Tante belle parole+zero pubblicazioni scientifiche=tante belle parole.
Tante belle parole+zero pubblicazioni scientifiche=tante belle parole.
mi permetto qualche suggerimento...
Brigo Bruno, Dieta e gruppi sanguigni. La proposta rivoluzionaria di Peter D'Adamo, Tecniche nuove 2000, 86 pp.
Peter J D'Adamo, Catherine Whitney, Eat Right 4 Your Type, Hardcover 1997, 392 pp.
D'Adamo Peter J., Whitney Catherine, Mangia come sei, Sperling & Kupfer 2010, 279 pp.
D'Adamo Peter J., Whitney Catherine, l’alimentazione su misura, Sperling & Kupfer 2010.
Valeria Mangani, Adolfo Panfili, Nutrigenomica - Gruppi Sanguigni e Dieta, Tecniche nuove 2011, 224 pp.
(Adolfo Panfili è medico chirurgo specializzato in Ortopedia all’Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma, è autore di numerosi articoli e libri. È presidente onorario dell’Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare. È specializzato nelle complesse tecniche americane: NET (Neuro Emotional Technique) e BEST (Bio-Energetic Synchronization Technique) Secondo il Dr. Adolfo Panfili il concetto di Salute, deve prevedere, non solo l'assenza di malattia, ma un grado di Benessere, che l'organismo Umano prova quando vengono rispettati le basi del Vivere Sano: corretta alimentazione, moto, vivere in una casa sana etc... Ma restando su un piano strettamente scientifico, egli nella Sua esperienza di Medico, ha verificato l'importanza dal punto di vista Sanitario di prevedere strumenti legislativi e scientifici, indispensabili in Medicina Ambientale alla prevenzione di malattie derivanti dal luogo di lavoro e dalle abitazioni malsane. Il Dott. Panfili, dopo vari anni di studi ed accertamenti, propone ad esempio, di monitorare su di un sistema paucivariabile (a scarsa variabilità) come l'acqua, l'emodieta, il comportamento dei tre parametri BEV (Bioelettronica di Vincent) - Ph - Rh2 - Rho -.)
(Valeria Mangani, sudafricana, Fellow dell’Oceania College of Clinical Nutritional in Australia, cofondatrice dell’Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare, è responsabile dei servizi dietologici ALITEST® dell’AIMO).
Jorg Zittlau, La Dieta dei Quattro Gruppi Sanguigni. L'alimentazione più adatta per ogni tipologia individuale, Red Edizioni 2004, 126 pp.
(Jörg Zittlau ha studiato biologia, filosofia e medicina sportiva in Germania. Ha insegnato all'università e si è specializzato in psicologia, scienza dell'alimentazione e medicine naturali).
Helena Curtis, N. Sue Barnes , Invito alla biologia, quinta edizione, ed. italiana a cura di Laura Gandola e Roberto Odone, Zannichelli, volume 2.
(Ebook) Viviana Taccione, Cibi No Problem, in www.AutodifesAlimentare.it
dieta gruppo A
Caratteristiche del tipo ALe persone di tipo A (in possesso, cioè, dell’antigene A sulla membrana dei globuli rossi) ricevono maggiori effetti benefici svolgendo una dieta vegetariana, in particolare con cibi naturali e freschi. Appartiene al filo genetico dei primi stanziamenti agricoli e dell’addomesticamento degli animali. Potremmo così riassumere il profilo del tipo A
è il primo vegetariano: necessita di un’alimentazione contadina per restare in linea e conservare energia.
ha un apparato digerente sensibile
ha un sistema immunitario troppo tollerante e poco vigile
di adatta bene a condizioni ambientali e dietetiche stabili
reagisce bene allo stress praticando attività rilassanti
Il tipo A è predisposto ai disturbi dell’apparato cardiovascolare e all’iperglicemia, a causa di una minore attività dell’insulina pancreatica. Dopo aver assunto cibi inadatti (carne rossa), il suo apparato renale svolge una minore attività emuntoria con ritenzione di liquidi, il suo apparato digerente ha un processo digestivo più lento e in generale si sente intorpidito e stanco. Il gruppo A, al contrario del gruppo 0, soffre in particolare di una minore acidità nella cavità gastrica che non permette una totale demolizione delle proteine della carne. Anche i latticini rallentano il suo metabolismo e poiché sono ricchi di grassi saturi, si rivelano un pericolo per la parete delle arterie.
