
Originariamente Scritto da
MetalMeltdown
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Equivoco n. 9: credere che lo sport faccia bene
Il titolo del paragrafo è ovviamente provocatorio. Ma distinguiamo il fitness dallo sport: fitness è sinonimo di wellness, è la ricerca del benessere. Nuotare un po’, fare yoga, passeggiare in mezzo ai boschi, fare jogging e stretching: tutto può essere fitness, non solo il cardio-indoor e i pesi leggeri. Gli obiettivi possono essere molteplici e spesso si integrano in un programma più ampio: dimagrire, migliorare la flessibilità e l’efficienza cardiovascolare, aumentare leggermente la forza e la massa muscolare, curare un mal di schiena o dei problemi posturali, mangiare e idratarsi meglio, smettere di fumare. Sono tutti elementi che contribuiscono a migliorare enormemente la salute. Nel momento in cui si ricerca un aumento importante della performance (velocità, potenza, forza, ipertrofia, resistenza, ecc), però, si entra nello sport e il discorso cambia completamente. Il fitness è benessere, lo sport è selezione. In particolare, gli sport più intensi (boxe e gli altri tipi di fighting, sollevamento pesi, rugby, football americano, body building, centometri, ginnastica artistica, calcio) e/o di lunga durata (triathlon, sci di fondo, maratona, ciclismo) sono troppo duri per non creare scompensi per la salute. Si registrano deficit di produzione ormonale e del sistema immunitario, eccessivo stress nervoso, alta incidenza di traumi, in alcuni casi perdita di sonno e calo della libido. Tendini, legamenti, articolazioni, apparato endocrino ed SNC, spesso, non recuperano mai pienamente. Durante l’esercizio fisico brutale si creano molte scorie: una vera cascata di radicali liberi. Si tratta di molecole che hanno perduto un elettrone e sono estremamente aggressive verso i tessuti dell’organismo, dato che tentano di recuperare l’elettrone perso: danneggiano le membrane cellulari e le catene di aminoacidi, generano morte cellulare, mutazioni sul DNA e sembrano essere la causa principale del cancro. I sistemi biologici di controllo dell’organismo non sono assolutamente sufficienti a contrastare i danni dei radicali liberi, quando la loro produzione aumenta troppo: bisogna quindi integrare con molti antiossidanti. Ad oggi, non abbiamo notizia di un solo atleta professionista che sia morto centenario. In compenso, siamo a conoscenza di tantissime morti premature nello sport. Il body building risulta essere uno degli sport più a rischio in quanto, oltre all’allenamento intenso, prevede diete ipercaloriche, bagni di sole, lampade: tutte cose che aumentano a loro volta la produzione radicalica. L’unico modo per salvaguardare il sistema immunitario e combattere i radicali liberi è l’assunzione di molti antiossidanti: ALMENO uno o due multivitaminici/minerali a spettro completo al giorno, altissime dosi di vitamina C (infinitamente superiori all’RDA) e uno stack associativo di antiossidanti uniti. Anche la dieta dev’essere molto curata in questo senso. Tutto ciò si riferisce ovviamente agli atleti che non fumano e non fanno uso di droghe e farmaci dopanti: nessuna integrazione, infatti, può minimamente contrastare gli effetti devastanti di queste sostanze. Un soggetto che segua un’alimentazione sana, che non abbia fattori di rischio (fumo, alcol, sovrappeso, ecc) e che svolga un’attività fisica leggera di fitness, al contrario, non ha bisogno di alcuna integrazione.
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