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Discussione: Across the English Channel

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  1. #1
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    Citazione Originariamente Scritto da Tonymusante Visualizza Messaggio
    grazie Devid ma ormai anche questo appartiene al passato.
    Vi posto questi stralci della memoria per cercare di rendere meno noioso il diario, evitando una mera sequenza di percentuali e reps dei miei woorkouts - che ovviamente servono ma che alla fin fine si ripetono - e per rendere invece quanto più possibile l'idea di cosa sia un evento agonistico internazionale nella specialità, di quale sia il percorso che intraprende un atleta che vi si dedica, quali le sensazioni che si possono provare e anche - perchè no - i dubbi, le difficoltà, i timori e le aspettative che si vivono nella quotidianità della vita di tutti i giorni e degli allenamenti.

    Per la cronaca e per rispondere alla tua domanda, Anton Kraft vinse il mondiale con un'alzata di 182.5kg. al peso di poco superiore ai 57kg.
    Oggi, con il progredire degli allenamenti e l'aumentata performance dell'attrezzatura, a livello di vertice assoluto queste quote sono raggiungibili persino nei master II (all'epoca ero master I) e, pertanto, non mi faccio alcuna illusione purtroppo di ripetere o migliorare quei piazzamenti.
    Dinanzi a me ci sono almeno 3 atleti al mondo accreditati di risultati ben più elevati dei miei: dall'olandese campione mondiale uscente ad un francese che ha recentemente totalizzato 172.5 kg. nei -74 e che quest'anno ha deciso di scendere di categoria, per concludere con un fantomatico giapponese iscritto dalla propria federazione con 180kg., quindi ai livelli di Kraft che all'epoca pesava molto meno ma era pure master I.

    Proprio a proposito del discorso inerente alle categorie di peso, considera pure che ho abbandonato la -60kg. allorché è divenuta -59kg, poiché sinceramente mi andava troppo stretta, soprattutto ora che ho varcato i 50 anni : e ciò sia perchè mi costringeva ad eccessivi sacrifici nel dimagrimento e sia perchè, non potendola tollerare a lungo off season, mi ritrovavo a perdere forza ed a gestire nell'immediato di una competizione maglie di supporto che divenivano improvvisamente larghe.
    Pur essendo un uomo di bassa statura (1,66) e di corporatura leggera (ca. 63 kg.), tuttavia non sono....un nano . Nella pesistica, invece, la proporzione h/p a livello di elite è quasi cubica! Ci sono panchisti alti quanto me che pesano oltre 90kg. e uomini di 1,75 scarsi che gareggiano nei -120kg.!
    Ciò è dovuto chiaramente alla peculiarità delle discipline del sollevamento, dove predomina il brachitipo ed il brevilineo per ragioni di leve; di conseguenza io, che come avrete avete potuto notare dalle fotografie sono un normolineo, risulto essere persino alto per le categorie di peso dove competo, assomigliando quasi più ad un ginnasta che non ad un pesista.
    Tutto questo, dovuto oltre che a fattori ereditari pure a pregressi sportivi (ho praticato appunto ginnastica artistica ed atletica leggera prima di passare al biathlon atletico ed al powerlifting, specialità bench press), mi sta benissimo come uomo ma è altrettanto vero che non mi avvantaggia nella fattispecie della scelta della categoria in cui gareggiare.

    Temo di essermi lasciato prendere troppo la mano ma mi auguro di non averti tediato troppo.
    No al contrario, mi interessa molto il discorso sulle leve e la predisposizione genetica per i vari sport....Ma in particolar modo noto che anche PL agonisti da cento kg + non riescono ad eguagliare prestazioni di come kraft ha un peso davvero irrisorio.. Certo bisogna vedere più che altro L'HP di questi atleti, tuttavia credo che il gioco di leve e,quindi, la tipologia del corpo dell'atleta incida molto di più sul peso corporeo relativo alla categoria.
    Punta alla luna... male che vada potrai dire di aver camminato tra le stelle..

