centra la storia delle fibre 
Difatto l'allenamento verso la resistenza condiziona le scelte future molto di più rispetto a quello rivolto alla potenza ed è il motivo per cui in un giovane corridore è opportuno non esagerare in allenamenti eccessivamente rivolti alle distanze lunghe.
In pratica è più facile che un velocista andando avanti con l'età passi alla velocità proilungata o un quattrocentista al mezzofondo o un mezzofondista alla maratona che non accada piuttosto il processo inverso; diciamo che la reattività e l'esplosività sono doti in gran parte genetiche da accrescere con l'affinamento tecnico e la preparazione adeguata, mentre la prova di resistenza è maggiormente costruita nel tempo ed anche fonte di maggior tranquillità rispetto all'insorgere di infortuni.
Infatti se un amatore inizia a correre in età avanzata, solitamente, allenandosi può ancora ottenere buoni risultati nelle lunghe distanze, anche a discapito di una tecnica approssimativa, che non nelle prove di velocità.
Il percorso verso l'allungamento della distanza, come quello dall'alattacido al lattacido e da questo all'aerobico sono - a grandi linee - quasi irreversibili ed era poco logico che io, abbandonate le gare di biathlon a 43 anni, decidessi di improvvisarmi squattista con risultati anche solo avvicinabili a quelli che raccoglievo nella bench press, dove avevo esordito sia pur in modo ludico e quasi grottesco all'età di 19 anni. 
Poi con calma rispondo anche alla domanda che mi hai posto sul tuo diario riferita allo squat tuo, di Vincenzo e di Alessia.
Ultima modifica di Tonymusante; 17-07-2014 alle 03:39 PM
...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...
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