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Discussione: tutti forti ma a fare che ?

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  1. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da TheIron Visualizza Messaggio
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    Ma non è che tutti i pler sono perfetti... Domenica alla gara ne ho contati una 5 o 6 che erano tecnici ... tutti palesemente schienati. Di brutto. Ma di brutto per davvero e loro fanno solo quello. Cioè delle regolette che abbiamo visto al corso io solo la locatelli ho visto metterle in pratica. Una vera macchina perfetta.
    .................................................

    Scusate, non intendo interferire nella discussione anche perchè, in tutta sincerità, non ne ho ben compreso i presupposti e neppure dove si intenda parare; francamente poi so per esperienza che nelle decennali diatribe bb vs pl i discorsi si allargano a macchia d'olio, spesso non hanno ne inizio ne fine, molti fraintendono le parole degli intervenuti, altri concordano in parte con gli uni ed in parte con gli altri, ognuno si sente in qualche modo parzialmente coinvolto ed alla fine è pure arduo capire quale fosse il messaggio e cosa si intendesse dimostrare.

    Preferisco invece restare sul tecnico e sul pragmatico, riferendomi al solo concetto riportato nel "quote", poichè effettivamente mi riguarda da vicino per la manifestazione in esso citata.
    L'atleta che sfida i propri limiti, nel confronto con se stesso e con altri in pedana, non può essere didattico o tecnicamente pulito come da canoni teorici nelle sue esecuzioni, poichè altrimenti, se lo fosse, non raggiungerebbe ne valicherebbe quei limiti di cui trattasi, regalerebbe chili agli avversari e verrebbe meno incoerentemente al fine che si è prefisso disputando la competizione.
    Questo è il succo dello sport agonistico in tutti i settori: l'atleta, a qualunque livello, deve essere tecnico sotto il profilo regolamentare, cioè rispettare - sia pure all'estemo, come nella fattispecie in discorso - le norme che rendano valide le sue esecuzioni ma non tecnico sotto il profilo estetico o didascalico.
    Il giudizio estetico, in quel caso, seguirà altri canoni e sarà indirizzato verso l'apprezzamento - da parte di chi assiste - della sfida lanciata, della sopportazione dello sforzo, della capacità muscolare, organica, nervosa o mentale di concentrarsi, confrontarsi con quell'ostacolo e superarlo, non della dimostrazione astratta di come il gesto stesso andrebbe compiuto decontestualizzato in una situazione neutra ed asettica.
    Resta però il fatto - entrando nello specifico della gara di deadlift - che chi schiena a 300 non lo farebbe a 200 o a 250 (tranne cercando nel warm up le condizioni analoghe della pedana) per il semplice motivo che è un peso per lui ampiamente alla portata; il ragazzo o l'amatore che invece vedi schienare a 100 lo fa perchè quello rappresenta per lui un limite extra wo, da test o da gara per l'appunto, come sono i 300 per il campione.
    In un Corso Istruttori ti forniscono certi insegnamenti, innanzi tutto, perchè rivolti a molti che non diventeranno mai powerlifters (come dice giustamente Claudio), perlomeno dal punto di vista agonistico e neppure ne avrebbero del resto l'intenzione ma trattasi, il più delle volte, di preparatori atletici che intendono utilizzare le esercitazioni e le alzate del wl e del pl ad altri fini o di semplici appassionati incuriositi: questi devono dunque rispettare determinati canoni base, sia nelle loro esecuzioni che in quelle a cui sottoporranno, eventualmente, i loro atleti spesso in discipline del tutto diverse.
    Inoltre il corso deve insegnarti a crescere, sviluppare, potenziare principalmente, perchè agonista lo diventano pur sempre una ristretta minoranza e comunque tempo dopo; se il corso si rivolgesse solo ai futuri PL avrebbe già esaurito tutto il bacino di utenza sfruttabile.
    Queste cose, però, chi fa realmente attività agonistica in una data specialità le conosce ed è in grado di rispettarle, tanto più quanto più alti saranno i massimali nel momento in cui - giocoforza, in pedana - non sarà più in grado di farlo.
    Ne consegue che chi è "tecnico" a 100 e 120 chili, potrà fare 150 ma se vuol fare 200 deve rispettare la pulizia di esecuzione a 170.
    Analogamente, colui che arriva ad essere "tecnico" - nell'accezione didattica che tu dai a questo termine che, ovviamente, è ben diversa dal significato che gli attribuisce il "competitor" - a 270 chili sfrutterà questa raggiunta capacità per ottenere in pedana 300, quindi non accontentandosi, da agonista qual'è, della propria prestazione massimale di pulizia astratta ma cercando di andare oltre, consapevole però di dover ulteriormente migliorare la tecnica esecutiva in futuro....ma solo, beninteso, per potersi spingere ancora oltre.
    Questa è la chiave di lettura con la quale va esaminato lo sport agonistico, qualunque sia la disciplina presa a riferimento, non solo per la tecnica ma pure per la fatica percepita: un maratoneta che fosse teoricamente in grado di correre in purezza di stile 42km. in h2.15', si stremerà e forzerà l'andatura nella fase finale per riuscire a coprirli in h.2.05 ma ciò non lo giustificherebbe a correre male in allenamento blando, poichè questo gli negherebbe qualunque progresso ed è, al contrario, un aspetto più frequente nelle h.3.30 di percorrenza di un amatore di mediocre livello, per il quale detta prestazione in performance equivale a quella ben più eccelsa dell'atleta di cui sopra.
    Ecco dunque perchè in una gara di stacco vedrai esecuzioni forzate e poco consone ai dettami teorici del corso neofiti: perchè trattasi di atleti agonisti (o aspiranti tali) che, sia a livello apicale sia mediocre, tentano di far mettere a verbale la loro miglior prestazione, preoccupandosi unicamente in quel caso (e non sempre riuscendovi) di obbedire solo al concetto di validità tecnica imposta dal regolamento in corso.
    Laura Locatelli, che tu menzioni, non fa alcuna eccezione: molto più semplicemente ha gentilmente pensato, con il marito Luciano, di far cosa gradita al sottoscritto ed a Giorgio Agostinoni, colleghi di FIPL, onorando un contest ed elevando il livello della gara femminile con la sua partecipazione, pur abituata ad altri palcoscenici e pur essendo - potremmo affermarlo - forse la più forte stacchista italiana (a punteggio wilks ha talvolta battuto la stessa Orsini).
    Quella pulizia tecnica del gesto che hai apprezzato è dovuta semplicemente al fatto di essersi tenuta, con 175kg., al di sotto dei propri limiti, dato il fine della sua presenza. Se l'avessi vista staccare una prova massimale ad un Campionato del mondo con carico maggiore, probabilmente avresti notato altrettanto sforzo e ammirabile grinta e tecnica agonistica al limite, proporzionale alla necessità dell'evento, così come faceva la ragazza esordiente con parecchi chili in meno o l'atleta affermato al limite delle proprie attuali e reali potenzialità.

    Un saluto
    Ultima modifica di Tonymusante; 05-06-2012 alle 04:26 PM
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

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