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Devid Visualizza Messaggio
    No al contrario, mi interessa molto il discorso sulle leve e la predisposizione genetica per i vari sport....Ma in particolar modo noto che anche PL agonisti da cento kg + non riescono ad eguagliare prestazioni di come kraft ha un peso davvero irrisorio.. Certo bisogna vedere più che altro L'HP di questi atleti, tuttavia credo che il gioco di leve e,quindi, la tipologia del corpo dell'atleta incida molto di più sul peso corporeo relativo alla categoria.

    Si, effettivamente l'aspetto morfologico e la proporzione tra diversi leveraggi si rivela determinante, comunque è riduttivo affermare che PL da +100kg. non eguaglino le prestazioni di Kraft, poichè in realtà questo può esser vero sul parametro della forza relativa (b.w/peso sollevato), che notoriamente vede avvantaggiati i leggeri ma non certo usando il metro della forza assoluta, che invece risulta essere il parametro su cui si svolgono le competizioni all'interno di ogni categoria nelle gare ufficiali con titolo in palio: in quelle sedi, vince la massima alzata della categoria e non il miglior punteggio wilks, come accade nei confronti convenzionali e in contest ufficiosi tra diverse classi di età.

    Per essere precisi occorre contestualizzare i confronti in modo appropriato.
    Mi spiego: se tu confronti Kraft, atleta di elite a livello mondiale, con degli over 100kg. italiani puoi aver ragione ma è un paragone non corretto; pure io non ho rivali come master I e II in Italia nella mia categoria ma la situazione è ben diversa se mi confronto con i master pari categoria di tutto il mondo.
    Se al contrario prendi l'elite di ogni categoria nella medesima competizione mondiale, le differenze in termini di alzate assolute le rilevi col crescere del peso corporeo.
    Per fare un confronto adeguato quindi ai 180kg. di Kraft, vertice dei master I nell'allora -60kg, possiamo consultare le "nominations" dei master I della competizione mondiale che andrò a disputare e, salendo man mano di categoria, possiamo notare che nella -66kg. vi sono ben 2 atleti iscritti oltre i 190kg. e persino 1 oltre i 200, però nella -74kg. salgono a 3 quelli oltre i 210kg.; nella -83kg. abbiamo un salto vertiginoso con 2 atleti accreditati di oltre 240kg. di alzata ma nella -93kg. sono ben 3 quelli segnati con oltre 260kg; a seguire nei -105kg, cui facevi riferimento tu, il vertice master I mondiale supera i 290kg, mentre nei -120kg. detto vertice non è più tale poichè oltre i 280/290kg. ne abbiamo almeno 4; infine nei +120kg. annoveriamo due atleti iscritti con oltre i 300kg., dei quali uno oltre i 320.

    Consideriamo che si parla di un campionato master I, poichè in caso di Mondiale open (under 40anni) le quote lievitano ulteriormente, come pure se prendiamo a riferimento le liste mondiali master II, in cui sono compreso anche io, vi è un ragionevole decremento.
    Altro dato da valutare è che in alcune categorie estreme (-59kg. e +120kg.) vi sono logicamente meno atleti, quindi medie di valore inferiori ma pure meno concorrenza nei confronti dell'eventuale campione isolato.

    Complessivamente, dunque, il calcolo statistico dei coefficienti analitici convenzionalmente accettati nella valutazione della forza relativa gioca sempre a favore dei leggeri (la formica infatti, in rapporto al suo peso corporeo, ha più forza relativa dell'elefante) ma è altrettanto indubitabile che i dati della forza assoluta crescono - non proporzionalmente appunto ma costantemente - con l'aumentare delle categorie di peso, con pochissime eccezioni dovute al valore individuale storicizzato (esempio:un peso medio massimo di classe eccelsa potrebbe in un certo periodo storico essere più forte di un massimo campione in quel dato momento della sua categoria).
    Conditio sine qua non, ovviamente, è quella di confrontare tra loro i vincitori o i pari valore di ciascuna categoria nell'ambito della medesima competizione o in quella di pari livello.



