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Discussione: Il metodo distribuito - Ado Gruzza , domanda sul 2° capitolo

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  1. #1
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    Si và avanti nella lettura teniamo fresco questo topic che merita veramente tanto questo libro.
    Ultima modifica di fraspena; 26-05-2014 alle 08:16 PM
    Work hard or go home!

  2. #2
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    Ho finito la parte teorica del libro sono alla terza parte che riguarda i programmi, voglio chiedervi voi cosa ne pensate di tutte ste percentuali utilizzate durante il libro alla fine io penso che il corpo non sà se stai lavorando al 60% piuttosto che il 73% ecc voi che ne pensate? (non è una critica, assolutamente , voglio solo sapere cosa ne pensate in merito alle percentuali di lavoro che consiglia ado ma che poi molti tecnici fanno utilizzare cosa sicuramente giusta visto che producono risultati ma la spiegazione qual'è? cioè non penso che il mio corpo sà quanto è il 50% piuttosto che il 65%.)
    Work hard or go home!

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da fraspena Visualizza Messaggio
    Ho finito la parte teorica del libro sono alla terza parte che riguarda i programmi, voglio chiedervi voi cosa ne pensate di tutte ste percentuali utilizzate durante il libro alla fine io penso che il corpo non sà se stai lavorando al 60% piuttosto che il 73% ecc voi che ne pensate? (non è una critica, assolutamente , voglio solo sapere cosa ne pensate in merito alle percentuali di lavoro che consiglia ado ma che poi molti tecnici fanno utilizzare cosa sicuramente giusta visto che producono risultati ma la spiegazione qual'è? cioè non penso che il mio corpo sà quanto è il 50% piuttosto che il 65%.)



    beh si, indubbiamente il "corpo" inteso come insieme materiale di viscere, tessuti e frattaglie non ci capisce granché di percentuali ma, se è per questo, non sa nemmeno cosa sia un metodo distribuito, una multifrequenza ed una benchpress.
    Tu però non sei solo un prodotto vegetale o animale della natura e non vivi di istinti primordiali (per carità pur essi importanti, non si discute ) ma sei un essere pensante che, ad esempio, in questa fattispecie ludica, ti stai ponendo dei problemi essenzialmente concettuali inerenti alla teoria dell'allenamento.
    Ora le percentuali, in questo caso, cosa rappresentano? Niente altro che un aiuto offertoci dalla matematica - e peraltro molto convenzionale - per regolarci sul lavoro atletico da svolgere e consentirci di stendere un piano di allenamento.
    E' evidente che non esistono numeri magici, ne per quanto concerne il numero delle serie ne per quello delle ripetizioni e dunque neanche per le percentuali così assunte; tuttavia in quale altro modo potresti stilare un programma in ambito prestazionale e poi periodizzarlo se non facendo riferimento a calcoli numerici?
    Le percentuali di lavoro indicate nei programmi specialistici - le trovi dovunque, dal Korte al russo, dallo Smolov a quelli di Poliquin, da Starr a Faleev ecc. - sono la rappresentazione matematica di una fascia di sforzo.
    Provo a spiegarmi meglio: si deduce, dalle ricerche e studi finora svolti, che il corpo possa lavorare in determinati ambientazioni e ricorrere a certi meccanismi energetici nonché esser messo in condizione di produrre determinate conseguenze in rapporto allo stressor che gli viene atleticamente applicato; detto stressor richiede un tempo di lavoro sempre in certe condizioni che, a seconda dell'attività sportiva, può comportare una convenzionale distanza da percorrere, uno spazio aereo da coprire o valicare, un numero di gesti ripetuti da compiere; nel caso della pesistica (in accezione lata, quindi pure il pl) ad ogni numero di reps corrisponde un carico relativo ad esse ma pure un atleta ben individuato (lui e non altri) che svolge il lavoro.
    Una percentuale di carico, cioè una percentuale rispetto ad un carico dato (un massimale ma non è detto) implica un numero di ripetizioni replicabili con quel carico, un tempo approssimato sotto sforzo ed uno stimato di recupero, quindi un meccanismo energetico da sollecitare.
    Chiaramente non sempre la percentuale è individuabile con esattezza, per cui spesso sono indicate delle fasce: es. 65-70% oppure, procedendo all'inverso, 7/8 reps.

    Fin quì il discorso generale per rispondere alla tua domanda per la quale il corpo non sa quanto sia il 50 o il 65%.
    Scendendo nel dettaglio, nessuno di noi tecnici è depositario della verità assoluta ne possiede l'acqua benedetta: studiamo, osserviamo (sul campo e non dietro un pc), sperimentiamo, confrontiamo, cerchiamo di dedurre o talvolta di indurre e proviamo poi a formulare. I risultati degli atleti possono o meno darci ragione o torto, ferma restando sempre la storicizzazione della situazione e del tempo in cui ciascuno di noi vive, le occasioni che si presentano, le situazioni contingenti.
    Alcuni di noi, nell'applicazione pratica, valutano il lavoro sulla base della fluidità e velocità che il movimento consente a quelle percentuali stabilite e si regolano di conseguenza (mi sembra il caso di Ado ma non solo), altri sulla fattibilità in se del lavoro previsto, altri ancora sulle osservazioni di intensità e fatica percepita; alcuni poi sono più disponibili a correggere percentuali e carichi in corso d'opera, altri preferiscono essere più rigorosi, altri ancora si basano esclusivamente su test e risultati; ancora: alcuni preferiscono lavorare con percentuali di intensità ridotte e volumi maggiori, altri il contrario, altri ancora modulano secondo l'obiettivo, il tempo a disposizione ed il programma prescelto, altri poi sono più duttili nel diversificare l'impostazione da atleta ad atleta; alcuni sono più rigidi nelle loro mentalità programmatiche mentre altri rischiano ed amano sperimentare, molti sono influenzati dal loro background ed altri dai successi o insuccessi ottenuti.

    In tutti casi, però, difficilmente troverai un programma senza indicazioni percentuali, siano esse più alte o più basse, più meticolosamente indicate o più elastiche, limitate alle 3 lifts o ai multiarticolari principali o ancora estese fin nei complementari.
    L'allenamento istintivo - in termini di cifre non di esercizi - può avere un riscontro e ragione di essere nel bodybuilding dove non c'è prestazione finale o comunque essa non è espressa in coefficienti numerici ma negli sport prestazionali e competitivi non sarebbe possibile, salvo voler fare un'operazione di marketing o di facciata.

    Quella che leggi in quel libro è la proposta di Ado Gruzza, frutto delle sue idee, della mentalità che lo contraddistingue e del lavoro che ha condotto con i suoi atleti; puoi concordare o no ma - pur volendo giustamente seguire altre strade - percentuali, indirizzi e paletti li troverai sempre, sia pur con ovvie differenze da scuola a scuola.
    Ultima modifica di Tonymusante; 30-05-2014 alle 12:14 PM
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

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