L'efficacia dell'integrazione con HMB in soggetti anziani
Molti studi hanno esaminato se l'integrazione con HMB potesse apportare benefici ergogenici ai soggetti anziani. Vukovich e altri hanno mostrato che l'integrazione con HMB in 31 uomini e donne, anziani e non allenati, durante 8 settimane di programmi di resistenza, ha incrementato i livelli di perdita di massa grassa (-0.66 vs -0.03%), migliorato l'upper body (13% vs 11%) e i livelli di forza (13% vs 7%) in condizioni di HMB rispetto al gruppo placebo.
Flakoll e altri hanno completato test per determinare se arginina e lisina, i quali potrebbero incrementare i processi di sintesi proteica, e HMB, che potrebbe limitare i processi di distruzione delle proteine, potrebbero limitare i danni della sarcopenia. 50 donne anziane (M = 76.7 y) hanno consumato un placebo o 2g di HMB, 5g di arginina e 1.5g di lisina giornalmente. Dopo 12 settimane sono stati rilevati incrementi del 17% nel test "get-up-and-go" nel gruppo sperimentale ma non nel gruppo placebo. Sono stati rilevati inoltre aumenti di circonferenza alle gambe, incrementi di forza alle gambe e alla presa e un aumento della sintesi proteica di circa il 20% in 24 ore rispetto al gruppo placebo. Sono stati inoltre rilevati tendenze positive all'aumento di massa magra (p = 0.08).
Vukovich e altri hanno studiato l'efficacia dell'integrazione con HMB per 3g giornalieri e per 8 settimane in un gruppo di settantenni, allenandosi per 2 giorni a settimana. I risultati hanno indicato che i livelli di massa grassa sono diminuiti (-4.07 vs 0.31%) e i livelli di forza sono aumentati (17.2 vs 8.3%) durante le prime 4 settimane d'integrazione con HMB rispetto al gruppo placebo. Panton e altri hanno studiato gli effetti dell'HMB sulla forza muscolare e sulle abilità funzionali in uomini e donne d'età compresa fra i 35 e i 70 anni, i quali hanno partecipato ad allenamenti di resistenza per 12 settimane. Prima e dopo gli allenamenti, sono stati misurati eventuali cambiamenti alla leg extension e alla chest press, le capacità funzionali (alzarsi da una sedia, camminare per 6.6 metri, girarsi, tornare indietro e sedersi) (GUG) e i tempi dopo una passeggiata di 15.2 metri. Non sono stati rilevati cambiamenti di forza alla leg extension o alla leg press; non sono stati rilevati cambiamenti nei tempi durante le passeggiate fra i gurppi HMB e placebo. Tuttavia, durante il GUG test il gruppo HMB ha migliorato i propri risultati rispetto al gruppo placebo (p < 0.05).
Gli studi che non supportano l'efficacia dell'integrazione con HMB
Un certo numero di studi sono entrati in conflitto con altre ricerche che supportano l'efficacia dell'integrazione con HMB. La sezione seguente analizza tali studi.
Kreider e altri hanno sottoposto 40 atleti d'esperienza (M= 5 y) allenati alla resistenza a 7 ore d'allenamento settimanali per 28 giorni, integrando con 0, 3 o 6g di HMB giornalmente. I partecipanti non sono stati monitorati, tuttavia sono stati istruiti affinché mantengano i loro normali protocolli d'allenamento durante l'esperimento e registrino i volumi utilizzati prima e dopo i test. In base a ciò, non sono state rilevate differenze sui volumi d'allenamento utilizzati prima e dopo l'integrazione con HMB; l'intensità degli allenamenti non è stata riportata. I risultati non hanno mostrato significanti abbassamenti degli indicatori di danneggiamento muscolare o della massa grassa né tantomeno i livelli di massa magra o le performance sull'1RM sono aumentate nel gruppo HMB rispetto al gruppo placebo.
Slater e altri hanno sottoposto uomini allenati ad allenamenti di resistenza (M = 2 y) ad un'integrazione costituita da 3g di HMB o placebo per 6 settimane istruendoli a completare 2-3 sessioni settimanali di movimenti composti (e.g. leg press, chins, bench press) per un totale di 24-32 serie per un'intensità di 4-6 ripetizioni. Gli allenamenti hanno significativamente aumentato i livelli di forza totale e di massa magra, ma non sono migliorate le singole alzate. L'integrazione con HMB non ha direttamente contribuito a incrementare i livelli di massa magra totale o ad abbassare gli indicatori di danneggiamento muscolare.
Paddon-Jones e altri hanno esaminato gli effetti dell'integrazione con HMB sui livelli di danneggiamento muscolare in seguito ad esercizi in eccentrica. I partecipanti erano uomini non allenati alla resistenza, i quali hanno consumato HMB o placebo per 6 giorni prima e dopo 24 contrazioni massime in eccentrica isocinetica dei flessori del gomito.