    Sull'argomento ho scritto un saggio - qualche anno or sono - intitolato "perchè esistono le categorie di peso" che, se volete ulteriormente ammorbarvi, mi rendo disponibile a linkare.

    Un saluto
    Ultima modifica di Tonymusante; 26-03-2014 alle 12:58 PM
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  3. #3
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    Risposta esaustiva, nulla da aggiungere...Per ora
    Tuttavia se avresti voglia di linkare il tuo saggio per un approfondimento te ne sarei grato
    Punta alla luna... male che vada potrai dire di aver camminato tra le stelle..

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Devid Visualizza Messaggio
    Risposta esaustiva, nulla da aggiungere...Per ora
    Tuttavia se avessi voglia di linkare il tuo saggio per un approfondimento te ne sarei grato

    Volentieri.
    Dell'articolo che ti ho menzionato ed al quale mi considero particolarmente affezionato esiste più di una stesura su diversi siti; i contenuti sono perlopiù analoghi, cambia in qualche caso la veste tipografica e infatti alcune di esse sono corredate di materiale fotografico scelto ad hoc.
    Tuttavia, poiché siamo su bbh, mi sembra giusto riportare proprio la versione che ho scritto per questo forum, poi selezionata tra gli articoli pubblicati sul relativo sito.
    Eccola;

    https://www.bbhomepage.com/forum/art...ort-forza.html
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  5. #5
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    Ho completato pure il 14° microciclo settimanale del programma (24/30 marzo), del quale vi riassumo a seguire i workouts di bench press.



    I Sessione

    raw: 1x4x100kg. + 3x3x, rispettivamente, 111/112/112.5kg. + 6x6x95kg. - tot. 10 sets escluso warm up;


    II Sessione

    raw: 7x5x100kg. bench press e 3x5x100kg. in floor press - tot. 10 sets di lavoro complessivo tra bench e floor press;


    III Sessione - 8° workout geared del macrociclo

    2x2x, rispettivamente, 110 e 112.5kg. di attivazione raw -
    2x1x140kg. board press su altezze 8 e 3cm. di attivazione geared -
    1x1x145kg. e 2x1x147.5kg. full geared, per complessive 5 sets equipped (compresa board press) -
    4x4x100kg. raw,
    tot. 11 sets tra raw e geared escluso il warm up.
    Ultima modifica di Tonymusante; 31-03-2014 alle 09:28 AM Motivo: errore di riporto
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  6. #6
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    Mi vengono spesso richieste delucidazioni inerenti alle programmazioni seguite, basate tutte su di un sostenuto volume e che indugiano molto sul raw anche nell'approssimarsi delle competizioni.
    Bene, proverò a dare qualche spiegazione che risale alla mia storia personale di atleta.

    Tra le diverse attività atletico agonistiche svolte nella mia vita sportiva, nelle discipline dei pesi sono cresciuto alla scuola riminese di Violanti ed Ardini che, fondamentalmente, basava proprio sul concetto di volume la propria filosofia di allenamento.
    Nel corso degli anni ho avuto modo di sperimentare varie metodiche e confrontarmi con molti atleti e tecnici; di fatto, però, continuo a prediligere una tipologia di allenamento incentrata su di un volume medio/alto, alto e talvolta molto alto, piuttosto che altre fondate su di un'intensità sostenuta e ripetuta per periodi prolungati.
    Ritengo - ed ho osservato sulla mia pelle - che sia molto più facile commettere errori e sporcare il movimento alle alte intensità e che ciò possa fatalmente accadere per vari motivi: stanchezza, eccitazione ed esaltazione del proprio ego, sopravvalutazione in buona fede delle nostre possibilità, attimo di disattenzione nel susseguirsi di lavori e di sedute a parametri di alta intensità. L'errore, poi, porta sovente ad infortuni, altre volte a stalli o regressi, inficiando infine quanto di buono si era costruito fino a quel momento.
    Ovviamente l'intensità è importante in uno sport agonistico rivolto alla potenza ma può essere condotta - a mio avviso - su binari più controllabili e limitata ad alcune fasi della pianificazione, al transfert ed al periodo topico della competizione, beneficiandone così pure in freschezza, forma atletica, integrità fisica ed entusiasmo per i risultati che piacevolmente si concretizzano.
    Il concetto di "forma" è tuttora molto vago e misterioso: occorre tempo, dedizione e fatica per raggiungerla ma dura molto meno e basta un nonnulla per smarrirla per settimane o mesi.

