico al limite delle proprie capacità nella speranza di innescare quei meccanismi che inducono una risposta di adeguamento a nuovi livelli di capacità. Limitarsi non ha senso e in ogni caso si perde una grossa occasione per migliorarsi: e dopo ci si lamenta perché non si vedono risultati! E’ ovvio che tutto questo debba essere fatto in un contesto che coinvolga anche la sensibilità allo stimolo utile. E’ ovvio che se non si esegue bene l’esercizio c’è la possibilità di infortunarsi. Una qualità dell’atleta è quella del coraggio. Bisogna essere coraggiosi per cercare di raggiungere i propri obiettivi prendendosi i propri bravi rischi. D’altronde come dice il detto: “Chi non risica non rosica”.
    Su come si allenano i piloti della Minardi, sciatori a ciclisti non ne so molto, ma posso dirti come si allena un Dorian Yate o Ronnie Coleman, che tra l’altro viene dalla pesistica, e posso dirti che non si risparmiano.
    Scusami se mi sono dilungato su argomenti che forse già ben sai, ma può essere utile per chi legge il forum.

    Ciao,
    Vitrum

  5. #5
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    mi spiace ma siamo alle solite il tuo post denota una conoscenza superficiale di questi concetti.
    non arrivare a cedimento non significa limitarsi
    arrivare a cedimento non significa dare il 100%

    ma se non hai mai provato un allenamento non a cedimento non lo puoi capire.

    carl lewis o qualunque atleta ottenga dei buoni risultati non arriva a cedimento
    il cedimento concentrico nella corsa vuol dire cadere a terra perchè le gambe non ti reggono +.
    addirittura lewis ed i 100metristi non solo non arrivano a cedimento concentrico ma si fermano al cedimento dato dalla perdita di velocità
    quando i tempi scendono oltre un certo limite si smette di fare scatti.. è solo fatica inutile.

    fare 3x3 a cedimento vuol dire fare
    1x3 @100kg
    1x3 @95kg
    1x3 @90kg

    fare 4x2 non a cedimento può essere + indicato
    1x2 @100kg
    1x2 @100kg
    1x2 @95kg
    1x2 @95kg

    chi credi abbia dato di +?

    in questi casi non è il muscolo a determinare la limitazione ma il sistema nervoso
    il cedimento stressa + il snc che il muscolo, in questo modo nella serie successiva non sarai + in grado di reclutare lo stesso numero di unità motorie (sebbene muscolarmente ne saresti in grado)
    pensa che il sistema nervoso può impiegare fino a 4-5 volte il tempo necessario al muscolo per recuperare da una serie.
    alla luce di quanto detto il non arrivare a cedimento (concentrico) è proprio una mossa intelligente per bypassare una limitazione
    (proprio come evitare serie ad alte ripetizioni all'inizio dell'allenamento, per non accumulare acido lattico, che invece agisce sul piano muscolare e non nervoso)

  6. #6
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    Ciò che scrive Somoja io l'ho sperimentato quando ho provato ad eseguire il 6x6 di lento avanti con 14 kg che per me rappresentavano evidentemente il cedimento.Il risultato è stato, se non mi sbaglio, che nelle ultime ripetizioni delle ultime 3 serie, ho avuto bisogno di un aiutino, ma a quel punto mi hanno fatto capire che lo scopo del programma era terminare un 6x6 con lo stesso peso e senza aiuto.Quindi, il programma, l'ho modificato abbassando i kg da 14 a 12.In questa maniera non arrivo al cedimento e riesco a terminare il mio 6x6 di lento avanti.

  7. #7
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    tu ale ancora sei all'inizio e quindi 14kg non sono il tuo VERO 6Rm..
    con il tempo riuscirai ad esprimere + intensità quindi il cedimento avrà effetti ancor + deleteri sulle serie seguenti alla 1°

    cmq lo scopo era fare + ripetizioni con un peso maggiore (dall'esempio che ho fatto si capisce che il no-cedimento lo consente) quindi + volume, + intensità, ma meno stress..quindi recupero + rapido.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da °°sOmOja°° Visualizza Messaggio
    mi spiace ma siamo alle solite il tuo post denota una conoscenza superficiale di questi concetti.
    non arrivare a cedimento non significa limitarsi
    arrivare a cedimento non significa dare il 100%

    ma se non hai mai provato un allenamento non a cedimento non lo puoi capire.

    carl lewis o qualunque atleta ottenga dei buoni risultati non arriva a cedimento
    il cedimento concentrico nella corsa vuol dire cadere a terra perchè le gambe non ti reggono +.
    addirittura lewis ed i 100metristi non solo non arrivano a cedimento concentrico ma si fermano al cedimento dato dalla perdita di velocità
    quando i tempi scendono oltre un certo limite si smette di fare scatti.. è solo fatica inutile.