Il frumento è considerato ambivalente: se ingerito in eccessiva quantità provoca un’acidità eccessiva a livello dei muscoli determinando un maggiore affaticamento (al contrario del gruppo 0 ove i muscoli tendono a funzionare meglio se mantenuti in leggera condizione di acidosi)
Nel gruppo A determinano l'aumento di pesocarne perché viene digerita male e favorisce accumulo di grassi e tossine
latte e latticini perché rallentano il metabolismo delle altre sostanze nutritive
fagioli di spagna e di lima perché interferiscono con gli enzimi digestivi e rallentano il metabolismo
il frumento in eccesso perché inibisce l’attività dell’insulina e ostacola l’utilizzazione delle calorie
favoriscono la perdita di pesooli vegetali perché rendono la digestione più efficiente e prevengono la ritenzione di liquidi
alimenti a base di soia perché rendono la digestione più efficiente e vengono metabolizzati rapidamente
gli ortaggi perché vengono metabolizzati rapidamente e aumentano la motilità intestinale
l'ananas perché aumenta l’utilizzazione delle calorie e la motilità intestinale
Alimenti particolari e gruppo A
la carne e pollame Per raggiungere i maggiori benefici, il tipo A dovrebbe eliminare tutti i tipi di carne dalla dieta; tuttavia basta aumentare il consumo di pesce e preferire la carne più magra come il pollo e il tacchino al forno o alla griglia. Stare alla larga dagli insaccati perché contengono i nitriti, mal tollerati dal tipo A in possesso di succhi gastrici poco acidi.
Evitare agnello anatra coniglio cuore fegato maiale manzo oca salumi vitello
Indifferenti pollo, tacchino Il pesce i crostacei
Il tipo A può assumere il pesce in modiche quantità tre o quattro volte la settimana ma deve evitare alcuni pesci come la sogliola perché contiene lectine che possono irritare il suo sistema digestivo.
da preferire cernia, merluzzo, ombrina, salmone, sardine, sgombro, trota
indifferenti luccio, palombo, pesce spada, spigola, tonno, trota salmonata
meglio evitare anguilla, aragosta, aringa, calamari, cozze, gamberi, nasello, ostriche, persico-spigola, polpo, sogliola, vongole
Il latte, i latticini e le uovaIl tipo A tollera piccole quantità di formaggi fermentati ma deve evitare prodotti caseari a base di latte intero e limitare il consumo di uova giacché il suo sistema immunitario fabbrica anticorpi diretti contro uno dei principali costituenti del latte intero, la D-galattosamina. Questo zucchero, insieme al fucosio, dà origine all’antigene B il principale nemico del suo sistema immunitario. Se il tipo A soffre di asma bronchiale o di bronchite cronica, le reazioni allergiche tendono ad aggravarsi all’ingestione di latticini.
da preferire: formaggio e latte di soia
indifferenti gelato allo yogurt, mozzarella magra, ricotta magra, yogurt alla frutta e magro
meglio evitare burro, camembert, emmental, formaggini, formaggio fresco, gelato con il latte intero, gorgonzola, latte intero e scremato, parmigiano provolone.
Gli olii e grassiIl tipo A non necessita di un grande apporto di grassi, al contrario deve limitarli. Al contrario, un cucchiaio d’olio di oliva al giorno sull’insalata o sulla verdura contribuisce a una migliore funzionalità del processo digestivo; è inoltre ricco di acidi grassi mono-insaturi che aiutano a ridurre il colesterolo LDL e innalzano le HDL. Le lectine contenute nell’olio di mais e di semi di arachide, invece, causano problemi digestivi.
I legumi
Il tipo A prospera ingerendo le proteine contenute nei legumi. Tuttavia i fagioli bianchi di Spagna, quelli di Lima, i fagioli rossi e i ceci contengono una lectina che può ridurre la produzione dell’insulina e favorire l’iperglicemia.
