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Lo Stadio
Nell’antichità erano sostanzialmente tre gli impianti sportivi, perlomeno di più classica concezione, adibiti allo svolgimento delle gare sportive e dei quali ritroviamo resti ed ampie fonti di informazione: il ginnasio o palestra, lo stadio e l’ippodromo.
Del primo, in cui si praticavano tra le altre le gare di lotta, si è già parlato nei primi post, mentre sull’ippodromo riservato alle corse con i cavalli e le bighe ci soffermeremo in seguito.
Inutile però sottolineare come sia lo stadio - che tutt’oggi è il ritrovo principale per gli sport più diffusi nonché per concerti, esibizioni e svariate manifestazioni di ogni genere - a sollecitare l’immaginazione collettiva nel ricordo e nei racconti di alcune delle più entusiasmanti vicende sportive del presente e del passato.
Il termine attuale, che ha dato il nome all’impianto sportivo comunemente utilizzato per incontri di calcio, gare di atletica leggera ed altre manifestazioni sportive e non, trae origine dal greco stadion, che era un'unità di misura corrispondente a meno di 200 metri. Con essa si effettuava la prima ed inizialmente unica gara degli antichi Giochi, ovvero quella di corsa stabilita appunto sulla distanza di uno “stadio”, che nel caso particolare dello stadio di Olimpia pare risultasse leggermente più lunga di quella standard (192 mt. in luogo di 182).
La pratica di standardizzare le piste da corsa ad una lunghezza di 180-200 metri fu poi seguita dai Romani. La capacità umana di sostenere la massima velocità è infatti ritenuta diminuire dopo circa 200 metri di sforzo; un fatto che può essere osservato anche nelle gare atletiche moderne, per cui le distanze successive sono considerate di velocità prolungata (400mt.), mezzofondo (principalmente 800 e 1500mt.) e fondo, sia pur con diverse sfumature e denominazioni dovute al progresso della scienza dell’allenamento ed alle migliorate capacità organiche del fisico umano.
Quello di Olimpia è senza dubbio il più antico stadio di cui ci sia giunta notizia ma in diverse altre città antiche sono stati rinvenuti resti di stadi greci e romani, tra cui possiamo citare lo stadio di Messene e quello di Domiziano a Roma.
Completamente modificati ma egualmente in parte ispirati ai criteri dell’antichità, sono stati costruiti alcuni stadi dell’epoca moderna tra cui lo Stadio "Panatenaico" di Atene (dal greco il significato letterale è "stadio di tutti gli Ateniesi"), in cui nel 1896 si svolsero i primi Giochi Olimpici dell’epoca moderna.
Particolarmente in quest’ultimo, proprio perché ad Atene e perciò molto vicino ad Olimpia in termini spaziali, fa effetto scorgere alcune lontane similitudini con criteri ispiratrici di oltre 2 millenni precedenti, che tuttavia lo hanno reso moderno e funzionale alla fine del XIX secolo e, sia pur con rifacimenti di strutture e modifiche edilizie, ancora attuale più di un secolo dopo.
Lo stadio Panathinaiko in Atene, già sede delle prime Olimpiadi dell'era moderna nel 1896, unico stadio al mondo costruito interamente con il marmo preso dal monte Pentelico

Come accade spesso al giorno d’oggi con demolizioni e nuove costruzioni degli impianti sportivi cittadini per l'adeguamento a modificate esigenze, così anche nel lungo periodo che caratterizzò gli antichi Giochi Olimpici si sarebbero succeduti in Olimpia tre stadi, che per ragioni pratiche gli stessi archeologi e storici menzionano con l’ordinale romano di Stadio I, II e III.
Del più arcaico Stadio I, in auge per un periodo relativamente breve e dello Stadio II che lo ha sostituito si hanno soltanto notizie tramandateci dalle fonti storiche ma non si possiede praticamente alcun reperto e non sono pertanto visibili i resti.
Quello che tuttora è visitabile nell’itinerario archeologico dell’antica Olimpia è lo Stadio III, ovvero quello presumibilmente in funzione fino all’ultima edizione dei Giochi antichi.
“ Lo stadio di Olimpia, che riproduce una delle fasi più antiche nella storia dello stadio greco, pur se costruito in ambiente pianeggiante è caratterizzato dalla pista situata ad un livello più basso rispetto al terreno circostante.
La struttura dello stadio di Olimpia subì spostamenti piuttosto considerevoli nelle varie fasi di sviluppo: quello oggi visibile è indicato come III stadio di Olimpia e sembra appartenere al IV sec. A.C.
Da un rilievo altimetrico condotto sulla zona dello stadio, risulta che quello che viene definito come II stadio di Olimpia, datato V sec. A.C, era contornato da pendii di terra di entità assai minore rispetto al successivo.
La costruzione dello Stadio III accentua, con maggior opera di livellamento, il livello dei terrapieni laterali ai lati lunghi della pista. ”
(tratto da “Lo stadio di Epidauro” di Roberto Patrucco – 1976)
i resti dello Stadio III di Olimpia

