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Discussione: VI trofeo "DEADLIFT" FIBAt di stacco da terra

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  1. #1
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    complimenti per la gara agli organizzatori e ai partecipanti
    ho dato una sbirciata alla classifica e mi sembra di vedere dei BEI pesi!!

    Anche lo zio tattoos è tornato in pedana!

  2. #2
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    Ebbene sì. Alla fine ho ceduto !

    Ma, in realtà, più che una gara è stata una "rimpatriata", perché non mi sono allenato, se non tre volte la domenica sera a casa. Più che altro era per capire quanto avevo perso dopo un anno e mezzo da Taneto.

    Da questo punto di vista, pensavo molto peggio. Sono entrato, coperto come nelle migliori tradizioni dei T-Boys, a 170.
    La sequenza delle alzate che avevo in mente era 180 in seconda e 190 in terza. Ma, poiché ho fallito la seconda perché ho oscillato, perdendo leggermente l'equilibrio, ho portato in terza 180.

    Tuttavia, come detto, il mio scopo era quello di sentire nuovamente nelle narici l'odore del magnesio e di rivedere i vecchi amici. E questo è, detta in advertising modality, senza prezzo.

    Ho dato una mano, ho stretto mani, ho dato abbracci e ho gioito per i successi altrui. Perciò è stata proprio una bella giornata.

    Un abbraccio a tutti i nipoti ed ai cugini...
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  3. #3
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    l'odore del magnesio??? a me fa starnutire poi non so quali magici polveri vi consigli tony per aumentare il grip

    Grande zio
    la gravità è costante, io posso diventare piu forte

  4. #4
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    ciao giovanni, ti faccio anche qui i complimenti per la gara (e naturalmente li faccio anche ai partecipanti )
    a volte diamo per scontato che la gara sia organizzata e gestita bene invece non è assolutamente così

    ho partecipato 2 volte al trofeo di stacco FIBAT e non mi stancherò mai di ribadire quanto mi sia sentito immerso in un ambiente di festa dove gli atleti sono i festeggiati

    spero di poter partecipare l'anno prossimo

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da °°sOmOja°° Visualizza Messaggio
    ciao giovanni, ti faccio anche qui i complimenti per la gara (e naturalmente li faccio anche ai partecipanti )
    a volte diamo per scontato che la gara sia organizzata e gestita bene invece non è assolutamente così

    ho partecipato 2 volte al trofeo di stacco FIBAT e non mi stancherò mai di ribadire quanto mi sia sentito immerso in un ambiente di festa dove gli atleti sono i festeggiati

    spero di poter partecipare l'anno prossimo

    grazie Claudio,
    sarà un piacere poterti rivedere sulle nostre pedane.
    Vedrò adesso di postare anche quì la favola della Brigadoon pesistica
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

  6. #6
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    Tony hai la casella dei pm piena e non riesco a contattarti

  7. #7
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    LA BRIGADOON DEI PESI


    I problemi nel giorno della vigilia sono piuttosto ripetitivi, del resto sono anni ormai che organizziamo queste manifestazioni, eppure riesce sempre a presentarsi qualche nuovo inconveniente, un imprevisto, una tegola inaspettata.
    DonnaSara deve chiedere alla sua scuola il microfono senza fili, perché l’impianto esistente nel posto gara è situato troppo distante dal punto prescelto per parlare.
    Lo staff de Le Cupole – dal suo canto - si è impegnato a rifornirmi per tempo di tavoli, sedie ed altri accorgimenti e necessità varie, poi ci sono 750 chili di pesi da trasportare al piano inferiore, mentre per rimuovere la pedana occorre essere almeno in due ed io so che i ragazzi verranno al sabato pomeriggio anche se il giorno successivo dovranno gareggiare.
    Alle 16.30, come un orologio svizzero, arriveranno Giorgio e Pia per sistemare le sale e così si potranno fare le prove per il pc, la stampante, le luci arbitrali, lo stereo, la camera per i video.
    Si, va bene, alla fine è tutto pronto come al solito ed ho terminato di apparecchiare il tavolo delle premiazioni.
    La mia preoccupazione maggiore è che non si spacchi di nuovo il pavimento come due anni fa, altrimenti questa volta tutta la diplomazia di Musante non basterà ad ottenere una nuova chance.
    Ci siamo preventivamente riforniti delle due nuove pedane rosso fiammanti della RNP, in stile pret à porter, adeguatamente provviste di gomma, cerniere e….maniglie per la spesa da sistemare in sala warm up e, infatti, in quest’occasione il pavimento resisterà…si spaccherà soltanto la mia pedana in multistrato di pioppo ma, perlomeno, il sottostante parquet resterà incolume in entrambe le sale.
    D’altronde, ho cercato affannosamente un palazzetto disponibile ma non c’è stato verso di ottenerne uno accessibile, in zone limitrofe ed a costi abbordabili. Così, tra una dilazione ed un’altra, la gara è slittata a fine giugno e poichè – come in un classico del giallo che si rispetti – il maggior..tony torna sempre sul luogo del delitto, eccomi di nuovo alla tana dei Tony - appunto Le Cupole di Acilia – dove il gestore e Presidente FIBAt, Maurizio Perazzolo, imprenditore e politico romano sagace e rampante, che non ha dimenticato i suoi trascorsi giovanili di promessa della ginnastica artistica, mi ospita periodicamente con tollerante, affettuosa e divertita benevolenza.