La stanchezza muscolare è stata misurata utilizzando 10 punti visuale differenti su un’analoga scala, segnando i picchi massimi e i livelli minimi di indolenzimento muscolare. Non sono state rilevate differenze significative fra i due gruppi per quanto riguarda i livelli di indolenzimento muscolare, di forza o nei ROM.
Jennifer e altri hanno rilevato le medesime situazioni in ROM e DOMS in altri studi sull’integrazione con HMB.
O’Connor e Crowe hanno studiato gli effetti dell’integrazione con HMB o HMB+creatina in una ristretta elite di atleti maschili di rugby. I test prevedevano esercizi di fitness in multistage per determinare la potenza aerobica e 60 secondi di cycle test per determinare la capacità anaerobica. Non sono state rilevate differenze significative in entrambe le condizioni misurate.
Jack e altri hanno esaminato gli effetti dell’integrazione giornaliera con HMB sui livelli di forza muscolare (bench press, squats, power clean) e sulla composizione corporea (peso corporeo e massa grassa) in un elite di giocatori di football, i quali si sono allenati 20 ore a settimana per 4 settimane. I risultati non hanno evidenziato benefici specifici derivanti dall’integrazione con HMB alla bench press, allo squat o al power clean, e non sono stati rilevati cambiamenti significativi sulla composizione corporea. La mancanza di miglioramenti complessivi ha indotto gli autori a concludere in questo modo, “… i soggetti potrebbero essere stati sovrallenati. Il volume degli esercizi in questo studio è stato di gran lunga elevato rispetto a molte altre ricerche sull’integrazione con HMB. Sebbene l’HMB possa essere più efficace quando si aumentano i volumi o l’intensità degli allenamenti, il carico totale estremamente elevato può avere attenuato l’efficacia potenziale dell’HMB per ridurre la degradazione delle proteine o i danni muscolari.”
Similmente alle sperimentazioni sopra menzionate, Hoffman e altri hanno studiato gli effetti dell’HMB sulle performance di potenza (usando il Wingate per la misurazione della potenza anaerobica), rilevando i livelli di danneggiamento muscolare e lo stress in 26 giocatori di football, durante un periodo d’allenamento di 10 giorni. I risultati non hanno riportato differenze significative rispetto ai marcatori di stress (testosterone/cortisolo) e rispetto ai marcatori di danneggiamento muscolare (mioglobina e CK); infine, non sono stati rilevati incrementi particolari per quanto riguarda le performance in entrambe le condizioni (pre o post).
Kreider e altri hanno esaminato gli effetti di 3g di HMB su alcuni giocatori di football (Division 1-A College Football) durante 4 settimane di allenamento. Gli allenamenti sono stati monitorati e consistevano in 5 ore a settimana di allenamenti di resistenza alla bench press, shoulder press e squat. Le alzate sono state fissate ad 1-3 serie, 2-8 ripetizioni al 60-90%. Sprint ed esercizi d’agilità sono stati completati per 3 ore a settimana. Gli allenamenti hanno significativamente incrementato i livelli di massa corporea totale (p < .05), LBM, i marcatori di danneggiamento muscolare e hanno abbassato la percentuale di massa grassa; tuttavia, non sono state rilevate differenze significative tra le condizioni in ognuna di queste variabili. Infine, non sono state rilevate differenze fra i volumi d’allenamento o le performance agli sprint.
Possibili spiegazioni ai risultati contrastanti
E’ particolarmente difficile dare delle spiegazioni per quanto riguarda le differenze fra i risultati. Per iniziare, in un qualsiasi studio le possibilità d’ottenere risultati contraddittori sono particolarmente elevate a causa delle variabili rilevabili sui partecipanti. Gli effetti della variabilità fra gli umani sono già stati in passato discussi e abbondantemente analizzati da Clark Hull nel 1940. Hull suppone che le performance possono essere influenzate da molteplici fattori fra cui gli stati emotivi personali (motivazione, determinazione, ecc.) i quali sono variabili in natura. Dalle supposizioni di Hull, numerosi studi hanno confermato che le performance umane non sono solamente e direttamente influenzate da stati fisiologici, come prima per il nostro HMB, ma sono altresì manipolate da numerose altre variabili incluse: milieu sociale dei partecipanti (debilitante/facilitante), motivazione (intrinseca ed estrinseca), sicurezza di se stessi e stati emotivi correnti. In accordo con Schmidt e Lee, la via più breve per ottemperare a tali problematiche è quella di analizzare campioni di adeguate dimensioni. Sfortunatamente, è spesso difficile per gli scienziati ottenere larghi consensi fra i campioni, come rilevato ad esempio nei numerosi studi condotti sull’HMB costituiti da sample sizes di soli 8 o meno partecipanti, i cui risultati sono stati generalizzati a milioni di persone in giro per il mondo.