I cerealiIl tipo A si adatta bene a una dieta a base di cereali ma deve preferire i prodotti meno raffinati. Il glutine di frumento, in particolare, produce un’eccessiva quantità di acido che potrebbe danneggiare il suo sistema muscolare. In quel caso assumere frutta che genera un aumento di alcalinità.
da preferire grano saraceno, dolci di riso, pane di soia, farina d’avena di segale di riso
indifferenti crusca di riso e d’avena, fiocchi di mais, farina d’avena di mais e di riso, miglio soffiato, orzo, riso soffiato, pane di farro e di miglio, pane di sola segale e senza glutine
da evitare pane di frumento integrale, pane di segale e altri cereali, farina bianca e di frumento integrale, pasta fresca di grano tenero, pasta di semola di grano duro.
Gli ortaggiSono di vitale importanza per il tipo A perché forniscono minerali enzimi e antiossidanti. Meglio però assumerli crudi o cuocerli al vapore o al forno per ridurre più possibile la perdita di quelle sostanze.
Sono tuttavia raccomandati i broccoli ricchi di antiossidanti; rinvigoriscono il sistema immunitario (particolarmente vulnerabile nel gruppo A) e prevengono le mutazioni cellulari. Consigliati anche il cavolo verde, le carote, la verza, la zucca e gli spinaci; in modo particolare l’aglio che nel tipo A, oltre la fluidificazione del sangue, svolge in modo più puntuale le sue proprietà difensive e antibiotiche. Anche le cipolle bianche contengono un potente antiossidante chiamato quercetina.
Da evitare invece i peperoni e le olive fermentate che possono provocare disturbi della digestione gastrica; anche i pomodori, le patate, il cavolo rosso e bianco contengono delle lectine che nel tipo A e B posseggono un potere agglutinante nocivo per l’apparto digerente. In sintesi:
da preferire
aglio, bietole, broccoli, carciofi, carote, cavolo rapa e verde, cicoria, cipolle rosse gialle e spagnole, lattuga romana, porro, prezzemolo, rafano, rape, scarola, spinaci, tarassaco, verza, zucca.
Indifferenti asparagi, avocado, barbabietole, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cerfoglio, cetrioli, cime di rapanello, cipolle verdi, crescione d’acqua, cumino, coriandolo, finocchi, indivia, altre lattughe, mais, olive verdi, radicchio, rapanelli, rucola, scalogno, sedano, zucchini.
da evitare cavolo bianco cinese e rosso, funghi coltivati, melanzane, olive greche, nere e spagnole, patate bianche, dolci e rosse, peperoncino, peperoni gialli, rossi e verdi, pomodori.
la frutta fresca
Il tipo A deve mangiare frutta almeno tre volte al giorno (a meno che non abbia problemi di calorie per sovrappeso). E’ tuttavia importante che scelga la frutta più alcalina come i frutti di bosco e le prugne per equilibrare l’azione dei cereali che tendono a rendere i muscoli più acidi. Anche i meloni mielati sono alcalini ma poiché contengono un’elevata quantità di funghi microscopici (le muffe) potrebbero dare problemi digestivi. I frutti tropicali, come il mango e le papaia, contengono un enzima digestivo che non è benefico per il tipo A come lo è per gli altri gruppi. L’ananas è invece un ottimo digestivo.
Assolutamente da evitare sono le arance che irritano lo stomaco del tipo A, povero di succhi acidi, e interferiscono con l’assorbimento dei minerali indispensabili. Il pompelmo invece, pur essendo acido, esplica un’azione benefica perché al termine della digestione tende a divenire alcalino. Anche i limoni, controllando la produzione di muco gastrico, svolge nel tipo A un potere benefico. Per aumentare l’assunzione di vitamina C, potente antiossidante e antitumorale, si può far uso anche di Kiwi.
La lectina contenuta nella banana non è ben tollerata dal tipo A. Per assumere potassio, fare uso di albicocche, fichi e altre varietà di melone.
da preferire albicocche, ananas, ciliegie, fichi freschi e secchi, limoni, miritlli, more, pompelmo, prugne nere, rosse, verdi e secche, uva sultanina.
