Lanciare le chiappe al cielo


Questo è un altro errore ricorrente, che si riscontra in tantissimi tipi di esecuzione, comprese quelle sotto il parallelo, come in questo caso: a sinistra la posizione di massima accosciata, fatta con tutti crismi, compresa la schiena compatta. A destra il patatrac, un attimo dopo.

In pratica, le ginocchia sono mandate indietro e contemporaneamente salgono le chiappe in più velocemente delle spalle, con schienata in avanti. Perciò accade lo stesso, identico fenomeno dell’1-2 dello stacco: salgono i glutei (1) e poi le spalle (2). Ovviamente, una esecuzione di questo tipo non è funzionale e sicura…

Le anche non ruotano (l’angolo femore-spina non aumenta) perciò tutto il comparto glutei-femorali non viene utilizzato. Poi, c’è la tirata di schiena, con un rallentamento impressionante dell’alzata e uno sforzo titanico. L’alzata fallisce qui.

Non è che chi sbaglia lo fa sempre così. Ci sono molti gradi intermedi. Ci sono persone che fanno così sempre, qualsiasi sia il carico. Non hanno perciò un movimento acquisito corretto, il loro cervello ha assimilato che si usano la schiena e le cosce. Sono squattisti paralleli ma anche sotto il parallelo se le loro caviglie glielo permettono. Schiena forte, ma movimento del tutto errato. Certamente meno che così, però l’1-2 è sempre presente.

Quando il carico è elevato e si ha “paura” questo è il movimento tipico: si ricerca un movimento per paura di rimanere a terra, come se il cervello avesse bisogno di sentire che qualcosa si muove. Perciò si tende a salire in questo modo. Nei miei 200Kg tendo un po’ a fare così. Anche in questo caso è un errore, ma se accade solo su carichi elevati, il pattern motorio acquisito è comunque corretto anche se va affinato.

Gli squattisti con le fasce falliscono di brutto l’alzata se eseguono in questo modo, perchè le fasce amplificano questo effetto, sparandogli il culo al soffitto. E poiché si usano le fasce con pesi sovramassimali, lo squattista geared (come me) deve imparare a controllare il fenomeno proprio nei massimali.

Questo tipo di errore si può mescolare in varie miscele con il precedente, cioè schienare in discesa “un po’” per poi risalire con l’1-2 “un altro po’”. Così facendo si perdono, che so… 15Kg di massimale in qua e in là, oltre ad esporsi ad acciacchi di varia natura.

Ecco il video del difetto descritto, due ripetizioni, una peggio dell’altra


Stringere a X le ginocchia

Ci sono persone che quando risalgono tendono a stringere le ginocchia, come nel fotogramma qua sotto dove mi sono dovuto sforzare per farlo. Sinceramente non riesco a capire il motivo, se non in una errata acquisizione del movimento.


Stringere in dentro le ginocchia è tipico delle alzate olimpiche, in cui qualche significato lo avrà e andrà bene farlo così. Di sicuro, in un back squat dei nostri fare in questo modo è un errore,perciò non fatelo anche se avete visto Ivan Drago, John Connor, Hiroshi Shiba o qualsiasi altro su Youtube farlo con 500Kg. Ecco il video completo


Un esempio di squat “bello”


Ecco a voi quello che io ritengo un bello squat, esteticamente. Enrico (EnricoPL) Bomboletti al Campionato Italiano 2006 alle prese con 270Kg. Enrico ha a mio avviso uno squat incredibile, anche se ci vuole un minimo di conoscenza per apprezzarlo. Secondo me in Italia è uno dei migliori esecutori tecnici. Come direbbe Ado Gruzza, il bilanciere scorre su una rotaia.

Notate come stacca il bilanciere deciso, facendolo saltare dagli appoggi (i pesi ondeggiano e ciò non è facile con bilancieri che iniziano a flettersi sopra i 350Kg). Fermo, pochissimi passi indietro, stop. Sensazione di sicurezza estrema, non ci sono incertezze. Già riuscire a fare in questo modo è una caratteristica da allenare.

Stance largo, scarpe piatte, piantato in terra senza paura. Al comando del giudice, discesa decisa, “prende le fasce” a puntino, accosciata profonda, risalita. Poco sopra il parallelo, punto critico. Guardate come la schiena non ceda di un millimetro nel punto in cui si ha “paura” e si tende a far salire le chiappe. Poi, l’alzata viene chiusa. Pagherei per fare uno squat così…

Conclusioni

Eccoci alla fine di questo pauroso corso di squat, mi sono sfogato nella mia scrittura compulsiva, i dottori sono contenti e questo fine settimana mi faranno uscire in giardino, forse senza la camicia di forza.

Sembra impossibile aver scritto tanto, a dimostrazione che un movimento pparentemente banale sia invece composto da migliaia di dettagli se si vuole eseguire bene superando i propri limiti. Non ho inventato nulla, solo messo insieme la mia esperienza di questi anni e gli insegnamenti di buoni mestri.

A molti tutto questo non interesserà, però esiste una ristretta percentuale di persone a cui piace caricare parecchio in questo esercizio. A queste persone mi sento di dire che “costanza”, “impegno”, “sacrificio” e tutta la retorica della palestra non consistono solo nell’entrare in sala pesi e picchiare duro, né nell’eseguire il programma perfetto in maniera religiosa, con il diario e il cronometro.

Ci vuole la stessa costanza e lo stesso impegno per “capire come funzionano le cose”. Come direbbe Bruce McKinney, questo è un corso per quelle persone che non accettano un “no” come risposta.

I miei 200Kg sono stati realizzati perchè non mi sono mai fermato ai “no” e agli “è impossibile”, ho sempre pensato che io stessi sbagliando qualcosa, e che sempre ci fosse qualcosa da correggere. Non mi sono mai accontentato nè mi accontento di questi 200… possono venire meglio, posso fare 10Kg in più.

Del resto io sono fatto così nelle cose che mi piacciono: non mollo mai. Poi, in tutto quello che non mi piace sono assolutamente indolente e scansafatiche (mia moglie lo sa benissimo…)

Limare le esecuzioni, concentrarsi su particolari pallosissimi che i più disdegnano, riprendersi, accettare le critiche sono tutti mezzi per ottenere un grande massimale (il vostro, qualunque esso sia).

Per imparare, dovete essere curiosi. Vi deve piacere… imparare. Per questo non impara nessuno: perchè la curiosità latita, si pensa che l’allenamento così fatto non sia produttivo. Questo atteggiamento è comune sia ai BIIisti convinti che ai pompatori folli. I primi sono troppo ingessati nelle loro credenze, i secondi sono troppo maniaci della massa ad oltranza.

Si vuole entrare in palestra e ottenere subito. “voglio risultati, non chiacchiere” (in inglese “hey man, gimme facts not pugnets”). Invece, dovete considerare tutto questo un investimento: imparare uno squat in questo modo permette di stimolare maggiormente i muscoli a parità di carico utilizzato.

Dedicatevi alla tecnica, è tempo speso in maniera intelligente e vi ripagherà. Di questo, ne sono sicuro.