Ieri tornando a casa verso le 18,00 accendo la tv su rai 2, appare un titolo abbastanza inquietante con un sottofondo musicale altrettanto inquietante; "moret di un ciclista". Ovviamente il sergvizio che stava per partire era un servizio sul doping, ma questa volta non era il solito servizio dove ti fanno vedere un paio dfi palestre e dei ragazzi con un po' di muscoli, ma era sul ciclismo, prendendo spunto dall'ennesima morte sospetta sulla quale aleggia l'ombra del doping, quella di Dennis Zanette ex ciclista professionista morto a 30 anni per complicazioni non del tutto chiare. Incuriosito ho segiuto il dossier fatto veramente bene, tirava fuori gran parte delle verità sul mondo dello sport professionistico che si conoscono ma che non si ha il coraggio di dire, sono stati intervistati un ex professionista di ciclismo e il maratoneta barbi i quali dichiarano che la pratica è ormai la regola, se non la segui non potrai mai avere un contratto e anche se riuscissi a strapparne uno verresti eliminato dal livello di competitività veramente alto al quale non è possibile stare dietro senza certi aiuti. Se poi ti ribelli o denunci il tutto alla stampa ti ritrovi tutti contro dallo sponsor ai compagni di squadra e ti trovi automaticamente eliminato dal giro delle gare, come successe ad uno sponsor che dichiarò apertamente che i suoi atleti (come tutti gli altri) facevano uso di sostanze proibite.......inutile dire che ora non sponsorizza più gare di ciclismo. Sono stati svelati (grazie a filamati offerti dalla polizia) alcuni medici compiacenti che si sono fatti delle mega ville a suon di preparazioni ed in un filamto era facile riconoscere un noto campione con moglie al seguito che acquistava i farmaci nello stufio del medico (il noto campione fra l'altro è ancora considerato uno pulito nonostante il filamto che lo ritrae). Ancora è stato intervistato un ex finanziere che si è rirtirato dalle indagini sul doping in quanto si è reso conto di quanto sia inutile una guerra del genere persa in partenza e poi l'intervista ad un medico del laboratorio anti doping che completava il quadro; difatti quando qualche campione viene trovato positivo ai test l'esclusione è tutt'altro che automatica, stouli di avvocati si presentano in questi laboratori ricercando il cavillo che scagioi il cliente .... e qui si va dallka solita scusa degli integratori contaminati a lle richieste più bizzarre per dimostrare che i risultati del laboratorio sono stati in qualche modo falsati (riferiva appunto il caso in cui venne chiesta la procedura scritta di pulizia dei pavimenti del laboratorio da parte degli avvocati per dimostare che il test non era valido).
insomma in fin dei conti un documento realista per una volta che denuncia la realtà dei fatti......

Questa mattina sul giornale leggo il seguente articolo:

DOPING IN TV, SINDACATO CICLISTI QUERELA IL TG2

il sindacato ciclisti professionisti (Accpi) querelerà il direttore del TG2, Mauro Mazza, perchè il servizio "morte di un ciclista" trasmesso ieri da TG 2 dossier, sulla morte di Dennis Zanette, sarebbe "un secondo attacco" alla categoria, dopo quello in cui furono trasmesse le intercettazioni ambientali dell'inchiesta sul doping

insomma ancora una volta il tutto verrà impolverato e l'operato di un giornalista che sa fare il suo mestiere verrà sminuito (probabilmente).....a questo punto mi sembra lampante come una lotta al doping si a assolutamente inutile, è un sistema troppo consolidato e condiviso dagli atleti, per non parlare del pubblico che tutto giudica e che se non vede la super prestazione da extra terrestre non si appassiona allla cosa... non si può andare avanti a suon di "il doping fa male" "il doping inquina o sport" ormai lo sport è questo, non è pulito ne sano, come ogni mestiere (anzi più di alrti mestieri) ti spreme fino a che può e poi ti butta via, questa mentalità che non accetta il doping come realtà dello sport e tutti gli utopisti che sperano di poter costriure uno sport senza doping a parer mio sono proprio la benzina che alimenta questo falò nel quale spesso a bruciare è l'atleta dal più famoso al meno famoso, dal campione al "brocco", non si fa altro che negare l'evidenza dei fatti e chi se ne avvantaggia sono le solite aziende che pubblicizzano l'immagine sana di ciò che sano non è.....
insomma credo che se le cose venissero ammesse o quantomeno non perseguitate alcune pratiche rischiosissime potrebbero essere messse da parte per lasciare spazio ad una ricerca che , volenti o noletnti, oggi risulta necessaria.