Indifferenti anguria, avocado, cachi, datteri, fichi d’india, fragole, kiwi, lamponi, melagrana, mele, melone d’inverno, di Spagna e gialletto, pere, pescanoce, pesche, pone, ribes nero e rosso, uva.
da evitare arance, banane, mandarini, mango, melone mielato, noci di cocco, papaia, rabarbaro.
I semi e la frutta seccaSemi di zucca, di girasole, mandorle e noci sono alimenti preziosi per il tipo A perché correggono il deficit di proteine dovuto all’eliminazione della carne. Tuttavia essi contengono molte calorie e richiedono un grande lavoro del sistema epatico. Sono quindi da evitare in una dieta atta a perdere peso e in coloro che hanno problemi ipercolesterolemia e insufficienza epatica.
Le bevandeUn bicchiere di vino rosso è un ottimo aiuto per il cuore. Anche il caffè e il tè verde vanno bene (meglio se alternati) perché stimolano la produzione di acido gastrico.
da preferire Caffè, tè verde, vino rosso
indifferenti vino bianco
da evitare acqua di seltz e di soda, bibite a base di cola, birra, liquori, tè nero anche deteinato.
La Dieta per il gruppo B
Caratteristiche del tipo B
Il gruppo B appartiene al filo genetico dei gruppi umani divenuti nomadi e pastori, il cui organismo era portato ad adattarsi a sempre nuove culture. E’ dotato di caratteristiche uniche e a volte camaleontiche con un sistema immunitario più evoluto e vigile e quindi in grado di resistere ai cambiamenti e alle aggressioni che colpiscono le società più sviluppate, come i disturbi cardiovascolari e tumori.
Potremmo così riassumere il profilo del tipo B:
ha un apparato digerente efficiente
ha un sistema immunitario vigile
si adatta bene ai cambiamenti dietetici
preferisce il latte e i prodotti caseari
reagisce allo stress equilibrando l’attività mentale e fisica
La dieta del gruppo B è quindi molto bilanciata, comprendendo il meglio del regno animale e vegetale.
la perdita di peso
Per evitare l’aumento di peso il gruppo B deve astenersi dal granoturco, dal grano saraceno etc che interferiscono con l’attività insulinica ostacolando il metabolismo e provocando ipoglicemia. Come il gruppo 0, non tollera la lectina del frumento. La tiroide invece funziona bene e i prodotti caseari sono ben tollerati.
favoriscono l’aumento di peso
granoturco, lenticchie, grano saraceno, frumento perché riducono l’attività insulinica
arachidi perché riducono l’attività insulinica e la funzionalità epatica
favoriscono la perdita di peso
ortaggi verdi, carne, fegato, uova e latticini perché attivano il metabolismo
Alimenti particolari e gruppo B
La carne e il pollame
Sembra che la carne bovina rossa sia alla base delle malattie autoimmunitarie e dell’astenia che colpisce il gruppo B. I suoi antenati si adattavano meglio alla carne di pastorizia. Anche la carne di animali più domestici è poco indicata.
da preferire: agnello, coniglio, montone
indifferenti: fagiano, tacchino, vitello
da evitare: manzo, anatra, maiale, oca, pollo, quaglie, salumi in genere
Il Pesce, i crostacei e i frutti di mare
Il pesce è un ottimo alimento per il gruppo B, specie di acque fredde e profonde (merluzzo, salmone etc) ricchi com’è noto di oli polinsaturi atti a proteggere le arterie e ad abbassare il livelli di colesterolo nel sangue. Granchi, aragosta e frutti di mare sono invece sconsigliati perché contengono lectine dannose per il gruppo B. Fanno parte dei cibi vietati, ad esempio, nella Bibbia che rispecchia l’antica cultura nomade; i divieti antichi riflettono quasi sempre motivi d’igiene alimentare.
da evitare: acciughe, anguilla, aragosta, cozze, gamberi, granchi, lumache, ostriche, polpo, rane, spigola, salmone affumicato, vongole.