    fare 3x3 a cedimento vuol dire fare
    1x3 @100kg
    1x3 @95kg
    1x3 @90kg

    fare 4x2 non a cedimento può essere + indicato
    1x2 @100kg
    1x2 @100kg
    1x2 @95kg
    1x2 @95kg

    chi credi abbia dato di +?

    in questi casi non è il muscolo a determinare la limitazione ma il sistema nervoso
    il cedimento stressa + il snc che il muscolo, in questo modo nella serie successiva non sarai + in grado di reclutare lo stesso numero di unità motorie (sebbene muscolarmente ne saresti in grado)
    pensa che il sistema nervoso può impiegare fino a 4-5 volte il tempo necessario al muscolo per recuperare da una serie.
    alla luce di quanto detto il non arrivare a cedimento (concentrico) è proprio una mossa intelligente per bypassare una limitazione
    (proprio come evitare serie ad alte ripetizioni all'inizio dell'allenamento, per non accumulare acido lattico, che invece agisce sul piano muscolare e non nervoso)
    Il bodybuilding è una pratica sportiva difficile, figuriamoci per chi alle prime armi si avvicina ad esso.
    Quando Aleyuri, che stimo per la sua volontà di migliorarsi, chiede, perché incerta, di come far evolvere il proprio allenamento lo fa essenzialmente perché non ha punti di riferimento. A chi inizia questa avventura bisogna dare pochi concetti ma semplici. Proponendo tecniche di allenamento “avanzate” si rischia di confondere le idee. Il bodybuilding non è una scienza esatta ma empirica, anzi, dirò di più, non è una scienza ma un’arte. La medicina nonostante i suoi progressi non ha dato risposte sui meccanismi che portano all’ipertrofia muscolare e fino ad oggi rimangono pressoché sconosciuti. Di conseguenza non si può racchiudere il tutto in una serie di formule infallibili che portano a successo sicuro. Più importante è ricercare una sensibilità (oserei dire propria dell’artista) con la quale esplorare le proprie capacità e con questa costituirsi una “personalità” che permetta di andare avanti con le proprie gambe. Il bodybuilding è un percorso di ricerca. E’ una presa di coscienza che attraverso tentativi ed anche errori faccia capire qual è il tipo comportamento da adottare in quel momento, quando apportare delle modifiche, quando andare avanti e anche quando tornare indietro. Il tutto diviene qualcosa di estremamente personale e intimo che nessuno potrà dire che è male o che è bene, perché il tutto sarà valutato attraverso le proprie sensazioni. E’ giusto ricevere consigli e interessarsi delle novità, ma l’ultima parola sarà sempre e solo nostra. Se riusciamo a raggiungere questa sensibilità il mondo sarà meno oscuro.

    Ciao,
    Vitrum

    P.S.
    Carl Lewis, il figlio del vento, quando correva si allenava giustamente da velocista e non da culturista.

  9. #9
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    Caro Vitrum, io credo, che per ora, la cosa più adatta per me, è quella di non arrivare al cedimento perché non mi consentirebbe di terminare le serie.Ciò che ancora non mi è chiaro è se tu sei per arrivare sempre e comunque, anche per i principianti, al cedimento oppure solo a livelli avanzati.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da aleyuri Visualizza Messaggio
    Caro Vitrum, io credo, che per ora, la cosa più adatta per me, è quella di non arrivare al cedimento perché non mi consentirebbe di terminare le serie.Ciò che ancora non mi è chiaro è se tu sei per arrivare sempre e comunque, anche per i principianti, al cedimento oppure solo a livelli avanzati.
    Cara Aleyuri,
    per i principianti si apre un mondo nuovo tutto da esplorare e alcuni concetti possono essere difficili da mettere in pratica. Mi rendo conto nella pratica quotidiana che i ragazzi non sono affatto spronati nello sperimentare quali sono i propri limiti, quello che riescono a fare e quello che non riescono a fare. Un concetto importante è quello dell’intensità di allenamento e per essere efficace un allenamento deve essere intenso. Entrambi i tipi di allenamento possono essere efficaci. Per come la vedo io al tuo stadio, però, è più facile probabilmente rendere intensa la singola serie anziché l’intera sequenza di serie. Questo perché manchi ancora della necessaria sensibilità. Ma come dicono gli americani “be consistent” e capirai da sola quale tipo di allenamento preferisci.

