Si, infatti ricordo che c'era stato quel fastidio ai gomiti già durante le sessioni di bench press del mese scorso. Purtroppo il problema di chi pratica agonismo è che deve bilanciare parecchie esigenze in quanto, effettuando quasi tutti gli esercizi con carichi soggettivamente notevoli, è poi costretto ad usare alcuni accorgimenti ai quali l'esercizio puro e semplice, scevro da quegli obiettivi ed affrontato ad altri fini, di per se non obbligherebbe.

Per quanto concerne l'assetto generale, le raccomandazioni sono sempre quelle dei principali esercizi: adduzione delle scapole, aprire e contrarre i dorsali, sforzarsi durante l'esercizio di non restare appesi costringendo le braccia a trascinare su l'intero corpo ma concentrarsi sull'utilizzo di tutta la muscolatura interessata, predisponendosi a coinvolgerla sin dalla fase di assetto immediatamente prodromica dell'esercizio stesso.
Da tener presente che la sensibilizzazione alla sinergia di tutte le catene cinetiche matura e migliora con l'anzianità d'allenamento e con l'esecuzione continua e prioritaria di quel determinato movimento.
Ad esempio: all'inizio il ragazzo si sdraia su di una panca e prova semplicemente ad allontare il bilanciere dal petto, con la forza delle braccia e delle spalle; poi - se la bench press diviene per lui un esercizio sufficientemente importante - impara a posizionarsi al meglio e ad utilizzare simultaneamente i dorsali, il trapezio posteriore, i pettorali, i glutei, i lombari e persino i piedi nella spinta contro il pavimento.
Così avviene gradualmente in quasi tutti gli esercizi principali, man mano che si da a ciascuno di essi rilevanza particolare.