Gli olii e i grassi
Sono da evitare l’olio di rachide, di girasole, di sesamo e di mais perché contengono lectine dannose al gruppo B.
I legumi
Da evitare i ceci, i fagioli con l’occhio e le lenticchie perché contengono lectine che interferiscono con l’attività insulinica del gruppo B.
I cereali e i prodotti da forno
Sono ben tollerati, ad eccezione del frumento che contiene una lectina che si attacca ai recettori dell’insulina presenti sulle cellule adipose.
Da evitare anche pane di cerali misti, di frumento integrale e di soia.
Indifferente il pane di segale, di farro e di altri cereali.
Gli ortaggi
Il gruppo B può usare una grande quantità di ortaggi eccetto i pomodori che contengono una lectina mal tollerata dalla parete gastrica; il mais, le cui lectine interferiscono con l’efficienza dell’insulina e quindi alterano il metabolismo dei carboidrati e le olive che contengono dei funghi microscopici potenzialmente responsabili per i gruppo B di reazioni allergiche. Da limitare anche i carciofi, i ravanelli, la zucca.
Poiché il gruppo B tende ad essere più vulnerabile per le infezioni virali e le malattie autoimmunitarie, è necessario che privilegi molto le verdure a foglia verde, ricche di magnesio, un minerale che aiuta l’organismo a combattere l’affaticamento e quindi a salvaguardare le difese immunitarie.
La frutta fresca
Da evitare solo l’avocado, i cachi, i fichi d’india, la noce di cocco.
La frutta secca
Alcune specie come i semi di arachide, i pistacchi e i pinoli sono da evitare perché contengono lectine dannose al gruppo B.
trovo che questo tipo di dieta stia dando i fuoi frutti
esattamente. ritengo ogni domanda una critica opportuna per cercare la chiarezza. ripeto: non è il principio scientifico a farla da padrone, perchè la scienza non è mai una scienza esatta, ma valida fino a prova contraria.
non trovate che sia sbagliato inserire gasolio in una macchina che accoglie solo benzina?
Gli antigeni e il sistema immunitario
La natura ha dotato il sistema immunitario di un meccanismo molto sofisticato che gli consente di riconoscere ed eventualmente combattere un agente estraneo. Esso si basa su sostanze chimiche chiamate antigeni, specie di antenne che sporgono sulla superficie delle cellule, formati a loro volta da uno stelo di supporto composto da molecole di zucchero il fucosio e da un’estremità che funge da ricevente-trasmittente. Tutte le forme di vita ne sono in possesso e rappresentano anche delle vere impronte biologiche, risalenti al genotipo cioè ai ceppi di origine. La loro sensibilità è tale da garantire un efficiente e vigile sistema d’allarme. Quando le nostre difese immunitarie entrano in contatto con un antigene estraneo per esempio un germe batterico, prima di scatenare la difesa (attraverso la produzione di anticorpi o il richiamo dei linfociti T) si consultano con l’antigene presente sui globuli rossi. Nella storia della medicina si evidenziarono due principali antigeni sulle membrane dei globuli rossi del sangue: l’antigene A e l’antigene B.
Il gruppo A possiede l’antigene A; il gruppo B possiede l’antigene B; il gruppo AB possiede ambedue gli antigeni; il gruppo 0 (assenza di antigene) possiede soltanto lo stelo o catena di fucosio.
L'evoluzione della specie umana e i gruppi sanguigni
Analizzando, inoltre, l’evoluzione dell’uomo si è andato chiarendo in questi ultimi anni che i nostri antenati avevano programmi biologici identici ma che nel tempo si sono gradatamente adattati alle diverse condizioni ambientali in cui i grandi gruppi umani trovavano la loro sistemazione..
Il tipo 0 è il gruppo più antico, il basilare, quello dei nostri antenati cacciatori. Le proteine della carne gli fornivano tutta l’energia di cui aveva bisogno. Possiede un sistema immunitario forte e reattivo.