    Ho approcciato e seguito programmi molto più voluminosi di quello presente (per esempio, da 20/25 ed oltre serie per sessione) e ne ho tratto spunti utili, in senso positivo e meno.
    Certo non sottoporrei, da subito, un atleta molto giovane o di scarsa anzianità agonistica o di modesto livello curriculare ed atletico a schemi del genere e dunque li ho variati, modificati e ridotti per le diverse necessità; io stesso cerco di non seguire pedissequamente il medesimo canovaccio, avendo verificato nel tempo che nessun metodo elargisce gli stessi risultati se replicato a breve e con monotonia; questo poichè l'uomo è un animale adattabile e si adatta a (quasi) tutto: alcune specie animali vivono vicino al circolo polare artico e non resisterebbero all'equatore, per altre vale il contrario, mentre la specie umana da una parte può diventare un'eschimese e dall'altra un pigmeo .....secondo il calendario gare!
    La scelta metodologica attuale - sviluppo peraltro di quella precedente conclusasi con gli Assoluti di panca di dicembre - è una delle mie tante rivisitazioni sul tema.

    Alla mia età è difficile mantenere alta la concentrazione, la motivazione e l'adrenalina in assenza di un obiettivo preciso; in tal senso i due appuntamenti federali dedicati alla bench press (il trofeo "Bertoletti" di giugno ed i Campionati Italiani di fine anno) ed un eventuale parteciipazione ad un contest internazionale sono preziosi ancorché più che sufficienti.
    Se mi lascio andare non recupero subito e per allenarmi bene mi serve un obiettivo, una data, un impegno, una gara. Sono così da sempre e non lo nego: senza un contest non riuscirei ad allenarmi duro (come riesce invece egregiamente a tanti altri che ammiro) per il solo amore di fare sport.
    Quando ciò dovesse accadere, per il mio temperamento e dopo decenni di agonismo, ritengo sia meglio dedicarmi anima e corpo a costruire qualcosa su atleti più giovani, rispettando peraltro le ineluttabili tappe della vita.

    In effetti, a ben guardare, è quello che da tempo avrei scelto di fare, privilegiando il tecnico all'atleta eppure, finchè le energie lo consentono, i risultati lo giustificano e le due strade riescono a procedere in parallelo.....perchè mai, ogni tanto, non continuare a provarci in un'eterna sfida con noi stessi?
    Ecco perchè mi son detto: sfruttiamo l'occasione offerta dai Mondiali master poiché potrebbe essere irripetibile, poi se me la sento prolungherò di due mesi la preparazione fino al classico "Bertoletti" estivo e poi....si vedrà: ai prossimi Campionati Italiani non si può certo pensare sin da ora, d'altronde ne ho disputati 16 nello spazio di un ventennio a partire dal '94.