    Il giorno della gara, di questa gara, è sempre un po’ speciale, principalmente perchè di trofei promozionali di stacco da terra, perlomeno ad un certo livello tecnico, credo che il nostro sia l’unico in tutta Italia, a differenza delle gare di bench press nelle quali puoi imbatterti a iosa in palestre, paesi e festival, con diverse e spesso improponibili sigle e discutibile credibilità.
    Ne consegue che i lifters del Centro Italia che amano il principe della tirata, the deadlift, cercano ad ogni costo di non mancare ad una giornata di vera festa sportiva, vuoi per provare un test affidabile, vuoi per una sfida rilassante e ad un tempo lontana dallo stress di un Campionato ufficiale, vuoi forse per accompagnare esordienti, ragazzi e neofiti da loro seguiti o, magari, solo per dare un esempio e far capire, con la propria didattica presenza, quanto sia importante promuovere e incentivare queste manifestazioni. Vuoi infine per una combinazione di tutti i motivi anzidetti.
    Ognuno di noi organizzando, promuovendo, collaborando, partecipando, suggerendo o accompagnando fornisce un contributo essenziale allo sviluppo ed alla sussistenza vitale di un movimento, che non è solo quello del powerlifting ma, forse, oso pensare sia quello di un intero mondo delle discipline del ferro e della forza applicata, con quanto di collegato graviti ed orbiti intorno ad esse.

    Certo il visitatore casuale, non appena varcata la soglia, si trova dinanzi un Centro Fitness dove tutto sembra sopito, scontato, narcotizzato. Poi, come in una favola sperduta nella notte dei tempi o in un resoconto di un monaco medievale, si aggira nei labirinti delle Cupole, che farebbero invidia a Dedalo, svolta a sinistra, poi a destra, ancora sinistra e…aspetta, forse mi sono perso, però….. e all’improvviso si trova ribaltato in un luogo strano, dove il bilanciere professional brunito, da noi denominato cavaliere nero, domina coricato semplice ma austero l’intera sala.
    Dietro di questi, una sbarra a J Pignatti che, assicurano le antiche cronache, soleva esser utilizzata per il caricamento ma il cui nome probabilmente sfugge pure a wikipedia e senz’altro è ignoto a quei fitnessman che neppure conoscono cosa sia un caricamento e perché esso occorra.
    Intorno tanti tipi di pesi dai nomi gloriosi ma impronunciabili, per i non addetti, di Ivanko, Schnell, Berg, Oemmebi, di arduo assemblaggio verbale anche per un moderno rap del volenteroso Jovanotti.
    Quindi, più appartate, le flange antiestetiche, scorticate, obsolete da 50kg. l’una, originariamente di un verde intenso e – chissà perché – poggiate verticalmente di taglio nel fondo della sala. Così solitarie in quella remota parte alla palestra uscendo che, forse, a spettatori casuali sarebbero apparse come vecchi ferri o arnesi ormai abbandonati.
    Vallo a spiegare agli attuali personal trainer che esistono dischi da mezzo quintale sufficienti a caricare di molto un bilanciere eppure introvabili persino nei magazzini federali.
    Vallo a dire che quella orbita onerosa non può che attendere il suo momento propizio in quella posizione, in quanto diversamente non è agevole sollevare con unghie e polpastrelli 50kg. di ghisa non molata, incidentalmente sdraiata al suolo.
    Vallo a spiegare in un master technolifefullbodygym evolutionsuperspecial, dove è grasso che cola se il disco più pesante raggiunga i 20kg., perché attondato e gommato per una comoda presa.
    Ovunque nell’aria si respira magnesio e, difatti, panetti interi sono collocati nel vetusto contenitore a braciere, in legno, usato 40 anni or sono da the FIBAt’s President prima di una sessione ginnica agli anelli o alla sbarra e, poi, artisticamente antichizzato in decoupage da DonnaSaradisera con scene di powerlifting old style.