    Ciao,
    Vitum

  11. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da vitrum Visualizza Messaggio
    L’atleta è colui che non si accontenta della propria condizione e tramite la sua intelligenza e volontà fa di tutto per migliorarsi senza riguardo dei sacrifici. Fissare degli obiettivi, raggiungerli e una volta raggiunti fissarne dei nuovi è proprio dell’atleta. Carl Lewis non si accontenta di correre i cento metri in 10’’, vuole scendere al disotto: i muri sono fatti per essere abbattuti! In palestra quella del bodybuilding è, come si dice, una ginnastica di resistenza progressiva, cioè quella di spingere il fisico, attraverso l’allenamento intelligente, a sopportare carichi di lavoro sempre più alti per cercare di ottenere i risultati voluti. Per me ha poco senso effettuare una serie di un esercizio e fermarsi all’ottava ripetizione quando ho la possibilità di farne altre due. In questo modo si perde l’occasione di spingere il proprio fisico al limite delle proprie capacità nella speranza di innescare quei meccanismi che inducono una risposta di adeguamento a nuovi livelli di capacità. Limitarsi non ha senso e in ogni caso si perde una grossa occasione per migliorarsi: e dopo ci si lamenta perché non si vedono risultati! E’ ovvio che tutto questo debba essere fatto in un contesto che coinvolga anche la sensibilità allo stimolo utile. E’ ovvio che se non si esegue bene l’esercizio c’è la possibilità di infortunarsi. Una qualità dell’atleta è quella del coraggio. Bisogna essere coraggiosi per cercare di raggiungere i propri obiettivi prendendosi i propri bravi rischi. D’altronde come dice il detto: “Chi non risica non rosica”.


    Ciao,
    Vitrum
    Mi permetto di dire la mia sull'argomento...oltre alle considerazioni di natura tecnica esposte da somo, che condivido.

    Ho citato parte del post di Vitrum, per dire che come sempre e' una questione di obbiettivi.

    Se una persona si pone come obbiettivi il bb, indipendentemente dal livello a cui si trova, potra' seguire certe strategie.
    Il cedimento avra' un senso o meno solo se avvicina o meno agli obbiettivi che ci si pongono.

    Esempio se sto facendo un meso di forza allora e' concettualmente sbagliato voler fare la ripetizione in piu'!
    Perche' semplicemente cio' mi porta piu' lontano dal mio scopo.
    Poi ammetto un'eccezione del tipo: ho fatto il mio lavoro per bene sull'es che mi interessa, magari faccio un paio di serie di curl di concentrazione a cedimento.
    Ma questo e' il contorno, la pietanza l'ho lavorata in modo appropriato al mio target.

    Per il bb puo' avere un'utilita' ma con tempi e modi ben precisi, di certo non sempre e non su tutti gli esercizi.

    Ti prego non dirmi che un qualita' dell'atleta e' quella del coraggio!!!

    Cosa vuoi dire, non mi e' chiaro. Che forse vale la pena correre il rischio di infortunarsi?
    Questa non e' una qualita' dell'atleta, questo e' il punto zero (non uno) da evitare per l'atleta.
    L'infortunio rallenta i tuoi progressi, ti fa regredire anzi perche' spesso occorre uno stop e delle cure.
    Allenandosi in modo avveduto si ottengono certamente molti risultati e questo vuol dire NON prendere rischi, se possibile mai.

    Io saro' molto protettivo su questo, ma qualsiasi cosa potrebbe farmi infortunare in palestra non e' una cosa che vale la pena di fare.

  12. #12
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    io sto vedendo proprio adesso grazie al somo e gli altri che allenarmi senza cedimento è una cosa stratosferica. poter fare squat 4 volte a settimana senza dover prendere l'ascensore per un solo piano è fantastico ...

  13. #13
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    ahah, grande kick
    che poi a dirla tutta io non sono contrario in assoluto al cedimento
    anzi, a volte si può anche andare oltre con tecniche speciali,ma il tutto deve rientrare in una concezione + ampia.

    oltretutto non ho mai visto una persona in palestra considerare il cedimento tecnico. quando si parla di cedimento ci si riferisce sempre (purtroppo) al peso che si ferma a mezz'aria.
    se poi ci si allena utilizzando cheating ecco che si può facilmente superare il limite del sicuro ed infortunarsi.

  14. #14
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    neanch'io lo sono, ma almeno su certi esercizi mi rendo conto che andrebbe considerato solo il cedimento tecnico (in primis squat e stacco)

  15. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Mike Visualizza Messaggio

    Ti prego non dirmi che un qualita' dell'atleta e' quella del coraggio!!!

    Cosa vuoi dire, non mi e' chiaro. Che forse vale la pena correre il rischio di infortunarsi?
    Questa non e' una qualita' dell'atleta, questo e' il punto zero (non uno) da evitare per l'atleta.
    L'infortunio rallenta i tuoi progressi, ti fa regredire anzi perche' spesso occorre uno stop e delle cure.
    Allenandosi in modo avveduto si ottengono certamente molti risultati e questo vuol dire NON prendere rischi, se possibile mai.

    Io saro' molto protettivo su questo, ma qualsiasi cosa potrebbe farmi infortunare in palestra non e' una cosa che vale la pena di fare.
    Al contrario, caro Mike. Affrontare allenamenti dissennati non è coraggio, ma scelleratezza. E’ logico che gli infortuni sono da evitare. Il coraggio è proprio di chi si vuole mettersi ogni volta in discussione e non da mai nulla per scontato. E’ quello di ricercare nuove strade e sfidare nuovi limiti. Il coraggioso è una persona intelligente che vuole andare oltre.

    Ciao,
    Vitum

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