    Da un paio di anni, dopo il cambio delle categorie ufficiali di peso avvenuto nel 2011 di cui ho già fatto cenno, ho abbandonato quella per me ormai troppo stretta, della -59kg. (ex -60kg.), in cui avevo praticamente stazionato per decenni: come bw forse potrei pure rientrarvi ma come stress nervoso, efficacia di risultati ed obiettivi concreti credo proprio di no, per cui sono transitato nella -66kg.
    Gli obiettivi sono ovviamente proporzionali a questo transito avvenuto in età atletica molto avanzata: ci sarebbe il mio record italiano master II da provare a battere in terra straniera ma pure un record master I che risale al 2011 e che tuttora mi appartiene.
    Se si tratta di mete raggiugibili spetterà come sempre dirlo alla pedana.
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  7. #7
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    Proseguo il discorso iniziato ieri riguardo la tipologia di preparazione scelta e come essa denoti in tutta evidenza da parte mia una predilezione per il parametro del volume.
    Chiaramente ponendo in opera una programmazione siffatta sull'esercizio base non è opportuno e ne sarebbe agevole tenere analogo volume sulle esercitazioni complementari, a maggior ragione per quanto concerne quelle sinergiche alla lift di gara.
    E' a tutti noto come la bench press sia uno dei grandi esercizi multiarticolari; ne consegue che 10/12 serie ed oltre di lavoro non consistono esclusivamente in altrettante serie "di petto" (come nella filosofia del bb) ma, contestualmente, perlomeno in 12 serie di spalle e in 12 serie di tricipiti. Pertanto, tutto il lavoro aggiuntivo d'isolamento su questi ultimi gruppi porta inevitabilmente ad incrementare proprio i sets dedicati a muscoli di dimensioni più ridotte rispetto al gran pettorale.
    Diverso è il caso in cui venga prescelto un metodo di lavoro in cui ci si concentri maggiormente sui parziali di movimento o sulle esercitazioni ausiliarie e speciali: in tal caso, l'enfasi cade sui cosiddetti complementari (che a quel punto non sono più considerabili tali) e si riduce, in termini di volume, sull'esercizio base a vantaggio di una maggiore intensità del carico.
    Questo appena descritto è il caso del Westside o del 5/3/1 di Wendler, mentre la linea che ho seguito e che solitamente adotto somiglia molto più ai principi metodologici del Korte o dello Smolov, pur se con consistenti differenze anche rispetto a tali sistemi.
    Il lavoro incentrato sulle esercitazioni specifiche è stato svolto con moderazione nei microcicli più distanti dalla competizione e si è poi accompagnato a quello fondamentale sulla panca equipped: in tal senso la priorità è stata data alla board press ed alla floor press, che ho descritte in precedenza.
    Nel corso del macrociclo che precedeva gli Assoluti di fine 2013, che poteva contare su di un maggior numero di settimane tra l'evento agonistico di partenza (il trofeo Bertoletti) e quello finale (gli Italiani appunto), sono stati pure inseriti alcuni esercizi di complemento per spalle e tricipiti, soprattutto durante le settimane introduttive di condizionamento generale e proprio in coincidenza ed in proporzione inversa ai bassi carichi allora previsti sulla panca, che consentivano così di affrontare alcune serie pesanti integrative per deltoidi, trapezio e tricipiti.
    Le serie ovviamente non superasvano le 4 ad esercizio per i motivi suesposti ed evitare un sovraccarico di lavoro.

    Allo stesso tempo è stato portato avanti il lavoro sui muscoli del dorso considerato fondamentale, non solo sull'equilibrio posturale e per il bilanciamento dei movimenti di trazione rispetto all'abuso che da decenni svolgo su quelli di spinta e distensione ma anche perchè il dorso svolge un ruolo basilare nella fase eccentrica della bench press e nella ripartenza dopo il "fermo al petto".
    La fase iniziale quindi mi doveva servire anche ad individuare le peculiarità su cui lavorare e la tipologia di esercizio da preferire in ragione dei punti deboli da rafforzare, dei problemi articolari e muscolari da non sollecitare e stuzzicare ed infine - cosa non certo irrilevante - del tempo complessivo a disposizione per una preparazione che risultasse il più possibile proficua ma che si incastrasse altrettanto adeguatamente con gli impegni ed il tempo a disposizione nelle mie giornate tipo, già abbondantemente messi alla prova dalle sconsiderate scelte "tonico volumetriche"