Il tipo A appartiene al momento in cui si verificarono gli stanziamenti nell’agricoltura e nell’addomesticamento degli animali. Nasce l’agricoltore. L’alimentazione con i cereali e lo stile di vita in strutture abitative associate (uomini molto a contatto fra loro) provocò modificazioni a carico del sistema immunitario, con un suo potenziamento nei confronti di nuovi agenti estranei. Comparve l’antigene A.
Il tipo B si ebbe nei primi stanziamenti sulle zone fredde e montagnose del Pakistan e dell’India, per sfuggire al clima torrido delle savane. Nasce il nomade, il bellicoso, il pastore con l’alimentazione che privilegia gli ovini e i prodotti del latte. Compare l’antigene B, caratteristicamente più raro nell’occidente europeo.
Il tipo AB è il più recente e il più raro ma anche il più equilibrato. Eredita la tolleranza di entrambi i tipi A e B e si è quindi specializzato nella produzione di anticorpi (ad esempio il tipo AB può ricevere sangue da tutti ma può donarlo solo al tipo AB, altrimenti distruggerebbe tutti i globuli rossi dell’estraneo). Se gli anticorpi prodotti in grande numero gli consentono una difesa migliore contro le infezioni, generano anche una certa difficoltà a riconoscere sostanze estranee in possesso di antigeni A o B.
Il fondamento verosimile del rapporto fra alimenti e gruppo sanguigno
Tra sangue e cibo si verifica una reazione chimica che fa parte del nostro patrimonio genetico. Si è scoperto che il sistema digestivo e quello immunitario (ad esso strettamente connesso) conservano una predilezione per i cibi consumati dagli antenati di gruppo sanguigno simile al nostro. E non solo a livello del tubo digerente per l’assorbimento e il trasporto attraverso l’apparato vascolare ma anche al semplice contatto della mucosa orale e gastro-esofagea, ricche di enzimi e di antigeni di superficie.
Secondo studi recenti, particolari proteine denominate lectine, sono presenti negli alimenti, sulla mucosa del digerente (compresi i dotti epatici e pancreatici), sui microrganismi saprofiti che presiedono al processo digestivo e sui microrganismi patogeni. Ad esempio, le lectine di cui sono ricchi i microrganismi hanno la struttura di ventose che consentono loro di ancorarsi sulle mucose. Le lectine che tappezzano i dotti epatici, attraverso i quali la bile si riversa nel duodeno, possiedono una specie di tentacoli atti ad afferrare e bloccare batteri e parassiti.
Le lectine dell’apparato digerente, tuttavia, non sono per tutti della medesima composizione chimica. Esse seguiranno le caratteristiche che le apparentano agli antigeni A o B, presenti sulla membrana degli elementi figurati del sangue, in particolare dei globuli rossi. (Nel gruppo 0 sono quindi assenti sia gli antigeni che le lectine ad essi simili). Ognuno di noi, quindi, sulla mucosa del tubo digerente sarà in possesso di lectine secondo il gruppo sanguigno a cui appartiene.
Quando ingeriamo un alimento contenente lectine incompatibili col nostro gruppo sanguigno (e quindi con quelle dell’apparato digerente) esse si sistemano in un organo (rene, fegato, stomaco, sistema nervoso centrale etc) e iniziano ad agglutinare globuli rossi in quell’area. Il latte, ad esempio, possiede lectine simili all’antigene B: se una persona di tipo A ne ingerisce, il suo sistema immunitario metterà subito in moto i meccanismi di difesa nel tentativo di eliminare l’intruso.
Per fortuna la maggior parte delle lectine presenti nei cibi non è così pericolosa, sebbene possa causare una lunga sequela di problemi. Il 95% delle lectine alimentari viene allontanato senza problemi dall’organismo; il restante 5% però riesce a raggiungere il sangue innescando una serie di reazioni, fino alla distruzione dei globuli rossi.
Ma le lectine possono danneggiare le pareti dell’apparato digerente, scatenando una violenta infiammazione delle mucose che provoca disturbi simili a quelli di un’allergia alimentare, senza raggiungerne l’intensità. Si verifica quindi meteorismo, diarrea, stipsi, nausea, cefalea, vomito, ritenzione della quota liquida fino a una lenta eziologia neoplastica o cancerogena.
continua...
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