    L’incauto visitatore che si è smarrito nei meandri del labirinto non ha portato con se il mitico filo di Arianna, come Teseo nei sotterranei di Cnosso, per tornare per tempo sui suoi passi.
    Suo malgrado, dunque, è costretto a restare e si aggira stupito e affascinato.
    Si imbatte nello sparuto drappello degli uomini FIBAt - con divise modello giubbe blu con vaghe reminisceze alla guerra di secessione sudista - che avanzano ciascuno in direzioni opposte come punti da tarantole e senza un apparente obiettivo comune o un accordo già elaborato ma che ciononostante magicamente convergono a quel tavolo ed a quel computer dove Gianluca Piccolo supervisiona e monitora, coordina e comunica con tutto il mondo informatico pesistico, arrivando forse a minacciare, con un solo inserimento di un coefficiente wilks, tutta la potenza atomica di Ahmadinejad.
    Il simpatico intruso nota subito EnricoPL, con volto solenne e ieratico, autentica icona del powerlifting telematico e non osa pensare in quale veste stia impegnando la sua missione evangelizzatrice.
    Incontra SilvioCinghio, taciturno, definito e concentrato, mistura riuscita tra un lifter, uno judoka, uno strongman e un bodybuilder.
    Poi LeoKryp, caracollante e sornione, preoccupato dell’ottimale grip del bilanciere. Quindi Lanno Costanzi – che per me continuerà sempre a chiamarsi Costanzo Lanni – forse uno degli uomini più forti d’Italia, dalla tecnica brutale finchè si vuole ma capace a 40 anni di scoprirsi specialista onnicomprensivo.
    Trova anche l’inossidabile Maestro Ruggeri, che borbotta frasi di ardua comprensione e che continua a ripetermi che…ormai non so’ più quei tempi lì…- si, va be’ Silvano ma quali erano ‘sti tempi? – e che ogni anno accompagna pochi ma fortissimi atleti che, tuttavia, sorprendono solo coloro che non hanno vissuto gli ambienti delle alzate di potenza della gloriosa Ginnastica Borgo Prati, uno dei più antichi sodalizi nel settore.
    Tra questi suoi ragazzi, mi permetto di menzionarne uno tra tutti, Enrico Chiri, vincitore maschile assoluto del trofeo Deadlift tra le categorie raw, capace di alzare 260kg. nella categ. senior -90kg., solo cinta.
    Poi il nostro forestiero avrà visto le ragazze e si sarà chiesto come mai così lontano fossero da quegli inveterati stereotipi della donna pesista. In belle linee, femminili ed egualmente determinate e volitive.
    Nel contesto, la FIBAt annota un particolare che potrebbe rappresentare un involontario ma gradito record per le gare di pesistica tra tutte le Federazioni o, perlomeno, a quelle cui ho assistito finora. Infatti, durante il terzo gruppo di concorrenti in pedana, 4 donne all’unisono si sono offerte per formare lo staff del caricamento, che in tal modo è venuto ad essere costituito esclusivamente da loro.
    Tiziana, Roberta, Sara e Barbara, affiatate e risolute, hanno in breve tempo rappresentato una equipe più veloce e precisa di molti dei loro corrispondenti colleghi al maschile.
    Inoltrandosi ancora, l’ospite vede molti giovani, tanti neofiti ed altrettante speranze che hanno rinunciato ad una gita estiva per debuttare o aiutare o confermarsi in questa occasione e che si spera possano, in un futuro ravvicinato, spiccare un auspicabile salto nel proscenio più autorevole della FIPL, valicando i confini dell'ambito strettamente promozionale, per raccogliere i meritati risultati di un serio lavoro in un contesto di reale respiro agonistico nazionale.