“ Lo stadio arcaico (Stadio I), ancora molto semplice e senza spalti, al livello inferiore si estendeva probabilmente lungo il terrazzo dei Tesori; il suo lato corto occidentale, dove c’era la linea di arrivo, dava sul grande altare di Zeus.
Alla fine del VI o agli inizi del V sec. A.C., lo stadio fu forse spostato leggermente verso est , con la pista situata però ad un livello inferiore e gli spalti dei lati lunghi più regolari (Stadio II).
Verso la metà del V se. A.C. , lo stadio venne nuovamente spostato di mt. 82 verso est e di mt. 7 verso nord ed il suo lato occidentale chiuso (Stadio III). Secondo scavi recenti lo Stadio III risale agli inizi del V sec. A.C. , mentre lo Stadio II apparteneva all’età arcaica.
La pista dello Stadio III aveva una lunghezza di mt. 212,54 ed una larghezza di mt. 28,50 circa; la distanza tra le linee di partenza e di arrivo è di mt. 192,28. Lo stadio poteva contenere 45.000 spettatori (un’enormità per l’epoca – n.d.r.) che sedevano direttamente per terra. “
( tratto da “Olimpia: guida del Museo e del Santuario” di A. e N. Yalouris – 1987)
l'austero e suggestivo antico stadio di Messene

“ La maggior parte degli stadi in Grecia – racconta Pausania – era provvista di rialzi artificiali. Dopo un periodo relativamente assai lungo, furono costruiti dei posti a sedere in pietra, circondati da mura e colonnati.
La lunghezza della pista era appunto di uno “stadio” ovvero 600 piedi (ca. 182 mt.) ma, poiché l’unità di misura non era uguale dappertutto, la lunghezza dello “stadio” variava da luogo a luogo.
Il più semplice degli stadi greci fu quello di Olimpia. Il terreno ai piedi della collina di Crono era livellato a forma di parallelogramma, lungo ca. 212 mt. e largo in media 23.
Questo parallelogramma era delimitato da una serie di lastre di pietra: circa 1 metro all’interno correva un canale scoperto che si apriva ad intervalli regolari in vasche anch’esse di pietra. Tale canale, alimentato da un condotto, forniva l’acqua di cui avevano bisogno gli atleti e gli spettatori, esposti come erano al sole cocente senza possibilità di riparo.
La pista per la corsa era circa 10 piedi (poco più di 3 metri) sotto il livello dell’Altis.
Gli spettatori potevano prendere posto solo sui fianchi della collina di Crono e nella aperta pianura che, secondo i calcoli, poteva accogliere dalle 20.000 alle 30.000 persone.
Più tardi, probabilmente dopo la battaglia di Cheronea (338 a.C.), fu costruito, a circa 40 mt. dalla pista, un rialzo sul quale potevano trovare posto in piedi dai 40 ai 45.000 spettatori.
Per tutto il tempo in cui lo stadio fu operativo non ci furono posti a sedere. Questi ultimi, forse in legno, erano riservati a pochi privilegiati ufficiali di gara, mentre gli spettatori restavano in piedi o seduti a terra.
La scoperta più interessante di Olimpia fu quella della linea di partenza e di arrivo delle corse. Queste linee consistevano in lastre di pietra larghe 18 pollici (poco più di 20 cm.) e si estendevano per quasi tutta la larghezza della pista. Ogni pietra era divisa ad intervalli di ca. 4 piedi (mt. 1,22) da cavità quadrate in cui forse venivano piantati dei pali. Ogni due cavità vi erano altrettante scanalature parallele di circa 7 pollici ( cm. 18), tagliate nella pietra: probabilmente servivano a segnare il posto dei piedi dei corridori.
La distanza tra le due estremità della pista era di mt. 192,27 che corrisponde a 32, 045 piedi olimpici. Il piede olimpico fu determinato da Ercole, che misurò lo stadio con il suo piede e per tale ragione lo stadio di Olimpia è un po’più lungo rispetto agli altri stadi.
La ragione per la quale le linee di pietra sono eguali su entrambe le estremità della pista è ovvia: nella “corsa dello stadio” il traguardo era situato nella parte opposta al punto di partenza; pertanto, nel diaulos e in altre corse che richiedevano un certo numero di stadi, gli atleti vi facevano ritorno. “
( tratto da “ Sport e Giochi nell’Antica Grecia” di E. N. Gardiner - 1956)
un'inquadratura dello stadio di Domiziano a Roma
...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...
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