    Spero di non aver comunque dato una visione troppo dogmatica dei workouts, che obbediscono senza dubbio a leggi fisiche di biomeccanica dell'esercizio e di fisiologia umana ma risentono di una molteplicità di varianti e situazioni (più volte peraltro menzionate) personali e storicizzate dell'individuo, dell'obiettivo e del momento.
    In linea generale occorre sottolineare che i sistemi di allenamento sono codificazioni dei metodi a cui si ispirano e devono quindi essere elastici, pur nella aridità e rigore dei numeri e degli elementi che li compongono nonché espressione di una filosofia di lavoro rappresentata appunto dal metodo stesso.
    Lo studio dei metodi e delle possibili applicazioni sta alla base di queste ultime e richiede l'apertura mentale per una continua evoluzione che, lungi dal fossilizzarli in dogmi stantii, li sottoponga con frequenza al vaglio dell'esperienza vissuta che ne attesti o ribadisca la validità.
    Ecco perchè a me, come a chiunque, è fatto sempre obbligo di procedere con prudenza, non come un maestro che insegna ma come un uomo di campo che affronta molteplici esperienze su stesso e su altri e, di seguito, le offre affinchè siano giudicate, seguite, modificate, interpretate o respinte.

    In tal senso mi sento di condividere appieno il pensiero del filosofo Cartesio:
    "il mio scopo non è quello di insegnare il metodo che ciascuno deve seguire per ben condurre la propria ragione ma di far soltanto vedere in quale modo ho cercato di condurre la mia"
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  8. #8
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    Approfittiamo allora di un break in questo fine settimana per mostrare qualche vecchio video al duplice scopo di diversivo e didattico nel contempo.
    Nel primo di questi video, che risale ad alcuni fa, si vedono alcuni componenti del mio team di allora alle prese con la solita bench press. All'epoca non avevamo ancora disponibile la panca regolamentare e dovevamo arrangiarci con la ben più scomoda panca in dotazione alla palestra, di una delle più note ditte di attrezzatura per fitness.
    In questa carrellata di panchisti al lavoro sono riconoscibili DonnaSara, mia compagna di viaggio al prossimo mondiale, con 80kg. di panca raw , Omar con 140kg ed altri neofiti o più esperti, tutti in assetto uequipped.
    L'atmosfera, come potete notare, è quella goliardica e rilassata di un sabato pomeriggio, nonostante il test incombente.


    https://www.youtube.com/watch?v=jK9X...A272739B91DF75


    In questo secondo video, invece, i protagonisti non siamo io e la mia squadra e l'oggetto non è la sola alzata di panca: si tratta di un filmato girato nel backstage dei Campionati Italiani FIPL 2010.
    Lo posto perchè non è così frequente vedere video di contest federali che non abbiano ad oggetto le prove di gara bensì il warm up, i preparativi, le attese, l'assistenza a chi si riscalda e le operazioni di fasciatura.
    Pur se non riguarda esplicitamente la panca, mi sembra un video significativo di un mondo di cui la bench press è anch'essa parte ma visto sotto un'ottica ed una panoramica più ampia, poiché trattasi appunto di gara completa e dunque diversa.
    Tra i coach e gli spotter che operano dietro le quinte è possibile scorgere pure il sottoscritto, al 1'50", mentre sono intento a fasciare Powermechanic prima di un suo squat e poi ancora intorno al 2'20" e 3'20" ca.
    Le riprese sono, a mio parere, girate molto bene e rendono appieno ed in pochi minuti l'atmosfera che si respira e vive in occasione delle competizioni ufficiali del powerlifting nazionale.


    https://www.youtube.com/watch?v=KbiU...548B8A4AE6B5B6
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  9. #9
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    Ma dove scappi alla fine di ogni alzata?
    Gli addominali su un secco sono come le tette su una cicciona...

    Non contano!

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