    E il master Tony, intanto? Seleziona premi e medaglie, parlotta, concorda e discute col master Ago – in arte Boy George – si coccola i suoi Tony’s Roberta e Sara, quel Jacopone che finalmente mette in palmares l’alzata che merita, il T-Doc col suo nuovo PR e pronto al debutto nel completo di Coppa Italia, poi Damiano e ancora Federico che - in antitesi col nuovo stile di alzata sperimentato – si ostina a chiedere, ben poco convenzionalmente, che la gara abbia inizio con le premiazioni ….mah, valli a capire i giovani d’oggi.
    Intanto rimugino dubbioso e cogitabondo sulle modifiche da predisporre alla pedana per il 2011. E' deciso. Sarà un multipentamaxistrato di quercia, rovere, sequoia, baobab ed eucalipto australiano, a prova di cinghiali, mammut e tirannosauri rex.

    Ecco. La classifica a squadre è pronta. La Lazio, la Roma, la Borgo Prati, il Power Club, la Selezione dell’Atletica Pesante ed altre ancora. Gli ultimi adempimenti sono terminati e l’ignoto viandante senza saperlo si ritrova, sperduto e meravigliato, nella hall del Circolo. Attraversa smarrito la spessa porta scorrevole ed è all’esterno, nel posteggio.
    La canicola è la stessa implacabile di una tipica domenica romana di fine giugno, il frastuono lontano della Colombo e quello più prossimo della via del Mare rivelano la costante, assordante presenza di colonne di vetture infuocate, che conducono la massa spersonalizzata alla fila estenuante per un posto al sole ed all’arsura di pochi cm. di spazio d’asciugamani.
    Il nostro protagonista involontario torna veloce sui suoi passi, come fulminato sulla via di Damasco. Rientra nel Centro Sportivo ma…la magia è finita. Solo bikes da spinning, acquagym, piscina scoperta e assolata odorosa di creme abbronzanti, nelle sale rimbombano lezioni di bodypumptonicfitultragym, con ragazzi svogliati ed anonimi, signore perennemente a dieta ed all’eterno inseguimento di un’improbabile forma, commendatori del giorno di festa, ragazzette più o meno in cerca di struscio.
    E tutto il resto – si domanda – dove è finito? Dov’è quel mondo strano, intrigante e sportivamente perverso pervaso di antica ferraglia, quell’atmosfera in precario equilibrio tra una rappresentazione iconografica di alto e basso medioevo? Perché non rintraccio più quel gruppo di misteriosa fauna alla fine di un labirinto impazzito, che incuteva timore ed iniziale perplessità e sarcasmo ma che ora lui inspiegabilmente cercava, anelava, rimpiangeva con curiosità e coinvolgimento inatteso?
    Niente. Tutto sparito. Come nella favola di Brigadoon, quel mondo immaginifico è già scomparso, inghiottito nella routine quotidiana, fagocitato dalla pubblicizzata modernità e di esso non resta più alcuna traccia.
    Tutto sembra fastidiosamente a posto, in un ordine scontato, asettico, convenzionale.

    Ma non si dovrà aspettare 700 anni o il risveglio della bella addormentata nel bosco.
    Ricomparirà quel mondo come d’incanto tra un anno circa e come ogni anno, quando nella mattina di una imprecisata domenica, scansando e annullando wellness e cardiogym, si sentirà nuovamente nell’aria la voce melliflua e un po’ monotona di Stefano Morelli, svegliatosi da un lungo torpore , annunciare convinto, con tono flautato e vagamente monocorde, l’inizio di una nuova avventura
    ….bilanciere caricato kg…..in pedana…, si prepari…, a seguire....
    E un’altra pesante favola comincerà.
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

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