Lo ha ucciso un cocktail di farmaci, un miscuglio di steroidi e prodotti "dopanti" che gli hanno gonfiato i muscoli e alla fine stroncato il cuore. Ora non ci sono più dubbi sulla morte improvvisa, avvenuta il XX XXXXXX scorso all'XXXXX, di un giovane istruttore di body building. Lo dice l'esito della perizia medico legale disposta dal magistrato e consegnata questa settimana in Procura dal professor XXXX dell'Università XXXXX.

in casa della vittima, XXXXXXXX , 36 anni, gli investigatori avevano trovato già all'epoca «una piccola farmacia»: quasi trenta confezioni di medicinali di tipo diverso, occultati in un frigorifero insieme con alcune siringhe.
Completati gli accertamenti tossicologici, la parola passa adesso al sostituto procuratore XXXXXXXX, titolare dell'inchiesta. Il fascicolo relativo a quel decesso è ancora contro ignoti e rischia di restar tale, se non si riuscirà a individuare chi prescrisse quei medicinali o comunque chi riforniva di quelle fiale e compresse XXXXX XXXXXXX

Emergerebbe un quadro da brivido tra le righe delle trenta pagine e passa della relazione medico legale. I livelli ematici riscontrati nel corpo di XXXXXX XXXXXXXfanno propendere appunto «per l'uso prolungato, massiccio e contemporaneo di sostanze come la morfina, la tiroxina o l'atropina, l'estratto chimico di una pianta denominata "belladonna" in quanto porta a una dilatazione delle pupille tale da rendere lo sguardo più intenso». Il culturista, un ragazzone di oltre 100 chili XXXXXXXXXXXXXXX , a due passi da casa, ne avrebbe fatto uso anche pochi minuti prima di morire, una sera di cinque mesi fa nella camera da letto dell'appartamento che divideva con la sua compagna, sopra quello dei genitori. Un'iniezione intramuscolo forse fatale. «Era appena tornato dall'allenamento - racconta l'anziano padre, XXXXXXX XXXXXXX quasi rassegnato alla verità emersa ora - vado su a riposare un po', sono stanco, disse. Non l'abbiamo più rivisto vivo. Era un buono, ........., ma in quel periodo il mio XXXXXX era molto nervoso, era diverso, stava preparando un'altra delle sue gare e veniva da sette mesi di dieta durissima, era capace di stare anche 72 ore senza bere, ma noi non sapevamo nulla di ciò che poi prendeva di nascosto».

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