Aldilà di tutto, di tutti gli studi, di tutte le elucubrazioni scientifiche, credo che il problema, il nocciolo del problema, sia proprio questo: troppa "precisione", troppa scienza, troppi calcoli...
Ct ha ragione ad affermare tutte le cose che ha studiato, ma come dice lui stesso, che ***** di vita fai se stai sempre lì a calcolare, a pensare, a programmare pasti ed allenamenti.
Ansia, esaurimento... Questo è quanto.
La via più "soft" presa da Manga81 è da condividere in un'ottica di vita "normale", a cavallo tra la sedentarietà e la voglia saltuaria di fare attività fisica.
Non credo che a livello fisico e psicologico sia possibile reggere una mole di dati, numeri, teorie ed applicarle SEMPRE E COMUNQUE su di sè.
Sono dell'idea "impara l'arte e mettila da parte", altrimenti si diventa scemi (parlo sulla mia pelle, sia ben chiaro).
Mi sono rotto le palle di mangiare solo alimenti "testati" preventivamente sul sito www.dica33.it per vedere se contengono più o meno carboidrati, e quindi se più convenienti da mangiare prima o dopo un allenamento.
Già, proprio così, l'ALLENAMENTO diventa la parte centrale, il fulcro della giornata, la cosa su cui ruotano tutti gli orari, tutti i cibi, tutte le relazioni interpersonali, tutte le paure, le fobie, le manie, le angosce.
Diventa come una dipendenza. Saltare un allenamento, un pasto, alzare meno di quanto si era PREVISTO, diventa fonte di angoscia, preoccupazioni...
Ma dietro quale dito ci vogliamo nascondere?
Diciamo la verità: ci preoccupiamo tanto di queste cose per il solo fatto che vogliamo trovare riparo dalle nostre insicurezze, cercando la sicurezza in questo modo.
Mascherare i nostri insuccesi, non pensare a ciò che ci ha ferito e che forse può ferirci ancora.
Ma il problema rimarrà sempre lì, e questa non è di certo la via d'uscita.
E' un po' come mettere nuovo intonaco sopra una chiazza d'umidità sul muro. Quanto volete che duri prima che la macchia si ripresenti? La soluzione è ROMPERE IL MURO, trovare il tubo rotto che genera l'umidità, ripararlo o sostituirlo, e poi rimettere l'intonaco una volta per tutte.
Troppo semplice coprire ogni volta il problema...
Ovviamente non parlo per tutti, diciamo che ho usato un plurale majestatis, riferendolo a me.
Ma credo che con un po' più di introspezione, molti si ritrovino in ciò che dico.
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