Gli scienziati sono spesso limitati a campionamenti distorti, come ad esempio campionamenti fatti per disponibilità e convenienza. Per questi e svariati altri motivi, non c’è da meravigliarsi se molti studi sono fra loro contraddittori.
Esistono una serie di soluzioni qualitative e quantitative per affrontare tali problemi. Qualitativamente, recensioni complete sono in grado di sintetizzare i numerosi studi al fine di trovare le tendenze nella letteratura medica. Quantitativamente, i risultati ottenuti da centinaia di soggetti possono essere studiati fra loro.
Altri incombenti problemi possono corrompere la validità dei test. Come si è già discusso, alcuni test possono non servire come validi mezzi di misurazione per stabilire se un’integrazione con HMB può essere valida o meno. Un secondo problema che deriva da misurazioni non valide è che le conclusioni tracciate possono anche essere non attendibili. La sezione seguente si propone di evidenziare i dettagli specifici derivati da problemi metodologici che spiegano in parte i risultati contraddittori trovati nella letteratura medica relativa all’HMB.
L’efficacia dell’HMB in atleti allenati
Nonostante numerosi studi hanno rilevato l’efficacia dell’HMB in atleti allenati, numerosi studi non provano tali evidenze e altrettanto numerosi autori concludono che l’integrazione con HMB non sia per niente utile a soggetti già allenati.
Bloomer e Goldfarb in una recensione sugli integratori sportivi hanno concluso che, “nonostante possa sembrare ragionevole considerare questa sostanza nutritiva [HMB] durante le fasi iniziali degli allenamenti, atleti regolari non possono ottenere grandi benefici dal suo utilizzo.”
Allo stesso modo Hoffman e altri hanno concluso che “se l’integrazione con HMB ha potere ergogenico attenuando i livelli di danneggiamento muscolare, tali effetti sono maggiormente rilevabili in gente non allenata dove i livelli di potenziale danno muscolare sono decisamente più elevati.”
Tre possibili spiegazioni sulle discrepanze rilevate fra gli studi possono essere prese in considerazione. La prima, descritta da Hoffman e altri, ci suggerisce che i benefici derivanti dall’integrazione con HMB possono essere maggiormente rilevabili solamente quando i livelli di danno muscolare si impennano. Ad esempio, Nissen e altri hanno studiato gli effetti dell’integrazione con HMB sulla composizione corporea e sulle performance in donne sia in esercizio che non. I risultati hanno mostrato che l’integrazione con HMB ha aumentato i livelli di massa magra in concomitanza con la perdita di massa grassa e favorito le performance solamente nelle donne che si sono allenate.
In individui allenati, tuttavia, uno stimolo deve essere sostanzialmente maggiore rispetto agli individui non allenati per causare rilevazioni significative. Di particolare interesse per la ricerca sull’HMB è il fatto che le rilevazioni sui danni muscolari hanno evidenziato picchi maggiori nelle eccentriche e livelli minori nelle rilevazioni successive. Questi risultati evidenziano la necessità di variabilità nei programmi d’allenamento; in particolare negli atleti d’élite. Questo concetto può essere applicato allo studio di Kreider e altri. In questo studi gli atleti non erano monitorati, ma piuttosto avevano ricevuto l’ordine di mantenere il loro stesso volume d’allenamento che in precedenza eseguivano senza integrare con HMB. Dal momento che i marcatori di danno muscolare non erano significativamente scesi, come anche la massa grassa o gli incrementi di massa magra o le performance sull’1RM nei sollevamenti misurati in ognuna delle condizioni esaminate, questo ci suggerisce che gli atleti erano già preparati agli stimoli d’allenamento affrontati. Per esaminare l’efficacia dell’HMB, gli studi futuri sono incoraggiati a progettare un programma specifico monitorando, tramite cicli di forza, stimoli differenti in condizioni del tutto nuove per gli atleti.
Una seconda spiegazione ai risultati contrastanti rilevati negli atleti d’esperienza consiste nella mancanza di specificità tra gli allenamenti e la verifica delle condizioni. In breve, oltre un secolo di prove ha indicato che le attività motorie sono altamente specifiche in natura e hanno poco transfer in altre attività. Uno dei numerosi esempi riguardo all’estensione del principio di specificità fu identificato da Rivenes e Sawyer ed ha calcolato l’ammontare di varianza condivisa in oltre 1740 intercorrelazioni fra 60 attività motorie comunemente utilizzate per esaminare la forza, l’agilità e la potenza in 204 uomini della US Navy Academy. Gli scienziati dello studio hanno quindi rilevato che in media solo il 7% delle attività sono paragonabili fra loro indicando che la forza, la flessibilità e la potenza sono specifiche per le attività svolte.
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