Pensare.
Come quando si è davanti ad un foglio per scrivere il prossimo post, la risposta successiva, l’ennesimo aggiornamento. Siamo pensatori, anche senza aver studiato filosofia. Mi sento pensatore quando devo scegliere un’opera d’arte che è divenuta bellezza, non perché piace, ma perché è in-se-stessa bella. Bella è una persona equilibrata, ma è bella anche una persona fisicamente perfetta, nonostante non conosca nulla di lei.

Però è quella “bellezza” che mi attira, in un evidente gioco di parole tra l’inglese e il greco to call – kalos…strabiliante rimando.

Scelgo un’opera d’arte contemporanea per concentrare le parole in un occhio, uno sguardo: il pensatore di A. Rodin, superbo scultore contemporaneo, spesso criticato di fare calchi e non di scolpire, tanto i suoi nudi sembrassero fotografici. Lui, in tutta risposta eseguì le stesse opere criticate a diverse grandezze…tiè!

E il pensatore, con quel pugno sulla guancia, come chi attende il primo (o l’ultimo) round, come ogni uomo davanti a se stesso e a Dio, all’esame di domani, al lavoro che non arriva, alla donna che gli aveva detto che l’avrebbe amato per sempre…il pensatore se ne sta là, come davanti ad una porta (nel progetto originario Rodin scolpì il pensatore nelle vesti di Dante davanti alla Porta dell’Inferno, di venerata memoria…), e aspetta.

Chissà quando smetterà di considerare e di metterà a decidere. Perché con-siderare (stare tra e stelle) è ben diverso che de-siderare (stabilire un’unica stella).

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